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Archivio di Gennaio 2022

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO a cura di Gian Paolo Cassano

Martedì 25 Gennaio 2022

Mercoledì 12 gennaio, all’udienza generale, continuando (per la settima volta) la catechesi su san Giuseppe, falegname e carpentiere nella Palestina ai tempi di Gesù, Francesco ha riflettuto sul dramma di chi non ha un’occupazione che gli “permetta di vivere serenamente” ed invitato a domandarsi come riscattare il lavoro “dalla logica del mero profitto” perché sia “vissuto come diritto e dovere fondamentale della persona”. Il lavoro di Giuseppe nella Palestina di quegli anni voleva dire anche preparare il legno per costruire case e spesso impegnarsi “in attività legate all’edilizia”. Era un mestiere duro, che “non assicurava grandi guadagni”. Non era considerato certo nobile, per cui i Nazareni si stupiscono e si scandalizzano quando Gesù, “il figlio del falegname” comincia a predicare e insegnare nella sinagoga, e parla “come un dottore della legge”. Un lavoro povero che si deduce dal fatto che quando con Maria presenta Gesù nel Tempio, insieme “offrirono solo una coppia di tortore o di colombi, come prescriveva la Legge per i poveri”. Il Papa, parlando della vita di Giuseppe e Gesù, ha pensato “a tutti i lavoratori del mondo”, in modo particolare “a quelli che fanno lavori usuranti nelle miniere e in certe fabbriche; a coloro che sono sfruttati con il lavoro in nero.”
Essi sono tanti a ricevere “lo stipendio di contrabbando, di nascosto, senza la pensione, senza niente. E se non lavori, tu, non hai alcuna sicurezza”. Ha ricordato le vittime del lavoro ed i “bambini che sono costretti a lavorare e a quelli che frugano nelle discariche per cercare qualcosa di utile da barattare.” Essi sono “nell’età del gioco, devono giocare”, non essere “costretti a lavorare come persone adulte”. Così ha solidarizzato con “chi è senza lavoro”, con “quanti si sentono giustamente feriti nella loro dignità perché non trovano un lavoro”. Tanta gente va a bussare alle porte delle fabbriche, delle imprese, senza trovare nulla se non un po’ di pane dalla Caritas: però “quello che ti dà dignità non è portare il pane a casa. Tu puoi prenderlo dalla Caritas: no, questo non ti dà dignità. Quello che ti dà dignità è guadagnare il pane, e se noi non diamo alla nostra gente, ai nostri uomini e alle nostre donne, la capacità di guadagnare il pane, questa è un’ingiustizia sociale in quel posto, in quella nazione, in quel continente.” Per questo il Pontefice ha ribadito il suo appello, lasciando il discorso preparato. “I governanti devono dare a tutti la possibilità di guadagnare il pane, perché questo guadagno dà loro la dignità. E’ un’unzione di dignità, il lavoro. (…) Molti giovani, molti padri e molte madri vivono il dramma di non avere un lavoro che permetta loro di vivere serenamente. E tante volte la ricerca di esso diventa così drammatica da portarli fino al punto di perdere ogni speranza e desiderio di vita”. Per questo il Papa ha chiesto a tutti di ricordare in silenzio “quegli uomini, quelle donne disperati perché non trovano lavoro” ed ha sottolineato che oggi “non si tiene abbastanza conto del fatto che il lavoro è una componente essenziale nella vita umana, e anche nel cammino di santificazione”. Lavorare infatti è anche “un luogo in cui esprimiamo noi stessi, ci sentiamo utili, e impariamo la grande lezione della concretezza, che aiuta la vita spirituale a non diventare spiritualismo”. Spesso però il lavoro è “ostaggio dell’ingiustizia sociale e, più che essere un mezzo di umanizzazione, diventa una periferia esistenziale.” Di qui l’invito a far sì che il lavoro sia “un modo di esprimere la nostra personalità, che è per sua natura relazionale”, ed anche “un modo per esprimere la nostra creatività. (…) E’ bello “pensare che Gesù stesso abbia lavorato e che abbia appreso quest’arte proprio da San Giuseppe”. Infine (concludendo con la preghiera a San Giuseppe composta da S. Paolo VI) ha chiesto di impegnarsi a “recuperare il valore del lavoro”, chiedendosi “quale contributo, come Chiesa, possiamo dare affinché esso sia riscattato dalla logica del mero profitto e possa essere vissuto come diritto e dovere fondamentale della persona, che esprime e incrementa la sua dignità.”
Mercoledì 19 gennaio, all’udienza generale Francesco ha proseguito la catechesi sulla figura di San Giuseppe, mettendo in risalto la vicinanza di Dio che ama sempre e “non si spaventa” per i peccati dell’uomo, come nella parabola del Padre misericordioso. Ricordando la lettera apostolica Patris corde e la parabola del Padre misericordioso, raccontata dall’evangelista Luca, ha sottolineato che la tenerezza “non è prima di tutto una questione emotiva o sentimentale”, ma “qualcosa di più grande della logica del mondo. È un modo inaspettato di fare giustizia. Ecco perché non dobbiamo mai dimenticare che Dio non è spaventato dai nostri peccati. (…) Dio non si spaventa dei nostri peccati, è più grande dei nostri peccati: è padre, è amore, è tenero. Non è spaventato dai nostri peccati, dai nostri errori, dalle nostre cadute, ma è spaventato dalla chiusura del nostro cuore (…) è spaventato dalla nostra mancanza di fede nel suo amore. C’è una grande tenerezza nell’esperienza dell’amore di Dio. Ed è bello pensare che il primo a trasmettere a Gesù questa realtà sia stato proprio Giuseppe. Infatti le cose di Dio ci giungono sempre attraverso la mediazione di esperienze umane.” Bisogna fare “esperienza di questa tenerezza, e se a nostra volta ne siamo diventati testimoni”. La tenerezza è “la maniera migliore per toccare ciò che è fragile in noi”. Come le infermiere toccano le ferite degli ammalati “così tocca il Signore le nostre ferite, con la stessa tenerezza”.
Di qui l’importanza ad “incontrare la Misericordia di Dio, specie nel Sacramento della Riconciliazione, nella preghiera personale con Dio, facendo un’esperienza di verità e tenerezza. Paradossalmente anche il Maligno può dirci la verità: lui è bugiardo, ma si arrangia per dirci la verità per portarci alla bugia; ma, se lo fa, è per condannarci. Invece il Signore ci dice la verità e ci tende la mano per salvarci. Noi sappiamo però che la Verità che viene da Dio non ci condanna, ma ci accoglie, ci abbraccia, ci sostiene, ci perdona”. Il https://youtu.be/-bogypVvnkgPapa ha poi ricordato un’opera teatrale realizzata da alcuni giovani e incentrata sulla parabola del padre misericordioso. “Così è la misericordia di Dio. Non si spaventa del nostro passato, delle nostre cose brutte: si spaventa soltanto della chiusura. Tutti noi abbiamo conti da risolvere; ma fare i conti con Dio è una cosa bellissima, perché noi incominciamo a parlare e Lui ci abbraccia.”
Ha poi esortato a “specchiarci nella paternità di Giuseppe e domandarci se permettiamo al Signore di amarci con la sua tenerezza, trasformando ognuno di noi in uomini e donne capaci di amare così”. Senza questa “rivoluzione della tenerezza (…) rischiamo di rimanere imprigionati in una giustizia che non permette di rialzarsi facilmente e che confonde la redenzione con la punizione.” Ho così ricordato in modo particolare coloro che sono in carcere. “È giusto che chi ha sbagliato paghi per il proprio errore, ma è altrettanto giusto che chi ha sbagliato possa redimersi dal proprio errore.” Infatti “”non possono esserci condanne senza finestre di speranza. Qualsiasi condanna ha sempre una finestra di speranza.” Pensando ai carcerati, “pensiamo alla tenerezza di Dio per loro (…) perché trovino in quella finestra di speranza una via di uscita verso una vita migliore.” Ha concluso poi pregando San Giuseppe.

TELECOMANDO a cura di Gian Paolo Cassano

Martedì 25 Gennaio 2022

“VIE DELLE STORIE” è il nuovo programma di approfondimento su Rai Uno (al lunedì in seconda serata, dal 31 gennaio) condotto dalla giornalista Giorgia Cardinaletti. Un indirizzo, un luogo, dove si narrano le piccole e grandi storie che vivono nel profondo della nostra società, che la cambiano, che la rendono interessante. “Via delle Storie” come una casa del racconto: drammi, mutamenti, tendenze, fenomeni, sogni e scoperte, sorpresi e narrati nel vivo dei luoghi e dei protagonisti, aiuteranno a capire quel che sta accadendo nel nostro mondo, nella nostra vita comune. Un racconto per immagini del paese e dei suoi mutamenti.
In occasione del Giorno della memoria, oltre a diverse programmazioni sulle reti Mediaset giovedì 27, segnaliamo su Focus domenica 30 gennaio30, alle 16.15, Le donne di Ravensbrück (il più grande campo di concentramento femminile: vi furono deportati 130.000 donne e bambini, 90.000 persone vi morirono) e alle 17.15, Karl Plagge: il nazista che salvò gli ebrei (ufficiale tedesco, sostenitore del nazismo, mentì ai superiori, imbrogliò il partito e salvò la vita agli ebrei di un ghetto polacco). Per ricordare, capire e riflettere sul capitolo più oscuro della storia del Novecento.
Torna “Viaggio nella Chiesa di Francesco” con Rai Vaticano su Rai l, domenica 30 gennaio (alle ore 24.25), in replica su Rai Storia il 31 gennaio (ore 12.15). Si parlerà del Magistero di Papa Francesco e il nuovo anno 2022. Non mancherà l’attenzione al Mediterraneo, mare al centro di tre continenti. E il dialogo con le culture e religioni diverse. E ancora nella puntata l’intervista al Rettore della Università di Napoli “Federico Il” Matteo Lorito. Infine, Rondine cittadella della pace. Un borgo medievale a pochi chilometri da Arezzo, diventato un luogo di formazione e di accoglienza, dì promozione di una cultura fondata sul rispetto delle diversità.

Martedì 25 Gennaio 2022

L’Unita Pastorale Madonna dell’argine – San Giovanni Bosco si sta preparando alla Visita pastorale del Vescovo che, iniziata due anni fa, era stata forzatamente interrotta dallo scoppio della pandemia. Ora la ripresa programmata (si era pensato ad un momento di preghiera comune per la domenica 16 gennaio) è stata sospesa perché, purtroppo, non ci sono ancora le condizioni per viverla in sicurezza e con il maggior coinvolgimento di persone.
L’UP però ha deciso di prepararsi a questo avvenimento che segna la vista del Pastore nelle comunità parrocchiale con un cammino di preparazione ponendosi, in uno stile “sinodale” in ci si pone in ascolto gli uni degli altri.
Per questo il Vescovo ha scritto una lettera a tutti i parrocchiani che domenica 23 gennaio è stata letta, nel corso della Messe, da tutti parroci in cui mons. Sacchi chiede a tutti di “portare il (…) contributo facendo dono di ciò che ognuno sente e vive nel suo cammino di fede”.
Le prossime 4 domeniche diventeranno un’occasione propizia “per vivere questa condivisione; durante la Messa, dopo l’ascolto della Parola, si dedicherà un momento per ascoltare ciò che ognuno vuol dire su alcune domande proposte. Il Vescovo chiede di confrontarsi su cosa si intenda veramente quando diciamo “le nostre parrocchie” e “le nostre comunità”. Come, dove, quando e con chi ci siamo sentiti accolti, ascoltati e accompagnati dalla Chiesa? Inoltre ci si interrogherà come Mons. Vescovo possa essere reso partecipe e aiutato all’ascolto della nostra Unità Pastorale e delle nostre parrocchie durante la Visita Pastorale. Si tratta di mettersi in gioco per far sentire ciò che ognuno ha nel cuore per il bene delle nostre comunità e dell’intera diocesi.

Festa del S. Patrono e “Spiga d’argento 2022”

Martedì 25 Gennaio 2022

OCCIMIANO – (gpc) E’ stata assegnata ad Ornella Pane Finotti la “Spiga d’argento 2022”, per la sua dedizione come mamma e sposa e la testimonianza di fede data nei momenti di prova. E’ il riconoscimento che la Parrocchia ogni anno assegna nell’occasione della festa del S. Patrono.
In passato la “Spiga d’argento” era stata assegnata a: mons. Germano Zaccheo, Dino Olivieri, Mariuccia Figazzolo, Livia Ercole Anarratone, Suore Figlie di Maria Ausiliatrice, diacono don Luigino Ghezzi, Carla Cattana e Lucia Imetti Aceto, Anna Imetti Bianco, Giovanna Cia Varzi, Wilma Andreone Debernardi, Anna Maria Figazzolo e Anna Barbano Andreone, can. Giuseppe Unia, Antonietta Cuntè Cassano, Simone Prendin, Elide Cristofoletto Cappa, Marianna Acampora, Emanuela Aceto, Antonino Arceri, Franco Delodi (e gruppo alpini e protezione civile).
Già nei giorni precedenti ci si era preparati con il triduo di preghiera in cui si era anche unita la dimensione della preghiera ecumenica e, nella vigilia (venerdì 21), con la celebrazione solenne dei Primi vespri e la S.Messa concelebrata con il prevosto da don Massimo Lazzarin che nell’omelia ha messo in rilievo la figura del santo ed il valore del martirio nella vita della Chiesa.
Quest’anno sabato 22 gennaio l’Eucaristia è stata presieduta dal Mons. Luciano Pacomio (vescovo emerito di Mondovì), che si è ben ripreso dopo l’inconveniente dell’ischemia ad inizi gennaio. Nell’omelia ha proposto tre sguardi di riflessione: alla storia del paese, a quella di san Valerio alla Parola di Dio proclamata nell’assemblea. Occorre guardare a san Valerio come il nostro primo parente, di ognuno di noi e del nostro paese, in una presenza viva che ci accompagna tutto l’anno; per questo ha suggerito di non dimenticare nella preghiera serale un’invocazione al Santo Patrono. Ripercorrendo la sua storia in alcuni tratti biografici, lo ha indicato come uomo del coraggio che ci invita in ogni occasione a fare conoscere Gesù agli altri. Le letture proposte poi dalla Liturgia sono una grande lezione per tutti, vivendo ogni giorno ciò che il Signore ci chiede auspicando che, per l’intercessione di san Valerio, ognuno possa avere un cuore buono, segnato dalla benevolenza, dalla pazienza e dall’entusiasmo di chi vive il progetto del Signore.
Numerosa la partecipazione dei fedeli, per un momento centrale della vita di una comunità, a cominciare dalle autorità, con il Sindaco m.a Valeria Olivieri (che festeggiava anche il proprio onomastico), che, con i rappresentanti delle associazioni (religiose e civili) presenti nel territorio, ha offerto un cero al santo patrono. C’era il consigliere provinciale Stefano Zoccola (in rappresentanza del presidente della provincia Enrico Bussalino) il comandante della Stazione dei carabinieri m,lo Yuri Pistilli, vice sindaco, consiglieri, rappresentanti degli alpini….. Significativa anche quest’anno la presenza di una delegazione dei Cavalieri dell’Ordine dei S.S. Maurizio e Lazzaro (con il vicario per la provincia Alessandro Medici). Ottima l’esecuzione del Coro parrocchiale, diretto dalla prof.sa Anna Maria Figazzolo (con l’organista Luca Borsalino), il servizio liturgico (coordinato da Andrea Bonzano), nonché gli addobbi (coordinati da Anna Imetti), insieme a tanti collaboratori.
C’è stata poi l’offerta dei primi germi di grano, da parte dei bambini, in onore del Santo, che poi continueranno a curare in vista delle loro crescita e maturazione.
In tale occasione sono stati benedetti i pani (le spighe di san Valerio) preparate dalle mamme, biscotti a forma di spiga di grano, che vogliono anche ricordare il miracolo della scoperta del corpo del Santo in un campo biondeggiante di spighe in pieno inverno. E’ stata poi presentata la collezione di ventagli (allestita nella Galleria valeriana) dalla collezione della m.a Anna Imetti Bianco e sono state benedette le nuove opere degli “Artisti per San Valerio” che vanno ad arricchire la Galleria di san Valerio (diretta da Pier Giorgio Panelli). Al termine mons. Pacomio ha benedetto con la reliquia del Santo tutto il paese.

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Nuovo direttivo della Proloco.

Martedì 25 Gennaio 2022

OCCIMIANO (gpc) - È Giorgio Mazzucco, il nuovo presidente della Proloco. La sua nomina è avvenuta nel corso dell’assemblea sociale che si tenuta nei locali della corte della Villa dei Marchesi Da Passano lo scorso venerdì 21 gennaio. Giorgio Mazzucco, già alla guida del sodalizio turistico tra il 2005 e il 2011, succede a Sime Cia che della Pro Loco è stato presidente in questi anni. Guiderà il direttivo per i prossimi tre anni insieme alla vice presidente Gabriella Boccalatte, al tesoriere Monica Deambrosis (per entrambe si tratta di una riconferma) e ai consiglieri Piero Bellomo, Simone Cia, Giampiero Collot, Leonardo D’Amato, Matteo Delodi, Romano Domenighini, Paola Montaldi, Cristina Parletta, Sergio Poggio.

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Martedì 25 Gennaio 2022

OCCIMIANO (gpc) – Grandi novità quest’anno ad arricchire il clima gioioso nella festa del S. Patrono Valerio sabato 22 gennaio. Protagonisti Poste italiane ed il locale Gruppo alpini
Infatti Poste italiane ha allestito in mattinata una duplice postazione sia in sala consiliare, sia successivamente anche in piazza accanto allo stand degli alpini. Qui è stato possibile ritirare la cartolina, edite da Poste Italiane in tiratura limitata, creata per l’occasione con una visione panoramica del paese) e l’annullo, nel formato tondo, che riproduce la Chiesa di San Valerio, patrono. Era presenta il Sindaco Valeria Olivieri, e, successivamente il prevosto.
Numerosi coloro che sono passati, occimianesi incuriositi dalla novità, ma anche filatelici appassionati, come il sig. Balbis, fedelissimo collezionista non vedente, che segue tutti gli appuntamenti dei servizi filatelici organizzati in provincia che è passato subito dopo l’apertura dello sportello. “Non solo adulti ed anziani – ricorda la referente per la filatelia provinciale Emiliana Conti - ad essere appassionati di francobolli, ma anche molti giovani.”
Il francobollo scelto è quello della “Madonna del cane” del Lanino (come del Lanino è la pala in Chiesa parrocchiale), uno dei francobolli emessi per il Natale 2021 ed esposto al Museo Borgogna di Vercelli.
Sul sito dei www.posteitaliane.it (sezione filatelia) è possibile trovare informazioni accurate e sempre aggiornata sul produzione filatelica
Il timbro figurato sarà disponibile presso lo sportello filatelico di Casale Centro (piazza Cesare Battisti, 25) negli orari di apertura dell’ufficio al pubblico, a partire da lunedì 24 gennaio e per i novanta giorni successivi all’evento, per poi essere depositato presso il Museo Storico della Comunicazione di Roma per entrare a far parte della collezione storico postale.
In occasione del santo patrono Valerio poi il gruppo alpini ha organizzato in piazza Carlo Alberto una pasta e ceci da asporto, preparata con la più tradizionale ricetta monferrina (“piutin”, coda e orecchie del maiale) e offerta dalla ditta Bioorto di Anarratone. La somma raccolta grazie alle circa 200 porzioni distribuite - in contenitori monouso biodegradabili messi a disposizione dalla Proloco - sarà destinata a iniziative per il benessere della comunità.

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Don Bosco

Martedì 25 Gennaio 2022

OCCIMIANO – (gpc) E’ sempre viva la devozione tra gli occimianesi per don Bosco: è ciò che si rinnoverà in parrocchia in occasione della sua festa liturgica, che sarà vissuta solennemente lunedì 31 gennaio. Ma già domenica 30 gennaio i ragazzi animeranno la Messa comunitaria con la benedizione con la reliquia del Santo. Il tutto sarà preparato con due giorni di riflessione e la S.Messa successiva giovedì 27 e venerdì 28 gennaio, alle ore 17,30 in chiesa, a cura del prevosto.
Domenica scorsa però in Parrocchia è stata evidenziata la Giornata dei malati di lebbra, con la proposta del miele solidale (che ormai è diventato il simbolo di questo evento) e delle caramelle al miele (ed altri gadget), per sostenere la lotta contro questa terribile malattia, che ogni anno miete nuove vittime.

Galleria valeriana

Martedì 25 Gennaio 2022

OCCIMIANO – (gpc) Gli artisti per San Valerio. Anche quest’anno la Galleria valeriana si è arricchisce di sei nuove opere che, come sempre vengono presentate e benedette in occasione della festa di San Valerio. Per l’occasione era presente Pier Giorgio Panelli (che della Galleria è il direttore artistico).
C’è una grossa opera (grandi dimensione, pittura su due tavole di legno, con ispirazione classica) che la prof. Elena Bertelle (già autrice di un’opera su S.Valerio) ha preparato raffigurante l’adorazione di Gesù. C’è una nuova interpretazione (ed è la sesta) che la prof. Isabella Bocchio (anch’ella presenta alla festa) ha proposto interpretando alcuni momenti della vita del Santo, c’è il disegno a tratto del santo a cura del giovane studente di Grafica dell’IIS Leardi Juan Sebastian Canetti (ritraendo la figura del Santo). C’’è ancora una seconda opera di Anna Maria Marinotto Miglietta che si ispira con maestria alle vetrate gotiche e per la seconda volta, una bella e delicata acquaforte che richiama il dono dello Spirito che ha guidato la testimonianza di Valerio di Lucia Caprioglio C’è infine un vivacissimo san Valerio in una chiave moderna con motivi iconografici dell’artista torinese Emiliano Cavalli.
La Galleria Valeriana così va ad arricchirsi, giungendo ad una settantina di opere.

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Avvisi della Parrocchia S. Valerio Occimiano

Martedì 25 Gennaio 2022

PARROCCHIA S. VALERIO
OCCIMIANO
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DOMENICA 23 gennaio 2022

* S. Messe nella settimana:
• Lunedì 24 gennaio: ore 18,00
• Martedì 25 gennaio: ore 18,00
• Mercoledì 26 gennaio: ore 18,00
• Giovedì 27 gennaio: ore 18,00
• Venerdì 28 gennaio: ore 18,00

* Domenica 23 gennaio:
• Domenica della Parola

* Lunedì 24 gennaio
• Vespri (ore 17,45) - segue: S. Messa

* Preghiera per l’unità dei cristiani
• 18-25 gennaio: Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani

* Domenica 30 gennaio:
• Festa di san Giovanni Bosco
• Giornata mondiale malati di lebbra: vendita del miele solidale pro malati di lebbra

* Lunedì 31 gennaio:
• Festa di san Giovanni Bosco

* Devozione delle “tre Ave Maria”
• In questa settimana offriamo la 3° Ave Maria “per la nostra Parrocchia, affidandoci alla protezione di S.Valerio.”

Mercoledì 19 Gennaio 2022

CASALE – Un incontro bellissimo in un clima di amicizia, cresciuta in questi anni, di stima reciproca e di gioia di ritrovarsi con dei “fratelli maggiori”. Così ho vissuto la visita che ho fatto alla dott.sa Adriana Ottolenghi, nel bel palazzo di famiglia che si affaccia sulla piazza san Domenico dove sono stato accolto con grande cordialità. In precedenza avevo intervistato il marito dott. Giorgio Ottolenghi nel momento in cui lasciava la presidenza della Comunità ebraica casalese, e che ora ho rivisto con qualche acciacco in più (quasi alla vigilia dei suoi 99 anni il prossimo 18 gennaio), ma sempre pronto e lucidissimo. La moglie mi ha concesso una bella intervista.
- Cosa vuol dire per lei essere ebrea oggi ?
“Sono profondamente ebrea perché le esperienze passate non mi permettono di dimenticarlo. Non sono ultra osservante, non sono ortodossa. Non mangio maiale, però, se mi capita qualche scampo…. Mangio al Ristorante, non faccio questioni… Osserviamo la Pasqua tutti gli otto giorni, celebriamo le feste, cerchiamo di farle in famiglia, anche se non sempre ci riusciamo, perché il figlio è lontano, è a Milano, con i bimbi che vanno a scuola….”
- Tra ciò che ha vissuto c’è anche il tempo della persecuzione nei confronti degli ebrei, a partire dalle leggi razziali…
“A distanza di 70 anni ho ancora un ricordo vivissimo di quel lontano ’43. Essendo nata nel 1934 non ho subito l’umiliazione di essere espulsa da scuola, perché io a scuola non ci sono proprio andata (avevo 4 anni nel 1938). Ho fatto una prima elementare strana, perché la comunità ebraica di Miano aveva organizzato, in via della Spiga, dei corsi per i bimbi che non potevano frequentare le scuole con insegnanti che a loro volta erano stati espulsi dalle scuole. Andavamo al pomeriggio con le aule sporche perché c’erano state le lezioni al mattino, ma eravamo tranquilli. Non abitavamo vicino a piazza Argentina e molte volte tornavamo a piedi attraversando i giardini incontrano altri bimbi che abitavano nelle vicinanze, per cui era quasi un divertimento il rientro da scuola…”
- La situazione poi è andata peggiorando con l’occupazione nazista…
“Il primo bombardamento di Milano ci ha visti sfollati a Vergiate nella casa della zia (sorella di mio papà), chiamata la villa degli ebrei; per cui dopo l’8 settembre (forse il 14 settembre, il giorno di mio compleanno), la zia di ritorno da Arona raccontava di essere stata avvertita del pericolo dal negoziante, e dell’arresto di ebrei che poi hanno seguito i fatti di Meina dove 16 ebrei furono gettati nel lago… Così il 20 settembre 1943 mia nonna, mia sorellina Renata ed io entravamo nel Monastero di clausura delle Benedettine di Ronco di Ghiffa; a Vergiate eravamo conosciute e sarebbe stato troppo pericoloso. A Ghiffa, Madre Giuseppina disse subito di sì. Una cosa devo dire: non hanno mai fatto pressone su di noi per convertirci, anzi ci avevano preparato una sala da pranzo a parte per non farci mettere a disagio al momento delle preghiere…”
- Oltre alle Monache ci furono altre persone che vi furono vicine ?
“Con le leggi del novembre 1943 dove gli ebrei dovevano essere arrestati le cose si sono complicate. I miei genitori continuarono a cercare una via di fuga in Svizzera, anche se era problematica, ma trovammo una donna ‘giusta’, Anna Bedoni Ferrari, maestra ed aiuto segretaria in comune a Trarego, illustre sconosciuta che a rischio della vita sua, del marito e della figlia ci fece nuove carte di identità (senza la scritta di razza ebraica e con qualche piccola correzione nei nomi) per salvare sette di noi. Quando il parroco ebbe sentore di una possibile retata, le Suore misero in clausura nonna e zia, trovando una sistemazione per tutte. Non andammo mai in Svizzera, ma rimanemmo lì fino alla Liberazione…”
- Poi tornaste a Milano ….
“In estate, perché la nostra casa era ancora occupata da sfollati Nel frattempo il papà che era batteriologo e prima della guerra era stato in Francia (dalle parti di Tolosa) con noi, fino al 1938, quando venne espulso per ‘troppa italianità’ (trovando in Italia le leggi razziali), era partito per lavoro negli Stai Uniti dove c’era uno zio in Wisconsin. Nel gennaio 1951 tutta la famiglia si ricongiunse in America, dopo una traversata in nave abbastanza disturbata.”
- Così rimase negli USA …
“A Fond du Lac nel Wisconsin, affidate a due ragazze americane che ci insegnarono le loro abitudini di vita, sportive…; nell’estate un insegnante di inglese ci prese ed iniziò lezioni di vita (market librerai, biblioteca) e di lingua che ci permisero a settembre di essere in grado di iniziare le lezioni regolari, con buone votazioni, proseguendo poi in università dove conseguii il bachelor in giornalismo nel 1957, avendo già iniziato a fare pratica in un piccolo giornale locale….
Dopo la laurea partimmo per le vacanze in Italia dalla nonna materna a Torino, ultra ottantenne, che mi convinse a rimanere con lei ancora per un po’ al momento di partire. Fu in quell’occasione che conobbi Giorgio, che era amico della famiglia, nel settembre 1958; lo sposai a Torino nel giugno 1959 e poi giungemmo a Casale.”
- Era un città che conosceva già ?
“In realtà solo di passaggio. Trovai che a Casale si viveva molto bene, è una città da misura d’uomo dove ci si conosce. Pensammo anche con amici di trasferirci in una delle colline meravigliose che circondano la città, ma poi non se fece niente.”
- Come trovò la comunità ebraica casalese ?
“Era una comunità che aveva avuto una grande storia; quando la città era la seconda del Piemonte così era anche la comunità ebraica, con un ruolo giurisdizionale (il 2° Consistoire des juifs) in epoca napoleonica che arrivava sino a Nizza. Probabilmente quando si parla dei una presenza di 6.000 ebrei in quell’epoca, penso ci si riferisca a tutta quella zona. Ora la perdita di importanza della città ha coinciso con quella della comunità ebraica. Lo svuotamento dai paesi verso le città, ha coinciso con l’emigrazione degli ebrei verso le città più grandi…
Oggi siamo in due famiglie (Ottolenghi e Carmi). Ricardo allora che la comunità, seppure diminuita anche per le conseguenze della Shoah aveva ancora la possibilità di avere il rabbino (per la presenza di almeno 10 uomini); c’erano molte signore soprattutto vedove, Borello, Aghiron., Muggia…. Con la comunità di Vercelli ci vedevamo regolarmente, celebrando là il Capodanno e qui il Kippur…”
- Cosa vuol dire essere donna ebrea oggi ?
“Debbo dire che nell’ ebraismo c’è un matriarcato occulto, perché è la donna che dà l’ebraicità ai figli. Ricordo il riconoscimento di ebraicità per la presenza di una bisnonna ebrea…”
- Purtroppo oggi si registrano ancora casi di antisemitismo …
“Dico che l’antisemitismo è endemico ed il diverso fa sempre paura. Dopo 2000 anni l’accusa di deicidio ha lasciato sua impronta. Eppure Gesù era uno dei nostri; è nato e vissuto da ebreo. E poi l’ultima cena era una cena pasquale ebraica e l’ostia deriva dal nostro pane azzimo…… “
- La scelta è quella del dialogo e come la comunità ebraica casalese ne è un esempio, anche a livello culturale.
“E’ vero, Elio Carmi (l’attuale presedente) è un animatore formidabile, con la città e tra le religioni, in modo particolare con la Chiesa cattolica come dimostra ciò che avvenuto in questi anni, in un clima fraterno, frutto anche della svolta del concilio vaticano II, nel riconoscimento degli errori passati e delle comuni radiaci ebraiche.”
La conversione continua piacevolmente anche con il dott. Giorgio, ricordando esperienze belle vissute, visite importanti alla comunità, come quella del presedente della Repubblica Ciampi, di Lea Rabin, dell’ambasciatore israeliano, di 180 rabbini ultra ortodossi che arrivarono con 6 pullman in viaggio per un raduno a Stresa ed aneddoti curiosi, con l’augurio che questa amicizia, personale e tra le nostre comunità possa crescere sempre di più nel nome di Dio.
Gian Paolo Cassano

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