La parola di Papa Francesco

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano

All’Udienza generale mercoledì 2 agosto (dopo la pausa di luglio) Francesco ha parlato della luce, segno di speranza per “tramettere alle generazioni future ragioni di vita”. Il Pontefice è partito dall’uso antico dell’orientamento delle Chiese verso est entrando da una porta aperta verso Occidente per camminare nella navata verso Oriente, allegoria del “tramonto, dove muore la luce” e dell’aurora, dove “le tenebre vengono vinte dalla prima luce” del giorno, richiamando “il Cristo, Sole sorto dall’alto orizzonte del mondo”. Il riferimento è andato anche agli antichi riti del Battesimo con  la rinuncia a Satana rivolti ad Ovest e la professione di fede verso Est. Se oggi “abbiamo perso la sensibilità al linguaggio del cosmo”, essere cristiani “vuol dire guardare alla luce, continuare a fare la professione di fede nella luce, anche quando il mondo è avvolto dalla notte e dalle tenebre”. Essi “non sono esenti dalle tenebre, esterne e anche interne. Non vivono fuori dal mondo, però, per la grazia di Cristo ricevuta nel Battesimo, sono uomini e donne ‘orientati’.” Infatti “non credono nell’oscurità, ma nel chiarore del giorno; non soccombono alla notte, ma sperano nell’aurora; non sono sconfitti dalla morte, ma anelano a risorgere; non sono piegati dal male, perché confidano sempre nelle infinite possibilità del bene”. I cristiani sono coloro “che credono che Dio è Padre” e “che Gesù è sceso in mezzo a noi”, il “compagno soprattutto dei più poveri e fragili”. Noi “crediamo che lo Spirito Santo opera senza sosta per il bene dell’umanità” e che “i dolori più grandi della storia verranno superati: questa è la speranza che ci ridesta ogni mattina!”. Noi “crediamo che ogni affetto, ogni amicizia, ogni buon desiderio, ogni amore” avranno compimento in Dio, così da “abbracciare con entusiasmo la nostra vita di tutti i giorni!” Ancora una volta poi il Papa ha esortato tutti i fedeli a ricordare la data del proprio Battesimo, la cui grazia mi fa diventare “‘portatore di Gesù’ nel mondo! Soprattutto per coloro che attraversano situazioni di lutto, di disperazione, di tenebre e di odio”. E’ una testimonianza che passa “da tanti piccoli particolari: dalla luce che un cristiano custodisce negli occhi, dal sottofondo di serenità che non viene intaccato nemmeno nei giorni più complicati, dalla voglia di ricominciare a voler bene anche quando si sono sperimentate molte delusioni (…) Se saremo fedeli al nostro Battesimo, diffonderemo la luce della speranza, il Battesimo è l’inizio della speranza, quella speranza di Dio e potremo trasmettere alle generazioni future ragioni di vita”.
All’Angelus di domenica 6 agosto il Papa ha ricordato che “l’evento della Trasfigurazione del Signore ci offre un messaggio di speranza: ci invita ad incontrare Gesù, per essere al servizio dei fratelli.” E’ un invito “a riflettere sull’importanza di staccarci dalle cose mondane, per compiere un cammino verso l’alto” e a ricercare, “momenti intimi di preghiera” per accogliere “la Parola di Dio”. Infatti “siamo chiamati a riscoprire il silenzio pacificante e rigenerante della meditazione del Vangelo, della lettura della Bibbia, che conduce verso una meta ricca di bellezza, di splendore e di gioia.” Così “il tempo estivo” può diventare un “momento provvidenziale” per accrescere un “impegno di ricerca e di incontro con il Signore”. Ripensando quindi ai discepoli che “scesero dal monte con occhi e cuore trasfigurati dall’incontro con Gesù”, ha indicato un “percorso che possiamo compiere anche noi”, perché, “ricaricati della forza dello Spirito divino”, possiamo “decidere nuovi passi di autentica conversione” e “testimoniare costantemente la carità, come legge di vita quotidiana”. Così “trasformati dalla presenza di Cristo e dall’ardore della sua parola, saremo segno concreto dell’amore vivificante di Dio per tutti i nostri fratelli, specialmente per chi soffre, per quanti si trovano nella solitudine e nell’abbandono, per gli ammalati e per la moltitudine di uomini e di donne che, in diverse parti del mondo, sono umiliati dall’ingiustizia, dalla prepotenza e dalla violenza”.
Gian Paolo Cassano

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