La bellezza nella Parola

“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. (…) Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.” (Gv 15,1-2. 4-5)


Lorenzo Lotto, ripropone l’identificazione iconografica Cristo-vite, fondata sulle Scritture, in quello scrigno d’arte che è la Cappella Suardi di Trescore Balneario (BG), in un grande affresco (356×812 cm). Su una delle pareti, al centro, un monumentale Gesù spalanca le sue braccia da cui partono lunghi rami di vite che danno vita a dieci tondi, in cui sono inseriti figure di santi, con ai piedi le figure oranti dei committenti Suardi. Il Signore ha la tunica rossa ed un ampio mantello azzurro (i classici segni iconografici cristologici) con le braccia aperte a delineare la figura della croce. Dalle sue mani partono una serie di rami che si dirigono verso l’alto, occupando tutta la superficie, fino ad arrivare persino al soffitto dove si intrecciano a mo’ di pergolato.

In alto, su una tabella, c’è, tra la scritta dedicatoria, la citazione evangelica: “Ego sum vitis vos palmites (Io sono la vite, voi i tralci)” [Gv 15,5]. E’ la chiave di lettura dell’intero programma, intesa come continuità tra Cristo e la Chiesa, in chiara polemica anti-luterana (siamo nel tempo della Riforma), con l’esaltazione del valore delle opere di bene nelle storie delle sante.
Dalla Santa pianta germogliano e fruttificano una serie di volti collocati in 10 tondi, santi, martiri e dottori della Chiesa: la Vergine Maria, S. Giovani Battista… S. Barbara….. Di essa (a cui è dedicata la cappella) si riprendono sullo sfondo storie della sua vita, dalla sua conversione al Cristianesimo al martirio (tratte dalla legenda aurea di Jacopo da Varagine).
Alle due estremità si vedono S. Girolamo s. Ambrogio, ai quali alcuni vendemmiatori (che simboleggiano gli eretici, che attentano a Cristo con le loro false dottrine) muniti di scale e roncole, cercano di avvicinarsi per tagliare i tralci della vite, ma vengono ricacciati indietro, cadendo nel vuoto. Da notate come, attorno a Cristo, il paesaggio sia desertico, mentre, dove poggiano i suoi piedi, l’erba cresce rigogliosa e verdeggiante.