La parola di Papa Benedetto

LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO

a cura di Gian Paolo Cassano


Uno stile di vita casto, povero e obbediente, come quello di San Bonaventura; lo ha indicato per la Chiesa Benedetto XVI nell’Udienza generale del 3 marzo scorso dedicata alla figura del filosofo e dottore della Chiesa, che seppe armonizzare la spiritualità francescana con la riflessione teologica. Il Papa ha anche ricordato la figura di Chopin (nel bicentenario della nascita) ed ha esortato le Chiese locali ad impegnarsi con sempre più efficacia in favore degli Zingari.

San Bonaventura da Bagnoregio fu un “uomo buono, affabile, pio e misericordioso, colmo di virtù, amato da Dio e dagli uomini”, un  “uomo di azione e contemplazione”, che contribuì alla composizione di un’“armonia tra fede e cultura”. Un autore particolarmente caro al Pontefice, oggetto dei suoi studi; di lui ha tratteggiato la vita e della sua scelta di seguire l’esempio di San Francesco: “confesso davanti a Dio che la ragione che mi ha fatto amare di più la vita del beato Francesco è che essa assomiglia agli inizi e alla crescita della Chiesa. … La religione del beato Francesco non è stata stabilita dalla prudenza degli uomini, ma da Cristo”.

Matura negli anni una “propria riflessione personale e una sensibilità spirituale di grande valore” e così  “diventa uno dei teologi più importanti della storia della Chiesa”. Nel suo pensiero “Cristo ebbe sempre nella vita e nell’insegnamento di Bonaventura” un ruolo centrale che emerge in coloro che “per la grazia di Dio, sono chiamati ad osservarne i consigli e testimoniano così, con il loro stile di vita povero, casto e obbediente, che il Vangelo è sorgente di gioia e di perfezione”.

San Bonaventura sarà anche Ministro generale dell’Ordine dei Frati Minori per 17 anni, dedicandosi  ad esso con “saggezza e dedizione”, intervenendo “talvolta con una certa severità per eliminare gli abusi” e  presentando “l’autentico carisma di Francesco, la sua vita ed il suo insegnamento”.

Qual è dunque l’immagine di San Francesco che emerge da san Bonaventura ?

“Francesco è un alter Christus, un uomo che ha cercato appassionatamente Cristo. Nell’amore che spinge all’imitazione, egli si è conformato interamente a Lui. Bonaventura additava questo ideale vivo a tutti i seguaci di Francesco.” Un ideale valido per ogni cristiano, ieri, oggi, sempre.

All’Angelus domenica 7 marzo,  dopo la visita alla Parrocchia romana di San Giovanni della Croce, dove ha invitato a superare la “pigrizia spirituale” per essere quelle “pietre vive” che sanno annunciare e radicare in ogni ambiente quotidiano il messaggio di Gesù, riprendendo  le letture domenicali ha parlato delle bontà divina.

 “Le sventure, gli eventi luttuosi – ha detto il Papa – non devono suscitare in noi curiosità o ricerca di presunti colpevoli, ma devono rappresentare occasioni per riflettere, per vincere l’illusione di poter vivere senza Dio, e per rafforzare, con l’aiuto del Signore, l’impegno di cambiare vita. Di fronte al peccato, Dio si rivela pieno di misericordia e non manca di richiamare i peccatori ad evitare il male, a crescere nel suo amore e ad aiutare concretamente il prossimo in necessità, per vivere la gioia della grazia e non andare incontro alla morte eterna”.

Occorre “leggere la storia umana con gli occhi di Dio, il quale, volendo sempre e solo il bene dei suoi figli, per un disegno imperscrutabile del suo amore, talora permette che siano provati dal dolore per condurli a un bene più grande”.

Gian Paolo Cassano 

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