NESSUNO NE PARLA (O QUASI) news quasi sconosciute a cura di Gian Paolo Cassano

L’ultimo rapporto della campagna Abiti Puliti, dal titolo “Stipendi negati” (ripresa da Vatican news) pone in evidenza come in Asia, gli stipendi, già molto bassi, siano calati tra il 38 e il 50%. durante i mesi del lockdown in seguito alla pandemia di Covid. Per questo “è indispensabile – afferma Deborah Lucchetti, portavoce della Campagna – che le aziende si prendano le loro responsabilità e garantiscano i diritti dei lavoratori”.
Una parte sostanziale del giro d’affari è legata alla produzione di abbigliamento per l’esportazione, che secondo stime, rappresenta una forza lavoro di 13,8 milioni (se si esclude la Cina a causa di un maggiore sostegno governativo). La Campagna sottolinea che “i marchi e i rivenditori globali hanno la responsabilità di garantire che i lavoratori impiegati nelle proprie catene di fornitura siano pagati in conformità con le leggi locali e gli standard internazionali. I brand scelgono di localizzare le proprie produzioni in paesi con bassi salari e deboli protezioni sociali. Come sostengono da tempo i lavoratori, i sindacati e i gruppi della società civile, le filiere globali sono caratterizzate da un evidente squilibrio di potere tra, da un lato, marchi e distributori al vertice delle catene di approvvigionamento e, dall’altro, lavoratori impiegati nelle fabbriche”.

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