NESSUNO NE PARLA (O QUASI)

NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano

Rimane sempre tesa la situazione nel Nagorno-Karabakh, la regione a maggioranza armena annessa da Stalin all’Azerbaigian, dove negli ultimi giorni è riesploso violentemente il conflitto tra azeri e armeni.
Per questo l’annunciata visita congiunta del Catholicos di tutti gli Armeni, Karekin II, e del Catholicos della Grande Casa di Cilicia, Aram I rappresenta un segno di speranza. Altrettanto si può dire del viaggio del Papa in Armenia dal 24 al 26 giugno prossimi e successivamente (dal 30 settembre al 2 ottobre), completando il suo viaggio apostolico nel Caucaso con la visita in Georgia ed Azerbaigian.
La questione delle tensioni etnico-politiche intorno al Nagorno-Karabakh è riesplosa al momento della dissoluzione dell’Unione Sovietica. In quella regione a maggioranza armena, nel settembre 1991 il soviet locale, utilizzando la legislazione sovietica dell’epoca, aveva dichiarato la nascita della nuova Repubblica, dopo che l’Azerbaigian aveva deciso di fuoriuscire dall’Urss. Seguirono un referendum e le elezioni, ma nel gennaio dell’anno seguente la reazione militare azera accese il conflitto che provocò 30mila morti e si concluse con un accordo di cessate il fuoco nel 1993, da allora continuamente violato da attacchi e scaramucce di confine.
Gli scontri degli ultimi giorni tra le forze azere e quelle delle autorità separatiste armene sono i più gravi accaduti dalla metà degli anni Novanta, e hanno prodotto almeno 75 morti, con vittime anche civili, fino ad una tregua firmata martedì 5 aprile. Al riaccendersi delle tensioni non è estraneo lo scontro geo-politico che oppone Russia e Turchia (sostenitrice dell’Azerbaigian) negli scenari mediorientali.
Gian Paolo Cassano

Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.