All’Udienza generale di mercoledì 29 ottobre 2025 il Papa ha dedicato la catechesi al dialogo interreligioso e al messaggio del documento conciliare Nostra Aetate (approvata il 28 ottobre 1965), in occasione dell’evento “Camminando insieme nella speranza”. Richiamandosi all’episodio evangelico dell’incontro di Gesù con la samaritana (Gv 4,1-30), Leone XIV ha evidenziato questo come riveli “l’essenza dell’autentico dialogo religioso: uno scambio che si instaura quando le persone si aprono l’una all’altra con sincerità, ascolto attento e arricchimento reciproco. È un dialogo nato dalla sete: la sete di Dio per il cuore umano e la sete umana di Dio.” E’ una nuova comprensione del culto, non legata ad un luogo ma “in spirito e verità.” (Gv 4,24). Il nucleo del dialogo interreligioso sta, infatti, nella “scoperta della presenza di Dio al di là di ogni confine e l’invito a cercarlo insieme con riverenza e umiltà.”
La Nostra Aetate ridefinì i rapporti tra la Chiesa cattolica e le religioni non cristiane, in particolare l’ebraismo, aprendo “un nuovo orizzonte di incontro, rispetto e ospitalità spirituale”, guardando ai seguaci di altre religioni “come compagni di viaggio sulla via della verità”, onorando le differenze e discernendo, nella sincera ricerca religiosa, “un riflesso dell’unico Mistero divino che abbraccia tutta la creazione.” Con questo documento Papa Giovanni XXIII intendeva rifondare il rapporto originario con il mondo ebraico; così, “per la prima volta nella storia della Chiesa”, diede forma al trattato dottrinale sulle radici ebraiche del cristianesimo e che sul piano biblico e teologico rappresentasse “un punto di non ritorno”. Si affermava così come “il popolo del Nuovo Testamento” fosse “spiritualmente legato con la stirpe di Abramo. La Chiesa di Cristo, infatti, riconosce che “gli inizi della sua fede e della sua elezione si trovano già, secondo il mistero divino della salvezza, nei patriarchi, in Mosè e nei profeti.” (Nostra Aetate, 4). Per questo legame la Chiesa “deplora gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell’antisemitismo dirette contro gli Ebrei in ogni tempo e da chiunque.” (Nostra Aetate, 4). E’ la condanna dell’antisemitismo da parte di tutti Pontefici, confermando che la Chiesa non tollera e combatte l’antisemitismo e lo combatte, “a motivo del Vangelo stesso.”
Con gratitudine a Dio (che in sé stesso è dialogo), guardiamo a questo periodo, anche se non esente da malintesi, difficoltà e conflitti; per questo politiche ed ingiustizie di alcuni non possono distoglierci dall’amicizia e dal molto realizzato. Lo spirito del documento conciliare che riconosce come nelle religioni si rifletta “un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini” (N.A. n.2) “continua a illuminare il cammino della Chiesa.” E’ un dialogo “non solo intellettuale, ma profondamente spirituale” , che deve coinvolgere tutti i cattolici, “riconoscendo e promuovendo tutto ciò che è buono, vero e santo nelle loro tradizioni” (cfr NA 2.). Ciò è urgente in questo tempo, segnato dalla mobilità umana, sapendo che “il vero dialogo affonda le sue radici nell’amore, unico fondamento della pace, della giustizia e della riconciliazione, mentre respinge con fermezza ogni forma di discriminazione o persecuzione, affermando la pari dignità di ogni essere umano” (cfr NA, 5).
A distanza di 60 anni Leone XIV ribadisce l’impegno ad agire insieme, poiché oggi più che mai il mondo ha bisogno di unità, amicizia e collaborazione: ogni religione “può contribuire ad alleviare le sofferenze umane e a prendersi cura della nostra casa comune”, la Terra. Si tratta di riaffermare il servizio all’umanità, vigilando contro l’abuso del nome di Dio, “nonché contro i pericoli rappresentati dal fondamentalismo religioso e dall’estremismo” e lavorando per uno sviluppo responsabile dell’intelligenza artificiale, “perché, se concepita in alternativa all’umano, essa può gravemente violarne l’infinita dignità e neutralizzarne le fondamentali responsabilità.” Le diverse tradizioni religiose possono dare un immenso contributo all’umanizzazione della tecnica e alla protezione di diritti umani. Le religioni insegnano che “la pace inizia nel cuore dell’uomo”, offrendo così un importante contributo perché sia possibile “un mondo nuovo”. Occorre “riportare la speranza nelle nostre vite personali, nelle nostre famiglie, nei nostri quartieri, nelle nostre scuole, nei nostri villaggi, nei nostri Paesi e nel nostro mondo”. E’ ciò che ha fatto 60 anni fa Nostra aetate, nel mondo del secondo dopoguerra.
“Oggi siamo chiamati a rifondare quella speranza nel nostro mondo devastato dalla guerra e nel nostro ambiente naturale degradato”. Di qui l’appello a collaborare “perché se siamo uniti tutto è possibile”, facendo sì “che nulla ci divida,” trasmettendo lo “spirito di amicizia e collaborazione anche alla generazione futura, perché è il vero pilastro del dialogo”, affidando tutto nella preghiera che “ha il potere di trasformare i nostri atteggiamenti, i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni.”
Chiediamoci:
- Conosco Nostra Aetate, il documento del Concilio sui rapporti tra la Chiesa cattolica e le religioni non cristiane, in particolare l’ebraismo?
- Cerco di perseguire, anche nel mio piccolo, lo stile del dialogo?
- So aprirmi all’altro con sincerità, ascolto attento e arricchimento reciproco?
- Capisco che il vero dialogo religioso nasce dalla sete di Dio per il cuore umano e dalla sete umana di Dio?
- Scopro la presenza di Dio al di là di ogni confine cercandolo insieme con riverenza e umiltà?
- Riconosco il legame spirituale tra la Chiesa e la stirpe di Abramo?
- È chiara in me la condanna di ogni forma di antisemitismo, a motivo del Vangelo stesso?
- So riconoscere e promuovere tutto ciò che è buono, vero e santo nelle tradizioni religiose?
- Capisco che l’amore è alla base delvero dialogo, unico fondamento della pace, della giustizia e della riconciliazione?
- Guardo alla collaborazione delle religioni, contro l’abuso del nome di Dio, il fondamentalismo religioso, l’estremismo e lo per uno sviluppo responsabile dell’intelligenza artificiale?
- Capisco che la pace inizia nel cuore dell’uomo?
- So trasmettere lo spirito di amicizia e collaborazione anche alla generazione futura?
- Riconosco che la preghiera che ha il potere di trasformare i nostri atteggiamenti, i nostri pensieri, le nostre parole e le nostre azioni?
