La bellezza nella Parola

“In quel tempo, Gesù disse ai farisei: «C’era un uomo ricco, che indossava vestiti di porpora e di lino finissimo, e ogni giorno si dava a lauti banchetti. Un povero, di nome Lazzaro, stava alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi con quello che cadeva dalla tavola del ricco; ma erano i cani che venivano a leccare le sue piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando negli inferi fra i tormenti, alzò gli occhi e vide di lontano Abramo, e Lazzaro accanto a lui. Allora gridando disse: “Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell’acqua la punta del dito e a bagnarmi la lingua, perché soffro terribilmente in questa fiamma”. Ma Abramo rispose: “Figlio, ricòrdati che, nella vita, tu hai ricevuto i tuoi beni, e Lazzaro i suoi mali; ma ora in questo modo lui è consolato, tu invece sei in mezzo ai tormenti. Per di più, tra noi e voi è stato fissato un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi, non possono, né di lì possono giungere fino a noi”. E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”. E lui replicò: “No, padre Abramo, ma se dai morti qualcuno andrà da loro, si convertiranno”. Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i Profeti, non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti”».” (Lc 16,19-31)

La parabola evangelica è sinteticamente rappresentata nel piedritto sinistro del portale della chiesa abbaziale di Saint-Pierre a Moissac, antica cittadina della regione dell’Occitania (dipartimento di Tarn e Garonna), tra i principali monumenti del Cammino di Santiago lungo la strada da Tolosa a Bordeaux. Consacrata nel dodicesimo secolo e modificata nel quindicesimo, ha sul fianco destro un prezioso portale, eseguito tra il 1100 e il 1130, capolavoro della scultura romanica.

Nel pannello scolpito in alto, letto da destra a sinistra, si vede il Ricco epulone, seduto a tavola che mangia in compagnia di sua moglie, servito da un cameriere che armeggia tra piatti e anfore di bevande. Il povero Lazzaro, respinto sulla porta di casa, steso a terra, muore a seguito delle sue sofferenze, mentre due cani leccano le sue piaghe. Un angelo scende a raccoglierne l’animula che esce dalla bocca, per portarla in cielo. Il Paradiso è ambientato nel giardino edenico, dove cresce un simbolico albero, fiorito e ricco di frutti. Abramo, seduto sul trono del patriarca, riceve l’anima di Lazzaro e se la pone in grembo avvolgendola amorosamente nel mantello. La figura a sinistra rappresenta il profeta che, nella parabola, annuncia le S. Scritture.

Nel pannello sottostante si vede l’uomo ricco disteso sul letto di morte. Una donna è in ginocchio al suo fianco, in lacrime. Un angelo piomba dall’alto, ma giunge troppo tardi per evitare che i demoni, già in attesa da tempo, si impadroniscano dell’anima del ricco, quasi strappandola dalla sua bocca.

Il pannello a fianco descrive la punizione del ricco tra le fiamme dell’inferno. Lo vediamo schiantato a terra, con il sacco delle monete stretto al collo, artigliato dai diavoli.

In basso due pannelli descrivono le punizioni infernali dei vizi capitali. L’avaro che ha rifiutato l’elemosina a un povero mendicante che si regge su un bastone, viene cavalcato sulle spalle da un diavolo che lo acceca. La donna che personifica la lussuria ha due serpenti che le succhiano i seni e un rospo che le morde il sesso.