La parola di Papa Leone

Mercoledì 20 agosto 2025 il Papa, all’udienza generale, continuando il ciclo su “Gesù nostra speranza”, si è fermato a riflettere su uno dei gesti più sconvolgenti e luminosi del Vangelo, quello nei confronti di Giuda nell’ultima cena. Il Maestro, pur conoscendo il suo tradimento “porta avanti e a fondo il suo amore”, per cui “lava i piedi, intinge il pane e lo porge”, comprendendo come “la libertà dell’altro, anche quando si smarrisce nel male può ancora essere raggiunta dalla luce di un gesto mite.”

E’ un amore che genera il perdono, che “non aspetta il pentimento, ma si offre per primo,” anche se Giuda non capisce. Gesù ce lo mostra “durante l’ultima cena”, quando “porge il boccone” a Giuda “che sta per tradirlo”: non “solo un gesto di condivisione”, ma anche “l’ultimo tentativo dell’amore di non arrendersi”, perché “Dio fa di tutto per raggiungerci, anche nell’ora in cui noi lo respingiamo.”

Dopo il boccone “Satana entrò in lui” (Gv 13,27); “come se il male, (…) si manifestasse dopo che l’amore ha mostrato il suo volto più disarmato.” Per questo, “quel boccone è la nostra salvezza.”

Il perdono “manifesta il volto concreto della speranza”; esso “non è dimenticanza” né “debolezza”, ma lascia “libero l’altro, pur amandolo fino alla fine.” Infatti “l’amore di Gesù non nega la verità del dolore, ma non permette che il male sia l’ultima parola. Questo è il mistero che Gesù compie per noi, al quale anche noi, a volte, siamo chiamati a partecipare.”

Di fronte a relazioni che si spezzano, a parole non dette che restano sospese, “il Vangelo ci mostra che c’è sempre un modo per continuare ad amare, anche quando tutto sembra irrimediabilmente compromesso. Perdonare non significa negare il male, ma impedirgli di generare altro male. Non è dire che non è successo nulla, ma fare tutto il possibile perché non sia il rancore a decidere il futuro.”

Era notte quando Giuda porta a compimento il suo piano di tradimento, ma “Cristo rimane fedele fino alla fine, e così il suo amore è più forte dell’odio”.

Ora, se “anche noi viviamo notti dolorose e faticose, di delusione, di ferite o tradimenti occorre non cedere alla tentazione di chiuderci, proteggerci, restituire il colpo”, perché “il Signore ci mostra la speranza che esiste. (…) Ci insegna che si può offrire un boccone anche a chi ci volta le spalle. Che si può rispondere con il silenzio della fiducia. E che si può andare avanti con dignità, senza rinunciare all’amore.” Da qui l’invito del Pontefice a chiedere “la grazia di saper perdonare, anche quando non ci sentiamo compresi, anche quando ci sentiamo abbandonati”, perché qui “l’amore può giungere al suo vertice.”  Infatti “amare significa lasciare l’altro libero — anche di tradire — senza mai smettere di credere che persino quella libertà, ferita e smarrita, possa essere strappata all’inganno delle tenebre e riconsegnata alla luce del bene.”

Se la luce del perdono filtra “tra le crepe più profonde del cuore, capiamo che non è mai inutile. Anche se l’altro non lo accoglie, anche se sembra vano, il perdono libera chi lo dona: scioglie il risentimento, restituisce pace, ci riconsegna a noi stessi.”

Così ogni tradimento può diventare occasione di salvezza, per un amore più grande. “Non cede al male, ma lo vince con il bene, impedendogli di spegnere ciò che in noi è più vero: la capacità di amare.”

Al termine il Papa ha poi invitato in particolare a pregare la Vergine venerdì 22 agosto in cui è venerata come Regina Madre dei credenti e Regina della pace, supplicando il Signore che conceda alla nostra terra ferita da guerre in Terra Santa, in Ucraina e in molte altre regioni del mondo, “pace e giustizia e che asciughi le lacrime di coloro che soffrono a causa dei conflitti armati in corso.”

Chiediamoci:

  • Comprende che la libertà dell’altro, pur smarrita nel male può ancora essere raggiunta dalla luce di un gesto mite?
  • Imparo da Gesù a vivere un amore che genera il perdono, chesi offre per primo?
  • Capisco che Dio fa di tutto per raggiungerci, anche nell’ora in cui noi lo respingiamo?
  • Mi impegno a vivere il perdono che manifesta il volto concreto della speranza?
  • Imparo dal Vangelo che c’è sempre un modo per continuare ad amare, anche quando tutto sembra irrimediabilmente compromesso?
  • Vivo il perdono che è fare tutto il possibile perché non sia il rancore a decidere il futuro?
  • Chiedo la grazia di saper perdonare, anche se incompreso o abbandonato?
  • So rispondere al male con il silenzio della fiducia?
  • Capisco che amare significa lasciare l’altro libero, anche di tradire?
  • Sono convinto che  il perdono libera chi lo dona riconsegnandoci a noi stessi?
  • Prego per la pace, così necessaria nel nostro mondo oggi, che solo Gesù Cristo ci può donare?