“Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».” (Lc 12,16-21)

Commento il testo evangelico attraverso all’opera di Rembrandt, “La parabola del ricco stolto” ovvero “Il cambiavalute”, un olio su legno, del 1627, oggi conservato alla Gemäldegalerie di Berlino, dove si osservano tutti mostra i tratti stilistici di Rembrandt, con il suo magistrale uso del colore e della luce, basato sul contrasto luce/ombra, similmente a Caravaggio. In un’atmosfera che si potrebbe definire teatrale, il protagonista è un uomo anziano, ricco (lo si deduce dal cumulo delle cose), attorniato dal buio. Vive sprofondato in un ambiente circostante scuro, parzialmente illuminato, in questo caso dalla candela che, peraltro, è coperta dal palmo della sua stessa mano. E’ un gioco di chiaro/scuro, in cui l’artista olandese vuole disvelarci i chiaroscuri dell’animo di questo uomo, tanto ricco quanto stolto. E’ una luce che viene a rivelare che l’intimo di questo uomo è purtroppo tutto compreso nella ricerca della ricchezza più ampia e qui concentrato nel calcolo di quanto già possiede, tale che egli possa “finalmente” e “meritatamente” riposarsi e godersi ricchezze e agiatezze, ignaro che di lì a poco tutto lascerà e di tutto dovrà rendere conto. Quella candela abbastanza luminosa e concentrata sul volto, disvela la dimensione interiore, psicologica e spirituale del personaggio. Rembrandt “rende” “plasticamente” il ricco stolto, raffigurandolo esattamente per quel che è: aggrottato, camuso, acuto nello sguardo, con bocca appena socchiusa. Un uomo concentrato su sé stesso e ossessionato dai beni materiali. Attorno a lui i frutti di questo suo stato dell’anima e di approccio alla vita, sua e del prossimo: monete in quantità, una bilancia, libri contabili, carte in quantità, che addirittura lo sovrastano, impilate una sull’altra. Egli è un uomo avido, a cui però non sarà aggiunto un solo giorno in più, dalla sua ricchezza.