Basta a ciò che sta succedendo a Gaza! Molte diocesi si sono unitee all’appello lanciato da Pax Christi, movimento cattolico per la pace e rilanciata da diverse personalità del mondo cattolico, tra cui mons. Derio Olivero (vescovo di Pinerolo e presidente della commissione CEI per l’ecumenismo ed il dialogo) perché domenica 27 luglio, alle 22 suonino le campane delle nostre parrocchie.
Così in molte parti d’Italia. In un video, mons. Olivero ha invitato ad aderire e fare rumore per disertare il silenzio: pur condannando fermamente il terrorismo in tutte le sue forme e i fatti del 7 ottobre 2023 “non possiamo rimanere inerti di fronte a questo dramma disumano, che è una follia e una sconfitta per tutta l’umanità”.
E a chiedere l’immediato cessate il fuoco e l’ingresso degli aiuti umanitari nella striscia di Gaza anche l’arcivescovo di Bologna, il cardinale Matteo Maria Zuppi e il presidente della comunità ebraica di Bologna Daniele De Paz. “Di fronte alla devastazione della guerra nella Striscia di Gaza – scrivono – diciamo con una sola voce: fermi tutti. Tacciano le armi, le operazioni militari in Gaza e il lancio di missili verso Israele. Siano liberati gli ostaggi e restituiti i corpi. Si sfamino gli affamati e siano garantite cure ai feriti. Si permettano corridoi umanitari. Si cessi l’occupazione di terre destinate ad altri. Si torni alla via del dialogo, unica alternativa alla distruzione. Si condanni la violenza.” Con l’umanità ferita occorre dire: basta guerra! Come ricorda il Salmo: «Cercate la pace e perseguitela» (Sal 34,15).
Poiché “nessuna causa può giustificare il massacro di innocenti” e “nessuna sicurezza sarà mai costruita sull’odio” si ricorda che la giustizia per il popolo palestinese, come la sicurezza per il popolo israeliano, passano solo per il riconoscimento reciproco, il rispetto dei diritti fondamentali e la volontà di parlarsi.”
Per questo, rigettando ogni forma di odio, chiedono “alle istituzioni italiane e internazionali coraggio e lucidità perché aprano spazi di incontro e aiutino in tutti i modi vie coraggiose di pace,” perché il “dialogo non è debolezza, ma forza. La pace è sempre possibile. E comincia da qui, da noi.”