Presentazione del libro “50 ritratti del Cattolicesimo Democratico”

“50 ritratti del Cattolicesimo Democratico. Da Rosmini a Sassoli: volti e storie di una cultura politica”. E’ questo il titolo del bel libro curato da Monica Canalis che sarà presentato in un incontro che si terrà domenica prossima 16 novembre, alle ore 18,00 presso il Salone Santa Chiara (via Facino Cane 31). In tale occasione interverranno Ernesto Berra e Filippo Savio, con le letture di Alessandra Bozzo, Adele Costanzo, Giuditta Garavello e Cristian Zatti. Il libro è un’opera collettiva, resa possibile dal contributo di 50 autori, uno per ogni personaggio.

La curatrice, pinerolese di origine, laureata in Scienze internazionali e diplomatiche, dopo una collaborazione esterna con l’Organizzazione internazionale del Lavoro è stata impegnata come project manager internazionale in progetti di cooperazione allo sviluppo, rafforzamento istituzionale e sostegno all’infanzia in Romania, Indonesia e in vari paesi dell’Africa subsahariana. Oro è consigliere regionale (eletto con il PD).

Il libro è una raccolta foto-biografica di ritratti: volti e storie di 50 uomini e donne, pensatori, politici, sindacalisti, insegnanti, animatori sociali, che hanno interpretato la cultura politica del Cattolicesimo Democratico, contribuendo in modo determinante alla nostra democrazia.  Un album dove ogni immagine riporta alla memoria storie, emozioni e parole attraverso l’impegno di persone che hanno lasciato ciascuna il segno nella nostra storia comune.

Tra questi 50 ritratti spiccano anche figure con solide radici piemontesi: san Pier Giorgio Frassati, Carlo Donat-Cattin, Guido Bodrato, Paolo Bonomi, il beato Antonio Rosmini, Oscar Luigi Scalfaro, Giovanni Goria, Carla Passalacqua, Giulio Pastore. Un libro che ha funzione formativa, perché conoscere questi 50 uomini e donne, che hanno fatto cose grandissime, pur affrontando difficoltà enormi (fino al martirio civile nei casi di Aldo Moro, Piersanti Mattarella, Vittorio Bachelet e Roberto Ruffilli), può aiutarci ad affrontare il presente.

In un tempo appiattito sul presente, sugli slogan e sulla propaganda, scavare alle radici del pensiero politico, facendo i conti con la storia, è un esercizio inconsueto, ma fecondo. Anche perché, senza le culture politiche, senza le idee e la visione, la politica è miope, non riesce a disegnare il futuro e si riduce a personalismo, pragmatismo, cinico calcolo e mera gestione del potere.