La bellezza nella Parola

“Carissimo, ti esorto, io, Paolo, così come sono, vecchio, e ora anche prigioniero di Cristo Gesù. Ti prego per Onèsimo, figlio mio, che ho generato nelle catene. Te lo rimando, lui che mi sta tanto a cuore. Avrei voluto tenerlo con me perché mi assistesse al posto tuo, ora che sono in catene per il Vangelo. Ma non ho voluto fare nulla senza il tuo parere, perché il bene che fai non sia forzato, ma volontario. Per questo forse è stato separato da te per un momento: perché tu lo riavessi per sempre; non più però come schiavo, ma molto più che schiavo, come fratello carissimo, in primo luogo per me, ma ancora più per te, sia come uomo sia come fratello nel Signore. Se dunque tu mi consideri amico, accoglilo come me stesso.” (Filemone 1,9b-10.1-17)

Questa pagina (della seconda lettura domenicale) ci presenta il cuore di san Paolo che rimanda dal suo padrone Filemone lo schiavo Onesimo che era fuggito e rifugiato da Paolo. Egli fa appello a Filemone come cristiano perché accolga il fuggitivo come un fratello nel Signore. E’ un biglietto straordinario e che potrebbe essere colto in quello che tiene in mano l’apostolo delle genti nel ritratto che ne dà uno dei grandi protagonisti dell’arte (soprattutto del “siglo de oro”) il grande pittore cretese, ma vissuto in Spagna Domínikos Theotokópoulos detto ElGreco (databile tra il 1608 – 1614) ed ora conservato nel Museo a lui intitolato a Toledo.

È una delle immagini più belle ed è firmata sulla spada (strumento con cui fu decapitato e al quale il santo è associato fin dal XIII secolo) con il nome completo dell’artista. La figura è raffigurata di tre quarti a sinistra, vestito con una tunica blu-verde e un mantello cremisi. Il suo sguardo, allo stesso tempo assente e malinconico, trasmette una singolare gravità e serenità all’intero gruppo. Quest’opera rivelerà lo stile consumato dell’artista, basato sull’intensità nel comunicare emozioni, sulla maestria tecnica, sull’illuminazione misteriosa e sui colori vibranti.

La figura stilizzata è avvolta in coperture pesanti, che impediscono contemplare la anatomia del corpo, mettendo in evidenza gli specifici tratti, in un suggestivo gioco di contrasti luminosi vengono creati. El Greco, conoscitore della scuola veneziana e dei modelli cretesi attraverso l’uso della luce e del colore, caratterizza quest’opera con una pennellata rapida e vigorosa, che rappresenta il tessuto delle vesti con la perdita di dettagli.  L’opera fa parte di un serie di dipinti sugli apostoli, in cui quello raffigurante San Paolo si distingue per la sua particolare qualità.