La parola di Papa Leone

All’Angelus di domenica 20 luglio a Castel Gandolfo Leone XIV, ha evidenziato l’ospitalità di Abramo e di Sara e delle sorelle Marta e Maria, ricordando come l’estate sia un tempo nel quale “rallentare” e cogliere l’occasione per incontrare Gesù, imparando così l’arte dell’ospitalità. Infatti “ogni volta che accogliamo l’invito alla Cena del Signore e partecipiamo alla mensa eucaristica, è Dio stesso che ‘passa a servirci’”. Dio ha prima saputo farsi ospite e bussa alla nostra porta.

È suggestivo che nella lingua italiana l’ospite è sia chi ospita, sia chi viene ospitato. Così (…) possiamo contemplare il gioco di accoglienza reciproca, fuori dal quale la nostra vita impoverisce.” Alla base, “ci vuole umiltà sia a ospitare sia a farsi ospitare” perché “occorrono delicatezza, attenzione, apertura”.

Marta rischia di non vivere la gioia dell’incontro con Gesù perché affaccendata a preparare, distogliendosi da quel qualcosa in più e di “più bello della stessa generosità”, che è l’uscire da sé e che “fa fiorire la nostra vita”. Maria, invece, “ha come perso il senso del tempo, conquistata dalla parola di Gesù”. Pur non mancando di concretezza e di generosità, “ha però colto l’occasione” per un’intimità che da gioia.

Ora “il tempo estivo può aiutarci a ‘rallentare’ e a diventare più simili a Maria che a Marta. A volte non ci concediamo la parte migliore. Bisogna che viviamo un po’ di riposo, col desiderio di imparare di più l’arte dell’ospitalità.”  Ricordiamoci che l’incontro con Dio, la natura e gli altri è gratuito. “Occorre solo farsi ospiti: fare posto e anche chiederlo; accogliere e farsi accogliere. Abbiamo tanto da ricevere e non solo da dare. Abramo e Sara, seppure anziani, si scoprirono fecondi quando accolsero con tranquillità il Signore stesso in tre viandanti. Anche per noi c’è tanta vita da accogliere ancora.

Di qui l’invito finale alla Vergine Maria che ha accolto nel proprio grembo Gesù e insieme a Giuseppe gli ha dato casa. “In lei brilla la nostra vocazione, la vocazione della Chiesa a rimanere casa aperta a tutti, per continuare ad accogliere il suo Signore, che chiede permesso di entrare.”

Al termine ha espresso il “profondo dolore per l’attacco dell’esercito israeliano contro la Parrocchia cattolica della Sacra Famiglia in Gaza City”, vicini ai cristiani mediorientali e grati per la loro testimonianza di fede, affidandoli alla protezione della Vergine Maria, perché “accompagni il mondo verso albori di pace.”  Per questo ha chiesto che “si fermi subito la barbarie della guerra e che si raggiunga una risoluzione pacifica del conflitto,” nell’osservanza del diritto umanitario ed evitando l’uso indiscriminato della forza e lo spostamento forzato della popolazione.

Chiediamoci:

  • Guardo agli esempi di ospitalità che ci sono offerti dalla Bibbia?
  • Mi accorgo che partecipo alla mensa eucaristica, è Dio stesso che “passa a servirci”?
  • Considero come l’umiltà sia basilare nell’ospitare e nel farsi ospitare?
  • Mi accorgo che l’eccessiva preoccupazione mi distoglie dalla gioia dell’incontro, dall’uscire da sé che fa fiorire la vita?
  • Colgo l’occasione del tempo estivo per “rallentare” e diventare più simili a Maria che a Marta?
  • Mi affido alla Vergine Maria per accogliere il Signore ed essere casa aperta a tutti?
  • Prego perché si fermi la barbarie della guerra e si raggiunga una risoluzione pacifica dei conflitti?