La bellezza nella Parola

“In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.” (Lc 24,46-53)

Tra i diversi artisti che si sono cimentati nel rappresentare l’evento dell’Ascensione del Signore, mi fermo sull’opera di Benvenuto Tisi detto il Garofalo, un pittore della scuola ferrarese che amava firmarsi con una piccola riproduzione del fiore (il garofalo o garofano) che aveva assunto per nome d’arte. Dipinta (1510-20) per la chiesa di Santa Maria in Vado a Ferrara, ora è conservata alla Galleria Nazionale d’Arte Antica di Roma. Il Vasari, che nei suoi scritti descrive l’Ascensione del Garofalo, la considerava un’opera fondamentale di questo pittore ferrarese. Le influenze raffaellesche sono evidenti, soprattutto se si confronta l’opera di Garofalo con la Trasfigurazione di Raffaello. I colori, freddi e sfumati, mostrano l’influenza della scuola veneta.

Il dipinto ad olio si caratterizza per la saldezza delle sue forme dove Cristo, con un’ampia veste bianca tendente al grigio, che si confonde con le nubi, ostenta un corpo perfetto (lasciando aperto il petto), mentre sta salendo sospeso in cielo che o si apre a lui cambiando colore, con tutti i santi e i beati che ivi lo aspettano. Egli sembra volare con l’indice della mano destra in su, come un Cristo benedicente. Il monte sul quale è salito si trova ormai ai suoi piedi, mentre in lontananza si vedono altre colline e due paesaggi urbani, forse la stessa Gerusalemme, con monti, alberi e torri.

Gli apostoli, avvolti in ampi manti rossi e gialli, sono in basso e si accalcano severi seguendo uno schema piramidale, alcuni osservano Cristo che ascende fra le nubi, altri si scambiano gesti e sguardi. Da notare come manchi la Vergine.