All’Udienza generale, mercoledì 28 agosto 2024, Francesco ha rimandato la consueta catechesi, soffermandosi sulle stragi di persone in fuga da guerre e calamità, costrette ad attraversare i pericoli di territori ostili rimettendoci troppe volte la vita.
Mare e deserto: sono le due parole su cui si ha riflettuto il Papa e che ritornano nelle testimonianze di migranti e soccorritori. Per “mare”, in questo contesto, si intendono “tutte le masse d’acqua insidiose che tanti fratelli e sorelle in ogni parte del mondo sono costretti ad attraversare per raggiungere la loro meta.” Così per “deserto” si identificano “tutti quei territori impervi e pericolosi, come le foreste, le giungle, le steppe dove i migranti camminano da soli, abbandonati a sé stessi.”
Di fronte a tragedie sempre più gravi che potrebbero essere evitate, Francesco denuncia con chiarezza che “chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti (…) fatto con coscienza e responsabilità”, commette un peccato grave. Dice la Bibbia: “non molesterai il forestiero né lo opprimerai” (Es 22,20). Infatti “l’orfano, la vedova e lo straniero sono i poveri per eccellenza che Dio sempre difende e chiede di difendere.” E’ la crudeltà della nostra civiltà per cui “alcuni deserti diventano cimiteri di migranti”, il cui grido vede ed ascolta solo Dio. Riferendosi ai Salmi (in particolare al Sal 77 e al Sal 136), ha ricordato che “il mare e il deserto sono anche luoghi biblici carichi di valore simbolico” (come nella storia dell’esodo), in cui è maturata la storia della salvezza, rivelatori di un Dio che accompagna il popolo nel cammino della libertà, “luoghi di sofferenza, di paura, di disperazione, ma nello stesso tempo sono luoghi di passaggio per la liberazione (…) per il riscatto, per raggiungere la libertà e il compimento delle promesse di Dio.”
Il Signore “non rimane a distanza“, ma “condivide il dramma dei migranti, è lì con loro, soffre con loro, piange e spera con loro“. Un vero e proprio paradosso dell’epoca moderna, perché Dio è con i nostri migranti, non con quelli che li respingono.
Certo, “in quei mari e in quei deserti mortali, i migranti di oggi non dovrebbero esserci.” La soluzione però non passa “attraverso leggi più restrittive,” la militarizzazione delle frontiere o i respingimenti. Bisogna invece ampliare le vie di accesso sicure e regolari per i migranti, “facilitando il rifugio per chi scappa da guerre, dalle violenze, dalle persecuzioni e dalle tante calamità; lo otterremo favorendo in ogni modo una governance globale delle migrazioni fondata sulla giustizia, sulla fratellanza e sulla solidarietà. E unendo le forze per combattere la tratta di esseri umani, per fermare i criminali trafficanti che senza pietà sfruttano la miseria altrui.”
Così ha riconosciuto e lodato “l’impegno di tanti buoni samaritani, che si prodigano per soccorrere e salvare i migranti feriti e abbandonati sulle rotte di disperata speranza, nei cinque continenti”, persone coraggiose “segno di una umanità che non si lascia contagiare dalla cattiva cultura dell’indifferenza e dello scarto: quello che uccide i migranti è la nostra indifferenza e quell’atteggiamento di scartare.” Oltre a chi è in prima linea per soccorrere, si può dare il proprio contributo in tanti modi, primo fra tutti la preghiera. Per questo occorre pregare per loro, unendo cuori e forze, “perché i mari e i deserti non siano cimiteri, ma spazi dove Dio possa aprire strade di libertà e di fraternità.”
Chiediamoci:
- Prendo coscienza delle stragi di persone in fuga da guerre e calamità?
- Rifletto che chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti commette un peccato grave?
- Penso alla Bibbia in cui l’orfano, la vedova e lo straniero sono i poveri per eccellenza che Dio sempre difende e chiede di difendere?
- Ricordo che Dio condivide il dramma dei migranti, è lì con loro, soffre con loro, piange e spera con loro?
- Vedo la soluzione del problema dei migranti non attraverso leggi più restrittive, ma attraverso leggi di acceso sicure e regolari?
- Voglio non lasciarmi contagiare dalla cattiva cultura dell’indifferenza e dello scarto?
- Prego per i migranti, per questi che vengono nelle nostre terre per salvare la vita?
- Unisco cuori e forze perché mari e i deserti siano spazi dove Dio possa aprire strade di libertà e di fraternità?