La parola di Papa Francesco

Mercoledì 5 giugno 2024, all’Udienza generale, il Papa ha riflettuto sul nome dello Spirito nella Bibbia, cioè “Ruach” in ebraico (di cui “Spirito” è la versione latinizzata), che significa soffio, vento, respiro. Occorre ricordare come nella S. Scrittura il nome sia tanto importante “da identificarsi quasi con la persona stessa. Santificare il nome di Dio, è santificare e onorare Dio stesso”. Ci parla della persona, della sua origine, della sua missione. Così Ruach “contiene la prima fondamentale rivelazione sulla persona e la funzione dello Spirito Santo.”

Così gli scrittori biblici, osservando il vento e le sue manifestazioni, “furono guidati da Dio a scoprire un ‘vento’ di natura diversa. Non a caso a Pentecoste lo Spirito Santo discese sugli Apostoli accompagnato dal ‘fragore di un vento impetuoso’ (cfr At 2,2). Era come se lo Spirito Santo volesse mettere la sua firma a quello che stava accadendo.”

L’immagine del vento, ricorrente nella Bibbia, esprime la ‘potenza’ dello Spirito; “il vento infatti è una forza travolgente e indomabile. È capace perfino di smuovere gli oceani“. Nel Nuovo Testamento però si aggiunge quello della libertà. A Nicodemo Gesù dice: “Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito.” (Gv 3,8). Il vento “non si può assolutamente imbrigliare, non si può imbottigliare o inscatolare”. Inutilmente ha tentato di farlo “il razionalismo moderno” con il risultato di “perderlo, vanificarlo, o ridurlo allo spirito umano puro e semplice”. Così, in campo ecclesiastico, c’è una tentazione simile, quella “di voler racchiudere lo Spirito Santo in canoni, istituzioni, definizioni. Lo Spirito crea e anima le istituzioni.” Per questo “non può essere Lui stesso istituzionalizzato” o “cosificato“. Come il vento, così lo Spirito distribuisce i suoi doni “come vuole”. (1 Cor 12,11). 

Per San Paolo la libertà in relazione allo Spirito di Dio è la legge fondamentale dell’agire cristiano: “Dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà” (2 Cor 3,17). “Una persona libera, un cristiano libero, è quello che ha lo Spirito del Signore.” Questa libertà, però, non significa “fare ciò che si vuole“, o essere liberi “di fare il bene o il male” “ma è la “libertà di fare liberamente quello che Dio vuole!”  E’ la “libertà dei figli, non degli schiavi”. L’apostolo mette in guardia da possibili abusi o fraintendimenti (come scrive in Gal 5,13): la vera libertà non deve essere “un pretesto per la carne“, è contraria all’egoismo e si esprime nel servizio: “nel servizio c’è la vera libertà.” Per questo Paolo fa un elenco sempre attuale: “fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere”. (Gal 5,19-21). E’ coì è anche l’abuso della libertà “che permette ai ricchi di sfruttare i poveri, (…) i deboli, e a tutti di sfruttare impunemente l’ambiente. E questa è una libertà brutta, non è la libertà dello Spirito.”

E’ da Gesù che ci attingiamo alla “libertà dello Spirito, così contraria alla libertà dell’egoismo”, perché “se il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.” (Gv 8,36). Per questo occorre chiedere a “Gesù di fare di noi, mediante il suo Santo Spirito, degli uomini e delle donne veramente liberi. Liberi per servire, nell’amore e nella gioia.”

Al termine dell’udienza, il Papa ha annunciato che a settembre pubblicherà un testo magisteriale sul culto del Sacro Cuore di Gesù, per riproporre oggi, a tutta la Chiesa, questo culto carico di bellezza spirituale e per meditare sugli aspetti “dell’amore del Signore che possano illuminare il cammino del rinnovamento ecclesiale.” Un’occasione per dire “qualcosa di significativo a un mondo che sembra aver perso il cuore”, nel corso delle celebrazioni (dal 27 dicembre 2023 al 27 giugno 2025) per il 350° anniversario della prima manifestazione del Sacro Cuore di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque, nel 1673.

Chiediamoci:

  • Ripenso all’importanza del nome che ho ricevuto nel Battesimo, sapendo che nella Bibbia si identifica quasi con la persona?
  • Mi lascio guidare dalla forza dello Spirito di Dio?
  • Corro il rischio di istituzionalizzare lo Spirito?
  • Mi riconosco un cristiano libero che ha in sé lo Spirito del Signore?
  • Comprendo che la vera libertà è fare liberamente quello che Dio vuole?
  • Capisco che la vera libertà è nel servizio?
  • Mi esamino sugli abusi della libertà come insegna l’apostolo Paolo?
  • Mi affido al S. Cuore di Gesù in un culto così carico di bellezza spirituale?