La parola di Papa Francesco

L’udienza generale di mercoledì 10 aprile 2024 (continuando la catechesi sulle virtù) è stata
dedicata alla fortezza, una virtù importante “che ci aiuta a portare frutto nella vita” e “ci aiuta a
superare paure, angosce e prove della vita”. Essa è “la virtù morale che, nelle difficoltà, assicura la
fermezza e la costanza nella ricerca del bene. Essa rafforza la decisione di resistere alle tentazioni
e di superare gli ostacoli nella vita morale. La virtù della fortezza rende capaci di vincere la paura,
perfino della morte, e di affrontare la prova e le persecuzioni” (Catechismo della Chiesa cattolica n.
1808).
E’ “la più ‘combattiva’ delle virtù”, quella “che ci aiuta a portare frutto nella vita”, spesso legata
dagli antichi autori all’ “appetito irascibile”, cioè alle passioni che riconoscevano essere nell’uomo e
che non sempre sono “il residuo di un peccato”, ma che vanno educate e indirizzate al bene,
“purificate con l’acqua del Battesimo, o meglio con il fuoco dello Spirito Santo.”
Come “Gesù aveva passione”, non essendo “un Dio diafano e asettico, che non conosce le
emozioni umane” (si pensi al pianto per Lazzaro morto o a certe sue espressioni forti), così “un
cristiano senza coraggio, che non piega al bene la propria forza, che non dà fastidio a nessuno, è
un cristiano inutile!”
I filosofi greci ed i teologi cristiani riconoscevano nella fortezza “un duplice andamento,
uno passivo e un altro attivo.” Il primo “è rivolto dentro noi stessi”, a combattere quei “nemici
interni”, come paura, colpa e angoscia da cui rischiamo di farci paralizzare. Occorre vincere “contro
noi stessi”, non cedendo a quelle paure che nella maggior parte “non si avverano per nulla”. Per
questo bisogna “invocare lo Spirito Santo e affrontare tutto con paziente fortezza.” Si affronta un
problema alla volta, non da soli ma con il Signore, “se confidiamo in Lui e cerchiamo sinceramente
il bene. Allora in ogni situazione possiamo contare sulla Provvidenza di Dio che ci fa da scudo e
corazza.”
Il secondo poi, di natura più attiva, ci porta a riconoscere i “nemici esterni, che sono le prove della
vita, le persecuzioni, le difficoltà che non ci aspettavamo e che ci sorprendono.” Di fronte agli
avvenimenti imponderabili di cui è fatta la realtà, quando “la nostra barca viene sballottata dalle
onde, la fortezza allora ci fa essere marinai resistenti, che non si spaventano e non si scoraggiano.”
La fortezza “prende sul serio la sfida del male nel mondo”, perché nella storia si dibattono “forze
oscure portatrici di morte”, come si nota sfogliando un libro di storia, o i giornali, scoprendo “le
nefandezze di cui siamo un po’ vittime e un po’ protagonisti: guerre, violenze, schiavitù,
oppressione dei poveri, ferite mai sanate che ancora sanguinano. La virtù della fortezza ci fa
reagire e gridare un no secco a tutto questo.” Un “no” che ci scuote in un contesto che “ha
annacquato tutto”, che considera tutto uguale, trasformando “il cammino di perfezione in un
semplice sviluppo organico, che non ha bisogno di lotte perché tutto gli appare uguale”. Si sente,
pertanto, soprattutto in Occidente, “una sana nostalgia dei profeti”, di “qualcuno che ci scalzi dal
posto soffice in cui ci siamo adagiati e ci faccia ripetere in maniera risoluta il nostro no al male e a
tutto ciò che conduce all’indifferenza” e “sì al cammino che ci fa progredire, e per questo bisogna
lottare.” L’insegnamento di Gesù e l’esempio dei santi ci aiutano a viverla.
Chiediamoci:
– Chiedo il dono della fortezza per superare paure, angosce e prove della vita?
– Cerco di educare ed indirizzare al bene le mie passioni?
– Ho il coraggio di piegare al bene la mia forza?
– Riconosco e combatto i nemici interni che rischiano di paralizzarci come paura, colpa e
angoscia?
– Invoco lo Spirito Santo per affrontare tutto con paziente fortezza?
– Affronto con fortezza i nemici esterni, le prove della vita, cioè le persecuzioni, le difficoltà
che ci sorprendono?
– So dire il mio no alle nefandezze che segnano il nostro mondo, che tende ad annacquarle?
– Ho una sana nostalgia dei profeti?