Arte – “LA BELLEZZA NELLA PAROLA”

a cura di Gian Paolo Cassano

“In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. (…) Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». (Mt 5,1-3. 11-12)
Ad illustrare il tema delle beatitudine evangeliche scelgo l’opera di Carl Bloch (1877), conservata al National Historic Museum (Frederiksborg, Danimarca). Il pittore danese ha dipinto Gesù seduto (nell’attitudine del maestro antico) che su una piccola altura sta istruendo la folla che si accalca attorno a lui. La sua postura altera, le sue vesti e, soprattutto, il suo braccio, magistralmente alzato, rimandano al Pantocratore che sta rivelando la sua Buona Notizia.
Intorno un gran numero di persone, accorse per ascoltare il Maestro. Non tutti hanno la stessa reazione e l’opera presenta un caleidoscopio di sentimenti. C’è chi lo ascolta in preghiera, e, a mani giunte, sta facendo dell’ascolto una vera e propria preghiera in cui speranza e disperazione si incontrano e la fede lascia spazio e possibilità alla prima. C’è chi è solo incuriosito da quel discorso così controcorrente, infine c’è chi è sospettoso o addirittura malevolo. Perché il discorso della montagna non è comprensibile da tutti. Non è la descrizione di atteggiamenti da prendere! E’ molto di più! E’ la Parola viva che parla all’anima, al sacrario della persona. Charles Peguy affermava: Gesù non ci ha dato delle parole morte da rinchiudere in scatolette piccole o grandi, ma ci ha dato parole vive per nutrirci e nutrire! Solo chi è veramente innamorato del Figlio di Dio e sa che la fede non è un insieme di regole da seguire, può veramente comprendere il significato profondo delle beatitudini ed attuarle nella sua vita!
Un fanciullo (a sinistra) punta il dito contro l’osservatore. Così anche a chi si pone dinanzi alla tela è chiesto di prendere posizione. Qual è il nostro atteggiamento davanti al Discorso della montagna? Lasciamo prevalere il pessimismo, la rabbia, la delusione, l’incredulità, oppure ci apriamo alla fede, nella speranza?

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«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la Terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia.
Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli»

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