Homepage - Scrivi a Don Cassano - Scrivi alla Parrocchia di San Valerio

Archivio di Dicembre 2016

Avvisi Parrocchia San Valerio Occimiano

Mercoledì 28 Dicembre 2016

******** DOMENICA 25 dicembre 2016

* S. Messe in settimana
Lunedì 26 dicembre: ore 10,00 (S. Stefano)
Martedì 27 dicembre: ore 18,00
Mercoledì 28 dicembre: ore 18,30
Giovedì 29 dicembre: ore 18,00
Venerdì 30 dicembre: ore 18,00

* Sabato 31 dicembre (come ogni sabato):
Possibilità di confessarsi (dalle 17,15 alle 18,00)

* Marcia e veglia per la Pace (sabato 31 dicembre):
ore 21,15: ritrovo in piazza Grande Torino
ore 21,30: Marcia per le via del paese
ore 22,00-23,45 Vegli per la pace (Chiesa Parrocchiale, Cappella dell’Immacolata)

* Channukkà - Giornata dell’ebraismo :
Mercoledì 28 dicembre (Sinagoga, ore 17,00)

* Fino al 6 gennaio la S.Messa festiva alla Casa di riposo è alle ore 9,00

* Campagna Abbonamenti La Vita Casalese
Abbonamento annuo: € 55,00
Sosteniamo il giornale dalla nostra diocesi, il nostro giornale !

* Calendari Fanfarini:
per augurio di Buon Natale nel Signore Gesù che nasce per noi !

Telecomando

Mercoledì 28 Dicembre 2016

TELECOMANDO
a cura di Gian Paolo Cassano

“ALLA SCOPERTA DEI MUSEI VATICANI” è il nuovo programma in onda su TV 2000 tutti i giorni alle 19.00. I Musei Vaticani rappresentano una delle più famose collezioni d’arte del mondo, conosciuti universalmente  come uno dei più ricchi scrigni di opere d’arte attirano ogni anno più di 5 milioni  di visitatori provenienti dai diversi angoli del globo. Si nominano al plurale a differenza  di altri grandi musei, quali il  British Museum o il Louvre,  perché di fatto essi costituiscono un sistema di Musei.
Tv2000 il 31 dicembre alle 22.30 trasmette la S. Messa per la 49ª Marcia per la pace promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana, Caritas Italiana, Pax Christi, Azione Cattolica Italiana, organizzata dalla diocesi di Bologna, sul tema «La non violenza: stile di una politica per la pace», titolo del Messaggio di papa Francesco per la 50ª Giornata mondiale della Pace che si celebrerà il 1 gennaio 2017.
“WHY POVERTY?” da sabato 31 dicembre alle 19.00 va in onda su TV 2000. Si tratta di un progetto cross mediale internazionale partito nel 2012 che ha messo insieme 8 documentari da un’ora ciascuno commissionati a registi vincitori di prestigiosi riconoscimenti cinematografici.  Il fine di questa ambiziosa campagna è sensibilizzare sul tema della povertà e per 8 settimane oltre 70 network televisivi in tutto il mondo hanno trasmesso in contemporanea televisiva, internet e sulle piattaforme mobile questa collezione.
Segnaliamo i due Concerti di Capodanno sulle rete Rai. Il primo, in diretta su Rai 1 dal Teatro La Fenice di Venezia (ore 12,20) con il direttore Fabio Luisi (con il Soprano Rosa Feola, il Tenore John Osborne e gli artisti del Corpo di Ballo del Teatro alla Scala di Milano) e sempre incentrato sul grande melodramma italiano, da Verdi a Puccini a Donizetti. Il secondo, su Rai 2 (ore 13,30) dove Gustavo Dudamel dirige il 77° Concerto di Capodanno dalla Sala d’Oro del Musikverein di Vienna. In programma il consueto repertorio imperniato sui valzer, i galoppi e le marce degli Strauss.
Gian Paolo Cassano

La parola di Papa Francesco

Mercoledì 28 Dicembre 2016

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano

Continuando il ciclo di catechesi dedicate alla speranza cristiana, il Papa, nell’udienza generale di mercoledì 21 dicembre, ha ricordato che questa è una virtù che ci fa camminare mentre le nostre sicurezze, specialmente materiali, non ci salveranno. Ora la speranza normalmente si riferisce a ciò che non  si vede, ma il Natale ci parla di una speranza visibile perché fondata su Dio, che entra nel mondo con l’Incarnazione di Gesù, speranza nella vita eterna:  “Egli entra nel mondo e ci dona la forza di camminare con Lui: Dio cammina con noi in Gesù e camminare con Lui verso la pienezza della vita ci dà la forza di stare in maniera nuova nel presente, benché faticoso. Sperare allora per il cristiano significa la certezza di essere in cammino con Cristo verso il Padre che ci attende. La speranza mai è ferma, la speranza sempre è in cammino e ci fa camminare”. Ma “io cammino con speranza o la mia vita interiore è ferma, chiusa? Il mio cuore è un cassetto chiuso o è un cassetto aperto alla speranza che mi fa camminare non da solo, con Gesù?” Di qui l’invito a guardare il presepe (per vedere “quanta speranza c’è in questa gente”) che nella sua semplicità trasmette speranza, a cominciare dal luogo, Betlemme, e per questo preferito dalla Provvidenza divina, “che ama agire attraverso i piccoli e gli umili”. E’ qui che nasce Gesù “nel quale la speranza di Dio e la speranza dell’uomo si incontrano”. Quindi i personaggi che lo compongono: Maria, “Madre della speranza”, che con il suo “sì” apre a Dio la porta del nostro mondo e accanto a lei, Giuseppe, che medita guardando Gesù, mediante il quale “Dio salverà l’umanità dalla morte e dal peccato”. Quindi i pastori, i piccoli, che aspettano il Messia e vedono nel Bambino la realizzazione delle promesse. “Mettiamoci questo in testa: le nostre sicurezze non ci salveranno; l’unica sicurezza che ci salva è quella della speranza in Dio. Ci salva perché è forte e ci fa camminare nella vita con gioia, con la voglia di fare il bene, con la voglia di diventare felici per l’eternità”. Una speranza che si esprime anche nel coro degli angeli, ringraziando Dio che ha inaugurato il suo Regno di pace. “Contemplando il presepe, ci prepariamo al Natale” e “sarà veramente una bella festa, se accoglieremo Gesù, seme di speranza che Dio depone nei solchi della nostra storia personale e comunitaria”, perché “ogni ‘sì’ a Gesù che viene è un germoglio di speranza. Abbiamo fiducia in questo germoglio di speranza, in questo sì: ‘Sì, Gesù, tu puoi salvarmi, tu puoi salvarmi’!”
Nel Messaggio natalizio con la Benedizione Urbi et Orbi il Pontefice ha invocato il sollievo portato dal Bambino Gesù a chi è colpito da conflitti o soffre a causa del terrorismo, per i migranti, i rifugiati, i terremotati, per chi è in povertà, nella fame e per i bambini. Francesco ha chiesto pace per la Siria, la Terra Santa, l’Iraq, la Libia, lo Yemen, il Sud Sudan, la Repubblica Democratica del Congo…. Il suo abbraccio è andato anche all’Ucraina orientale, alla Colombia, al Venezuela, al Myanmar e alla penisola coreana ….C’è bisogno di pace anche per i popoli impoveriti dalle “ambizioni economiche di pochi e dall’avida ingordigia del dio denaro che porta alla schiavitù, per chi è segnato dal disagio sociale ed economico, per chi patisce le conseguenze dei terremoti o di altre catastrofi naturali”. Come non pensare poi “ai bambini, in questo giorno speciale in cui Dio si fa bambino, soprattutto a quelli privati delle gioie dell’infanzia a causa della fame, delle guerre e dell’egoismo degli adulti”. Francesco ha chiesto infine a tutti gli uomini di buona volontà di continuare a “costruire un mondo più umano e più giusto, sostenuti dalla convinzione che solo con la pace c’è la possibilità di un futuro più prospero per tutti”. Un cammino guardando al Bambino Gesù, portatore di fratellanza e concordia, il cui potere non è quello “di questo mondo, basato sulla forza e sulla ricchezza; è il potere dell’amore”, ma è quello “che ha creato il mondo, la vita, che perdona le colpe, riconcilia i nemici, trasforma il male in bene. Questo potere dell’amore è il potere del servizio, che instaura nel mondo il regno di Dio, regno di giustizia e di pace”.
Nel giorno di S. Stefano il 26 dicembre, all’Angelus, ha evidenziato come “il martirio cristiano continua ad essere presente nella storia della Chiesa”. Infatti “da Stefano fino ai nostri giorni”, il rifiuto, la persecuzione, il martirio dei cristiani erano stati preannunciati da Gesù ai discepoli: “sarete odiati da tutti a causa del mio nome”. E’ il mondo ad odiare “i cristiani per la stessa ragione per cui ha odiato Gesù, perché Lui ha portato la luce di Dio e il mondo preferisce le tenebre per nascondere le sue opere malvage”. Appare chiaro come ci sia sempre “opposizione tra la mentalità del Vangelo e quella mondana”; così “seguire Gesù vuol dire seguire la sua luce, che si è accesa nella notte di Betlemme, e abbandonare le tenebre del mondo”. “Il protomartire Stefano”, infatti, “scegliendo la verità (…) è diventato nello stesso tempo vittima del mistero dell’iniquità presente nel mondo. Ma in Cristo Stefano ha vinto!” Il Papa ha quindi rammentato come oggi la Chiesa sperimenti “in diversi luoghi dure persecuzioni, fino alla suprema prova del martirio” ed i martiri di oggi siano “in numero maggiore rispetto a quelli dei primi secoli”, con la stessa crudeltà di allora. Per questo “oggi vogliamo pensare a loro, che soffrono persecuzioni ed essere vicini a loro con il nostro affetto, la nostra preghiera e anche il nostro pianto”, come i cristiani dell’Iraq, che danno un “esempio di fedeltà al Vangelo” e “vivono il Vangelo impegnandosi a favore degli ultimi, dei più trascurati, facendo del bene a tutti senza distinzione; testimoniano così la carità nella verità”. Da qui l’invito di Francesco a tutti i fedeli a rinnovare “la gioiosa e  coraggiosa volontà” di seguire Gesù “come unica guida (…), perseverando nel vivere secondo la mentalità evangelica e rifiutando la mentalità dei dominatori di questo mondo”.
Gian Paolo Cassano

NESSUNO NE PARLA (O QUASI)

Mercoledì 28 Dicembre 2016

NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano

“Padre Jude Onyebadi è stato liberato ed è in buono stato di salute”: lo ha detto il card. Onaiyekan, arcivescovo di Abuja, capitale della Nigeria, alla Radio Vaticana. Il sacerdote era stato sequestrato il 16 dicembre da tre uomini armati, nella regione centro meridionale di Issele-Uku, mentre dal nord-est del Paese giunge invece la notizia della liberazione di 2.000 prigionieri ostaggio di Boko Haram. Sembra che lo stato di salute sia buono; non è stato pagato alcun riscatto, nonostante la somma ingente chiesta in un primo tempo. “Il rapimento, purtroppo – ha aggiunto il card. Onaiyekan - è diventato un mestiere dei malviventi, qua, in Nigeria: invece di compiere rapine a mano armata, rapiscono la gente e poi chiedono il riscatto. Ogni tanto riceviamo la richiesta di pagamento di riscatto per qualche sacerdote rapito; pure alcune suore sono state rapite, qualche tempo fa, ma sono state liberate dopo due-tre giorni.” La Chiesa nigeriana ha espresso una ferma condanna contro questo modo di agire e contro i rapitori, chiedendo al governo di migliorare il sistema di sicurezza per il comune cittadino che non può andare in giro con la scorta armata.
Sempre in Africa, in Congo, è da registrare l’appello dei Vescovi a rilanciare il dialogo tra maggioranza presidenziale ed opposizione “per una gestione consensuale della transizione nella Repubblica Democratica del Congo”. E’ ciò che ha detto mons. Marcel Utembi Tapa, arcivescovo di Kisangani e presidente della Conferenza Episcopale Nazionale Congolese (Cenco), per trovare un accordo per la gestione del periodo di transizione tra la fine del mandato del Presidente Joseph Kabila (scaduto il 19 dicembre) e l’elezione di un nuovo Presidente. La data delle elezioni presidenziali non è stata ancora fissata ed è uno dei punti in discussione. Mons. Utembi ha però avvertito che la “Cenco non è disposta a prolungare indefinitamente e in modo improduttivo i colloqui”. Nel frattempo rimane viva la tensione nel Paese a causa delle dimostrazioni che chiedono l’abbandono del potere da parte di Kabila. Secondo Human Rights Watch 34 persone sono state uccise dalle forze di sicurezza nel corso di manifestazioni a Kinshasa, Lubumbashi, Matadi e Boma.
Gian Paolo Cassano

Giornata mondiale per la Pace

Mercoledì 28 Dicembre 2016

OCCIMIANO – (gpc) “La non violenza: stile di una politica per la pace”; è questo lo slogan della Giornata mondale per la pace che si celebra il 1 gennaio. Quest’anno la nostra diocesi (in specifico l’Ufficio diocesano per i problemi sociali e del lavoro) lo vivrà con la Marcia e la Veglia per la pace che si terrà sabato 31 dicembre prossimo ad Occimiano.
Infatti, inserendosi nell’iniziativa decennale della Parrocchia di Occimiano, che ogni anno propone una veglia per la pace, quest’anno la proposta si arricchisce con la marcia per alcune vie del paese.
L’appuntamento è per le 21,15 nel piazzale Grande Torino (davanti alle scuole medie). Di qui si partirà verso le 21,30 facendo alcune tappe in alcuni luoghi significativi, per giungere verse le 22 in Chiesa parrocchiale dove si terrà la Veglia, meditando insieme il messaggio del Papa per la Giornata, pregando e cantando.
Verso le 22,45 si passerà in Canonica, dove, con semplicità e sobrietà si brinderà facendo gli auguri per l’anno nuovo.
La Marcia e la Veglia si svolgeranno in concomitanza con la manifestazione che a livello nazionale la Chiesa italiana organizza a Bologna. Sarà una grande occasione di riflessione e di preghiera intorno al grande tema che così viene proposto a tutti. Maggiori informazioni sulla manifestazione nazionale di Bologna sono reperibili sul sito dedicato: www.marciadellapacebologna2016.it
“Quest’anno il tema ci sembra veramente pertinente – ha detto don Andrea La Regina di Caritas Italiana –. Il Papa ha sottolineato che esiste una “terza guerra mondiale a pezzi” e noi lo sperimentiamo nel nostro lavoro a livello internazionale. Soprattutto, il Papa afferma che la non violenza non è solo un fatto morale, interiore, ma dev’essere attiva, capace di generare gesti che concretizzano possibilità di negoziato. Pensare a uno stile di politica che tutti, dalle istituzioni da chi le rappresenta, ma anche ai cittadini adottino per far sì che questo diventi veramente un modo di dare speranza all’umanità”.
gpc

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Concerto di Natale

Mercoledì 28 Dicembre 2016

OCCIMIANO (gpc) – La palestra comunale era gremita di genitori ed amici giovedì 22 dicembre scorso per assistere al concerto di Natale proposto dagli studenti della scuola secondaria di primo grado “Don Milani”. Il concerto (dal titolo significativo “E le stelle stanno ad osservare”) è stato gestito dagli studenti, preparati dai professori Fabio Scubla e Paola Salvadeo, che hanno eseguito al flauto i brani della tradizione quali “Tu scendi dalle stelle” e “Jingle Bells”, cantando inoltre le celebri “Heal the world” (“Salva il mondo”) di Michael Jackson e “Domani”, successo del 2009 con protagonisti vari artisti per la ricostruzione dei luoghi di cultura dell’Abruzzo colpiti dal terremoto di quello stesso anno. La serata si è chiusa con gli auguri rivolti al dirigente scolastico Roberto Viale, agli insegnanti e agli amministratori comunali presenti. 
gpc

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Telecomando

Martedì 20 Dicembre 2016

TELECOMANDO
a cura di Gian Paolo Cassano

“STANOTTE A SAN PIETRO. VIAGGIO TRA LE MERAVIGLIE DEL VATICANO.” Torna Alberto Angela su Rai uno (martedì 27 dicembre, ore 21,15) con un programma realizzato in 4 k, in un nuovo, affascinante viaggio notturno, dopo il grande successo di “Stanotte a Firenze”. Al telespettatore si schiuderà uno scrigno di tesori d’arte, un percorso intimo e maestoso, tra monumenti famosi come la Cupola di San Pietro, la sublime Pietà, gli affreschi della Cappella Sistina e i giardini immersi nella quiete notturna. Una grande produzione, arricchita da ospiti d’eccezione come Giancarlo Giannini e Carlo Verdone, realizzata da Rai1 e Centro Televisivo Vaticano in collaborazione con Officina della Comunicazione.
Tv 2000 venerdì 23 dicembre (ore 21,05) trasmette “MIRACOLO DI NATALE”, per la regia di Karen Arthur. E’ la storia di Nathan Andrews, uno stimato cardiochirurgo, che torna nella sua città d’origine per trascorrere le vacanze con il padre per prendersi un periodo di pausa dalla sua professione, che medita di abbandonare dopo la morte di un giovane paziente in sala operatoria. Arrivato in città, inizia a svolgere un’attività insolita per lui, diventa allenatore di basket per la scuola elementare della sua cittadina locale. Nathan conoscerà il piccolo Charlie un giovane ragazzo che ha da poco perso la mamma e Meghan, l’insegnante di Charlie.
Tempo di Concerti natalizia; sabato 24 su Rai due (ore 10,15), su Canale 5 (ore 21,10), su Tv 2000 da Betlemme (ore 23,30)….
Gian Paolo Cassano

La parola di Papa Francesco

Martedì 20 Dicembre 2016

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano

Un appello a dimenticare Aleppo: lo ha rivolto il Papa all’Angelus domenica 11 dicembre, chiedendo di fare una scelta di pace per tutti coloro che stanno soffrendo per la guerra: “non possiamo accettare che questo sia negato dalla guerra, che è un cumulo di soprusi e di falsità. Faccio appello all’impegno di tutti, perché si faccia una scelta di civiltà: no alla distruzione, sì alla pace, sì alla gente di Aleppo e della Siria”.
Riferendosi poi alla liturgia della terza domenica di Avvento, Francesco ha richiamato all’invito di San Paolo a rallegrarsi nel Signore: “non è un’allegria superficiale o puramente emotiva quella alla quale ci esorta l’Apostolo, e nemmeno quella mondana o quella allegria del consumismo, no, non è questa, ma si tratta di una gioia più autentica, di cui siamo chiamati a riscoprire il sapore, il sapore della vera gioia. E’ una gioia che tocca l’intimo del nostro essere, mentre attendiamo Gesù che è già venuto a portare la salvezza al mondo, il Messia promesso, nato a Betlemme dalla Vergine Maria”. Di fronte ad una situazione di desolazione, di un destino inesorabile senza Dio, come quella raccontata da Isaia, la salvezza è annunciata dalla venuta del Signore, che “afferra tutto l’essere umano e lo rigenera”. Infatti “Dio è entrato nella storia per liberarci dalla schiavitù del peccato; ha posto la sua tenda in mezzo a noi per condividere la nostra esistenza, guarire le nostre piaghe, fasciare le nostre ferite e donarci la vita nuova. La gioia è il frutto di questo intervento di salvezza e di amore di Dio”. Tutti i cristiani sono chiamati a farsi coinvolgere dal sentimento di esultanza, perché “un cristiano che non è gioioso” o è mancante di qualcosa, “o non è cristiano! La gioia del cuore, la gioia dentro che ci porta avanti e ci dà il coraggio”. Il Signore che libera da tutte le schiavitù indica “la strada della fedeltà, della pazienza e della perseveranza perché, al suo ritorno, la nostra gioia sarà piena”. Per questo occorre condividere con gli altri la gioia “donando conforto e speranza ai poveri, agli ammalati, alle persone sole e infelici”.
La gioia del Natale, la gioia di essere perdonati da Dio; su questo si è soffermato il Papa nell’udienza generale di mercoledì 14 dicembre, invitando i cristiani a farsi messaggeri di speranza.
Essa nasce quando vediamo Dio nel presepio; di fronte a questo, “i piccoli del mondo sapranno che la promessa si è compiuta”. Francesco ha spiegato in cosa consista la speranza a partire dalle parole del profeta Isaia, che annunciano la venuta del Signore che libera il suo popolo. Questo dunque il motivo della speranza: “quando tutto sembra finito, quando, di fronte a tante realtà negative, la fede si fa faticosa e viene la tentazione di dire che niente più ha senso, ecco invece la bella notizia portata da quei piedi veloci: Dio sta venendo a realizzare qualcosa di nuovo, a instaurare un regno di pace; Dio ha ‘snudato il suo braccio’ e viene a portare libertà e consolazione. Il male non trionferà per sempre, c’è una fine al dolore. La disperazione è vinta perché Dio è tra noi”.
Il Papa ha sottolineato fortemente che Dio “non ha abbandonato il suo popolo” perché “la sua grazia è più grande del peccato” e “questo dobbiamo impararlo” ! Dio vince il peccato con l’amore e l’uomo viene liberato “da ciò che sfigura in lui l’immagine bella di Dio perché quando siamo in peccato l’immagine di Dio è sfigurata”.
Ed il suo compimento sarà proprio quel regno di perdono e di pace, che si celebra con il Natale, perché “il Signore mi ha perdonato, il Signore ha avuto misericordia di me, è venuto a salvarmi. Quella è la gioia del Natale!”. Di qui l’esortazione a diventare “uomini e donne di speranza”, collaborando alla venuta di questo regno: “il messaggio della Buona Notizia che ci è affidato è urgente, dobbiamo anche noi correre come il messaggero sui monti, perché il mondo non può aspettare, l’umanità ha fame e sete di giustizia, di verità, di pace”.
Così “il Natale è un giorno per aprire il cuore”, a tanta piccolezza e meraviglia, perché la sorpresa del Natale è quella “di un Dio bambino, di un Dio povero, di un Dio debole”, in un parola “di un Dio che abbandona la sua grandezza per farsi vicino a ognuno di noi”.
Domenica 18 dicembre, all’Angelus, il Papa ha indicato il modello di Maria e di Giuseppe, che più di altre sono state coinvolte in questo “mistero di amore che si compie nel Natale”, per rendersi disponibili ad accogliere il Figlio di Dio nella nostra vita concreta e a seguire con fiducia la volontà del Padre celeste. Nella Vergine “il Figlio di Dio viene nel suo seno per diventare uomo e Lei lo accoglie”. Così, in modo unico, “Dio si è avvicinato all’essere umano prendendo la carne da una donna”. Così “a noi in modo diverso”, succede che “Dio si avvicina con la sua grazia per entrare nella nostra vita e offrirci in dono il suo Figlio”. Quale sarà la nostra accoglienza ? “Lo accogliamo, lo lasciamo avvicinarsi oppure lo rifiutiamo, lo cacciamo via? Come Maria, offrendo liberamente sé stessa al Signore della storia, gli ha permesso di cambiare il destino dell’umanità, così anche noi, accogliendo Gesù e cercando di seguirlo ogni giorno, possiamo cooperare al suo disegno di salvezza su noi stessi e sul mondo. Maria ci appare dunque come modello a cui guardare e sostegno su cui contare nella nostra ricerca di Dio, nella nostra vicinanza a Dio, in questo lasciare che Dio si avvicini a noi e nel nostro impegno per costruire la civiltà dell’amore”.
Al fianco di Maria, c’è San Giuseppe che, “nel momento del dubbio e dell’angoscia”, viene illuminato da Dio: “ il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”. Egli allora “si fida totalmente di Dio che gli si avvicina e, seguendo il suo invito, non ripudia la sua promessa sposa ma la prende con sé e sposa Maria. Accogliendo Maria, Giuseppe accoglie consapevolmente e con amore Colui che in lei è stato concepito per opera mirabile di Dio, a cui nulla è impossibile. Giuseppe, uomo umile e giusto, ci insegna a fidarci sempre di Dio, che ci si avvicina: quando Dio ci si avvicina dobbiamo fidarci. Giuseppe ci insegna a lasciarci guidare da Lui con volontaria obbedienza.”
Mediante la loro fede dunque Maria e Giuseppe ”per primi hanno accolto Gesù” e così “ci introducono al mistero del Natale”: entrambi si sono fatti “avvicinare da Dio”; tocca anche a noi fare lo stesso davanti al mistero del Natale che festeggia l’Emmanuele, il “Dio con noi”.“E’ il Dio che si avvicina. Io gli apro la porta”; così è quando si sente un’ispirazione interiore o di fare qualcosa di più per gli altri o “quando mi chiama alla preghiera.” Sia “questo annuncio di speranza, che si compie a Natale” a portare “a compimento l’attesa di Dio anche in ciascuno di noi, in tutta la Chiesa, e in tanti piccoli che il mondo disprezza, ma che Dio ama e che Dio si avvicina loro”.
Gian Paolo Cassano

NESSUNO NE PARLA (O QUASI)

Martedì 20 Dicembre 2016

NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano

Sono 119 milioni i poveri in Europa oggi; per rispondere alle loro esigenze la Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) ha pubblicato (lunedì 12 dicembre) una “Dichiarazione sulla povertà e l’esclusione sociale”, in seguito all’Assemblea plenaria che si è svolta a fine ottobre. I vescovi ritengono indispensabile costruire una “comunità di solidarietà e responsabilità” che potrà realizzarsi percorrendo sei piste. La prima passa attraverso la “promozione dello sviluppo integrale”, secondo la strategia “Europa 2020” che non va “persa di vista”, soprattutto quanto “agli indicatori sociali e ambientali” e sostenendo “modi di consumo e di produzione alternativi”. Si tratta poi “assicurare la coerenza delle politiche” perché “le politiche future”, specie quelle di “fiscalità equa” contribuiscano a “eliminare le cause strutturali della povertà”. La terza pista riguarda un riequilibrio di “ interessi economici e diritti sociali” perché finisca la crescita delle disuguaglianze. 
Occorre poi “difendere condizioni di lavoro adeguate”, riconoscendo “le famiglie come attori chiave della società” con “sostegni più importanti” e politiche “centrate su di esse”, insieme a uno stile che favorisca “il dialogo e la cooperazione” con tutti gli attori, a partire dai poveri stessi.
Nell’Unione Europea c’è “un quarto della popolazione ancora oggi esposta al rischio di povertà e di esclusione sociale”; per questo i vescovi europei incoraggiano “l’Ue e i suoi Stati membri a sviluppare, in collaborazione con la società civile e gli attori delle chiese, un approccio integrale di lotta contro la povertà e l’esclusione sociale in tutte le sue forme”. 
Ora il problema della povertà si è spostato “dalle periferie al cuore delle nostre società” e attanaglia oggi bambini, giovani, disoccupati di lungo periodo, “lavoratori poveri”, gruppi sociali discriminati. Sono essi, “i più vulnerabili” che “dovrebbero essere al centro delle politiche locali nazionali e dell’Unione”, guidate dai principi “della solidarietà e sussidiarietà”. E’ necessario un modello di “economia sociale di mercato” che lega “il principio del libero mercato con l’esigenza della solidarietà e i meccanismi di servizio al bene comune”; solo così si potrà offrire un “approccio integrale per combattere la povertà”.
Gian Paolo Cassano

Ritmica

Martedì 20 Dicembre 2016

OCCIMIANO (gpc) - La palestra comunale era gremita sabato 17 dicembre, nel pomeriggio, per l’applauditissimo saggio di Natale delle atlete della PGS Fortitudo Occimiano. Sono una quarantina in tutto, in età compresa tra i 4 e i 19 anni. Dirette magistralmente dall’allenatrice Sara Guareschi, dalle più piccole alle più grandi hanno stupito per la disinvoltura con cui hanno affrontato i vari esercizi, sottolineata anche dal sindaco Valeria Olivieri e dalla presidente Maria Rosa Scarrone, augurando un anno sereno in ambito familiare e ricco di successi nelle prove locali e regionali che attendono le giovani biancoazzurre nei prossimi mesi. 
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