Papa Leone XIV

“La pace sia con tutti voi! Fratelli e sorelle carissimi, questo è il primo saluto del Cristo Risorto, il buon pastore che ha dato la vita per il gregge di Dio. Anch’io vorrei che questo saluto di pace entrasse nel vostro cuore, raggiungesse le vostre famiglie, a tutte le persone, ovunque siano, a tutti i popoli, a tutta la terra. La pace sia con voi!”

Un messaggio che arriva forte al cuore di tutti coloro che hanno ascoltato il primo saluto del nuovo Papa Leone XIV giovedì 8 maggio. Un’emozione che ha segnato anche il card. Robert Francis Prevost, finora prefetto del Dicastero per i Vescovi, primo pontefice statunitense nella storia della Chiesa Cattolica, sul soglio di Pietro segnando un momento storico per i fedeli di tutto il mondo.

I rintocchi delle campane a festa della basilica Vaticana avevano fatto da sottofondo alle grida dei fedeli all’uscita del cardinale protodiacono Dominique Mamberti, chiamato a dare l’annuncio con la tradizionale formula latina di annuncio. “Annuntio vobis gaudium magnum. habemus Papam: Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum, Dominum Robertum Franciscum Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Prevost qui sibi nomen imposuit Leonem Deciumun Quartum»….”.

La sua elezione è avvenuta in modo sorprendentemente rapido, con soli quattro scrutini necessari per raggiungere i due terzi dei voti richiesti tra i 133 cardinali riuniti in conclave.

Chi è il nuovo Papa

Nato il 14 settembre 1955 a Chicago, la più grande città dell’Illinois, papa Leone XIV è il primo pontefice statunitense. Qui è cresciuto frequentando il seminario minore dei padri agostiniani, e diplomandosi nel 1973 e laureandosi in matematica e filosofia presso la Villanova University di Filadelfia. Entrato nel 1977 nel noviziato dell’Ordine di Sant’Agostino, nel 1981 emette la professione solenne come agostiniano e nel 1982 consegue il Master of Divinity presso la Catholic Theological Union di Chicago. Viene ordinato sacerdote a Roma il 19 giugno 1982 da mons. Jean Jadot, allora pro-presidente del Segretariato per i Non Cristiani. Un capitolo fondamentale della biografia di Prevost è rappresentato dalla lunga esperienza missionaria in America Latina. Nel 1985 viene inviato in Perù come cancelliere della diocesi di Chulucanas e vicario parrocchiale della cattedrale della Sacra Famiglia di Nazareth. Qui, oltre a svolgere attività pastorale, si dedica alla formazione dei giovani e alla promozione delle vocazioni. Nel 1987 ottiene il dottorato in diritto canonico presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (Angelicum) a Roma, con una tesi sul ruolo del priore locale nell’Ordine di Sant’Agostino. Rientrato in Perù, ricopre diversi incarichi: priore di comunità, direttore del seminario agostiniano di Trujillo, docente di diritto canonico, patristica e morale, e parroco fondatore della parrocchia di Nostra Signora Madre della Chiesa, oggi Santa Rita da Cascia.

Nel 1999 torna a Chicago come provinciale della provincia agostiniana locale e nel 2001, è priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino, fino al 2013. In questo ruolo, viaggia in tutto il mondo, rafforzando i legami tra le comunità agostiniane e promuovendo il dialogo interculturale e la formazione spirituale. Nel 2014 Papa Francesco lo nomina amministratore apostolico di Chiclayo, in Perù, e poco dopo vescovo titolare di Sufar. Nel 2015 diventa vescovo effettivo di Chiclayo, dove si distingue per l’impegno pastorale e sociale, soprattutto a favore dei poveri e delle periferie. Poi nel 2023 viene chiamato a Roma come Prefetto del Dicastero per i Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, e cardinale

Le sue origini

Raramente nelle sue interviste ha fatto particolari riferimenti alle origini della sua famiglia. L’indizio principale arriva direttamente dalla biografia del nuovo pontefice pubblicata dalla sala stampa vaticana, che ricorda come i genitori del nuovo vescovo di Roma siano Louis Marius Prevost, di origini francesi e italiane, e Mildred Martínez, di origini spagnole. Robert ha anche due fratelli, Louis Martín e John Joseph. Un mix di radici europee che ha influenzato la formazione culturale e spirituale di Prevost. La sua famiglia ha sempre mantenuto un forte legame con la tradizione cattolica, trasmettendo al giovane Robert valori di fede, servizio e apertura al mondo. Non a caso, il cognome Prevost è molto presente in Francia, ma ci sono tracce anche nel Nord Italia. 

Origini probabilmente piemontesi, dove il cognome Prevosto (pur mutato nell’inglese Prevost) è chiaramente molto presente. La possibile origine torinese di Papa Leone XIV è oggetto di una serie di verifiche negli archivi storici. In particolare a Settimo Rottaro, piccolo centro del Canavese (diocesi di Ivrea), dal quale potrebbe essere emigrato il nonno del pontefice. “Abbiamo ricevuto diverse segnalazioni in merito – conferma il sindaco Massimo Ottogalli – e stiamo verificando nei registri del Comune e in quelli della parrocchia”. Le ricerche avrebbero individuato un componente della famiglia Prevosto che, potenzialmente, potrebbe anche essere un avo del nuovo papa, il cui cognome è stato poi modificato una volta emigrato in Francia e successivamente negli Stati Uniti.

Dice il parroco don Silvio Faga (da me intervistato): “la ricerca delle ipotetiche radici piemontesi di Papa Leone XIV ha portato sabato 10 maggio giornalisti e televisioni a Settimo Rottaro, paese di 500 abitanti. Due i motivi di questa pacifica invasione: qui il cognome Prevosto è molto diffuso e sono stati tanti gli abitanti che sono emigrati in Francia e negli Stati Uniti. Per il momento sia l’archivio comunale che quello parrocchiale non ci hanno rivelato il nonno o il bisnonno di Papa Prevost. E nemmeno è venuta allo scoperto una famiglia che vantasse un rapporto con un Prevosto/Prevost in terra di Francia e/o di America. Nei registri c’è un Giovanni Prevosto (figlio di Stefano, nato il 24 giugno 1877). Potrebbe essere l’antenato del Papa? Questo non ha impedito alla gente di sognare: il nuovo Papa ha radici nel nostro paese, che onore! Verrà sicuramente a trovarci: che bello! Anche il prevosto/parroco ha un sogno: che tutto questo disponga i parrocchiani ad accogliere con attenzione il messaggio di Papa Leone.”

Oltre alle radici paterne, il nuovo pontefice ha avuto “contatti” con l’Italia anche prima di diventare il vescovo di Roma. Prevost ha trascorso i suoi primi anni di vita negli Stati Uniti, ma dopo i voti solenni del 1981, all’età di 27 anni, viene mandato a Roma per studiare Diritto canonico alla Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (Angelicum).

Un Pontefice poliglotta e cosmopolita

Robert Francis Prevost parla correntemente inglese, spagnolo, italiano, francese e portoghese, e legge il latino e il tedesco. Questa padronanza delle lingue riflette la sua vocazione internazionale e la capacità di dialogo con culture diverse, qualità che sono state decisive per la sua elezione a Pontefice.

Religioso agostiniano e l’eredità di s. Agostino

Papa Leone XIV è membro dell’Ordine di Sant’Agostino, che si ispira agli insegnamenti di Sant’Agostino. Ciò significa abbracciare una visione della vita cristiana fondata sull’amore di Dio e del prossimo, sulla comunione fraterna e sul servizio umile alla Chiesa e al mondo.

La spiritualità agostiniana pone al centro la vita comunitaria, intesa come cammino condiviso di fede e carità. I membri dell’Ordine vivono in fraternità, seguendo la Regola di Sant’Agostino che invita a condividere beni, sentimenti e impegno verso gli altri, specialmente i più bisognosi. Questa comunione si unisce a una forte attenzione alla preghiera, allo studio e all’insegnamento, strumenti fondamentali per servire la Chiesa e promuovere la verità.

Papa Leone XIV, con la sua formazione e la sua esperienza pastorale, incarna questi valori: la sinodalità, cioè il camminare insieme nella fede, il servizio umile e la promozione della pace e della carità, sono aspetti centrali del suo ministero, in continuità con il magistero di Papa Francesco.

Il missionario

La mia vocazione come quella di ogni cristiano – aveva spiegato il 4 maggio 2023 in un’intervista all’Osservatore Romano – è l’essere missionario, annunciare il Vangelo là dove uno si trova.” Infattiper la sua esperienza missionaria il Papa può essere considerato, infatti peruviano d’adozione (ne ha anche la cittadinanza) e per questo ha espresso in spagnolo un saluto particolare. Nel Paese sudamericano è stato missionario, sacerdote, vescovo. Ha calpestato le strade polverose delle periferie di uno dei paesi più diseguali del mondo, a cavallo ha percorso le salite verso le Ande. Si è immedesimato nel “popolo fedele”, come lo ha chiamato nel suo primo saluto, dopo l’elezione. Da vescovo di Chiclayo, ha promosso una pastorale attenta ai laici e ai più poveri, in qualche modo “anticipando” il cammino sinodale promosso da Papa Francesco.

Diversi gli incarichi di servizio, pastorali (parroco nella periferia povera) e di guida, come vescovo di Chiclayo, in un grande lavoro con laici e poveri, dove ha lasciato un grande segno. Qui “ha promosso – ha detto al SIR mons.Edinson Edgardo Farfán Córdova, attuale vescovo – una formazione globale e strutturata, e con i poveri. Una pastorale in linea con il pontificato di Papa Francesco. Ora, la scelta del nome di Leone XIV, ci suggerisce che farà ulteriori passi in avanti, nell’approfondimento della dottrina sociale, nell’opzione per i poveri, nell’attenzione ai diritti umani”.

Vescovo a servizio della Chiesa

Nel 2019 Francesco lo chiama tra i membri della Congregazione per il Clero e l’anno successivo tra quelli della Congregazione per i Vescovi ed il 30 gennaio 2023 a Roma come prefetto del Dicastero per i Vescovi e presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina, promuovendolo arcivescovo, creandolo cardinale nel Concistoro del 30 settembre, assegnandogli la diaconia di Santa Monica. Prevost, come capo dicastero, partecipa agli ultimi viaggi apostolici di Papa Francesco e alla prima e alla seconda sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sulla sinodalità, svoltesi a Roma rispettivamente dal 4 al 29 ottobre 2023 e dal 2 al 27 ottobre 2024. Un’esperienza nelle assise sinodali già maturata in passato come priore degli agostiniani e rappresentante dell’Unione dei superiori generali (Usg). Nel frattempo, il 4 ottobre 2023 da Francesco è annoverato tra i membri dei Dicasteri per l’Evangelizzazione, Sezione per la prima evangelizzazione e le nuove Chiese particolari; per la Dottrina della Fede; per le Chiese Orientali; per il Clero; per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica; per la Cultura e l’Educazione; per i Testi Legislativi; della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano. Il 6 febbraio di quest’anno, infine, dal Pontefice argentino è promosso all’ordine dei vescovi, ottenendo il Titolo della Chiesa suburbicaria di Albano.

Leone XIV: tra i predecessori Leone Magno e Leone XIII

Prima di Robert Francis Prevost, altri tredici pontefici hanno portato questo nome. È il quarto più popolare nella storia della Chiesa, dopo Giovanni (21 papi), Gregorio (16) e Benedetto (15), e alla pari con Clemente (14). Il riferimento più evidente è a Leone XIII (1878-1903), uno dei più influenti del XIX secolo. Autore dell’enciclica Rerum Novarum (“Sulle cose nuove”), è considerato il padre della cosiddetta “dottrina sociale della Chiesa”: cercò di riconciliare la Chiesa con il mondo moderno, affrontando le questioni lavorative, difendendo i diritti dei lavoratori e proponendo un nuovo ruolo della Chiesa nell’era contemporanea. Il suo nome è oggi molto apprezzato dai settori riformisti e sociali del cattolicesimo. Un legame alla giustizia sociale, ma anche alla prudente modernizzazione della Chiesa, un messaggio di equilibrio tra l’atteggiamento riformista di Francesco e un profilo più diplomatico e conciliante. Ma non bisogna dimenticare fu San Leone Magno (440-461 d.C.), che passò alla storia soprattutto per aver persuaso il temibile Attila a non saccheggiare Roma nel 452. Il suo nome rimase per sempre associato alla leadership dottrinale e all’autorità morale: è uno dei 37 personaggi nominati Dottori della Chiesa, uno dei più grandi e rari onori della Chiesa cattolica

Papa Francesco lo ha voluto alla guida della Congregazione dei Vescovi proprio per la sua esperienza universale, un agostiniano, che conosce in profondità il grande Santo e ne vive lo spirito.