La parola di Papa Leone

Da Castel Gandolfo (dove il Papa sta trascorrendo un periodo di riposo), nella catechesi prima dell’Angelus, Leone XIV ha riletto il Vangelo del buon samaritano, sottolineando che il dono della vita eterna si eredita accogliendo la volontà del Padre e guardando a Gesù.

La sua riflessione è partita dalla domanda evangelica (“Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?” – Lc 10,25) che esprime “un desiderio costante nella nostra vita”, quello “di salvezza, cioè di un’esistenza libera dal fallimento, dal male e dalla morte.” Un bene “da ereditare”, non da conquistare “con la forza”, da implorare o ottenere “per contratto”, perché “la vita eterna, che Dio solo può dare, viene trasmessa in eredità all’uomo come dal padre al figlio.” Per questo Gesù risponde “che per ricevere il dono di Dio bisogna accogliere la sua volontà”, come è scritto nella Legge: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore» e «il tuo prossimo come te stesso“. In questo modo “corrispondiamo all’amore del Padre”: la Sua volontà, infatti, è quella legge di vita che Lui per primo “pratica verso di noi, amandoci con tutto sé stesso nel Figlio Gesù”. Di qui l’invito a guardare a Lui, rivelazione del vero amore verso Dio e verso l’uomo: “amore che si dona e non possiede, amore che perdona e non pretende, amore che soccorre e non abbandona mai.” In Cristo “ciascuno di noi può e deve diventare prossimo di chi incontra lungo il cammino, portando “consolazione e speranza, specialmente a chi è scoraggiato e deluso.”

Per questo, “per vivere in eterno (…) non occorre ingannare la morte, ma servire la vita, cioè prendersi cura dell’esistenza degli altri nel tempo che condividiamo. Questa è la legge suprema, che viene prima di ogni regola sociale e le dà senso.” Che la Vergine Maria, Madre di misericordia, ci aiuti “ad accogliere nel nostro cuore la volontà di Dio, che è sempre volontà d’amore e di salvezza, per essere ogni giorno operatori di pace.”

Al termine ha ricordato la beatificazione, a Barcellona, sabato 12 luglio dello svizzero Licarione May (al secolo Francesco Beniamino), Fratello dell’Istituto dei Fratelli Maristi delle Scuole, ucciso nel 1909 in odio alla fede. “Egli visse con dedizione e coraggio la missione educativa e pastorale. La testimonianza eroica di questo martire sia di stimolo per tutti, in particolare a quanti operano per l’educazione dei giovani.” Non ha dimenticato un accorato appello a “pregare per la pace e per tutti coloro che, a causa della violenza e della guerra, si trovano in uno stato di sofferenza e di bisogno.”

In precedenza aveva celebrato la S. Messa a pochi passi, nella vicinissima chiesa di San Tommaso da Villanova, raggiunta a piedi in mezzo alle grida gioiose e le braccia protese di migliaia di persone, assiepate lì dal mattino. Qui ha riflettuto sulla parabola del Buon Samaritano ed ha lanciato un appello per quanti sono “vittime di sistemi politici oppressivi, di un’economia che li costringe alla povertà, della guerra che uccide i loro sogni” ed esortando a lasciare che i “bisogni” e le “sofferenze” del prossimo ci “spezzino il cuore”.

Chiediamoci:

  • Chiedo al Maestro cosa fare per ereditare la vita eterna?
  • Colgo in questa domanda il desiderio un’esistenza libera dal fallimento, dal male e dalla morte?
  • Capisco come la vita eterna sia un bene che Dio solo può dare, trasmesso in eredità all’uomo come dal padre al figlio?
  • Mi impegno ad accogliere la sua volontà per ricevere il dono di Dio?
  • Accolgo l’invito a guardare a Lui, rivelazione del vero amore verso Dio e verso l’uomo?
  • Comprendo che in Cristo ciascuno di noi può e deve diventare prossimo di chi incontra lungo il cammino?
  • So portare consolazione e speranza, specialmente a chi è scoraggiato e deluso?
  • Chiedo l’aiuto di Maria S.S. peraccogliere nel nostro cuore la volontà di Dio ed essere ogni giorno operatore di pace?
  • Guardo alla testimonianza eroica del nuovo beato e martire fr Licarione May per viverecon dedizione e coraggio la missione cristiana?
  • Prego per la pace e per tutti coloro che si trovano in uno stato di sofferenza e di bisogno?