La bellezza nella Parola

“In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».” (Lc 10,38-42)

Mi soffermo sull’episodio evangelico, con l’interpretazione che ne dà Jan Vermeer, esponente di spicco del Seicento, il secolo d’oro olandese. L’opera, databile al 1656, è conservata alla National Gallery of Scotland di Edimburgo ed è l’unica sua tela a soggetto religioso.

Gesù (indossando una tunica blu e viola), con un nimbo leggero attorno alla testa, è seduto sulla destra, mentre si volge per parlare a Marta che si sporge dal tavolo, portando un cesto col pane. Cristo con la mano destra indica Maria (che” ha scelto la parte migliore” – Lc 10,42), seduta in basso a sinistra mentre ascolta, con la testa appoggiata alla mano e il gomito puntellato sull’anca. Fssa la sua attenzione sul Maestro, completamente assorbita dalle sue parole. Marta rappresenta la vita attiva, mentre Maria quella contemplativa, ovvero virtù terrena e spirituale. Due atteggiamenti complementari e non opposti. Il pane è simbolo dell’Eucaristia a sottintendere che per ottenere la salvezza la fede deve essere vissuta attraverso le opere buone e gli atti di misericordia.

Sulla sinistra spunta un tappeto spunta come copritavola, coperto al centro da una tovaglia bianca. Sono stati rintracciati spunti e prestiti da vari altri pittori, che fanno pensare a una sorta di pastiche (cioè di un’opera composta da brani tratti da opere preesistenti, per lo più con intento imitativo).  I

Il quadro si caratterizza per i forti accenti chiaroscurali che derivano dall’arte caravaggesca, portata in Olanda dai tanti pittori del luogo che avevano soggiornato a Roma e tornavano impressionati dai pittori caravaggeschi, con disegni e dipinti. Da notare poi come il modo in cui la luce si riflette sule varie superfici (in questo caso il cesto e la pagnotta).