“Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.” (Gv. 20,26-31)

L’incontro di Gesù con Tommaso è stato più volte rappresentato nella storia dell’arte. Tra i tanti lo colgo nell’interpretazione di Francesco de’ Rossi, detto Il Salviati, fiorentino, tra i massimi esponenti del manierismo italiano, in un dipinto (eseguito tra il 1543 ed il 1547, di grandi dimensioni, 275 x 234 cm.) ora conservato nel Museo del Louvre a Parigi. E’ firmato dall’autore. In un paesaggio architettonico classico, al centro ci sono Gesù Risorto e l’apostolo Tommaso.
L’apostolo, mostrato in tre quarti di profilo, è un autoritratto di Salviati; è inginocchiato ai piedi del Maestro, in ginocchio per chiedere perdono della sua incredulità, mentre, con il dito indice della mano destra, sta per accogliere l’invito a verificare le piaghe della Passione e riconoscere il Risorto che si mostra con il petto nudo, portando il vessillo bianco della Risurrezione. All’orizzonte, sulla scena, non appaiono più porte a scorci paesaggistici ma capitelli di colonne, poste a far risaltare l’assemblea degli apostoli che sovrasta la scena, tutti vestiti mentre il Cristo a dorso e gambe nude spostato sulla destra del dipinto alza entrambe le due mani in attesa del tocco di San Tommaso che in ginocchio indica le ferite con l’indice della mano destra. Le aureole del Cristo sono somiglianti a quelle degli apostoli, di straordinaria bellezza i dettagli del profilo dei personaggi, i piedi nudi di Gesù e di Tommaso in contrasto ai calzari degli apostoli che si notano in primo piano, di grande espressività e profondità anche gli sguardi degli apostoli diretti al pubblico.