“In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui»”. (Gv 3, 13-17)

Mi fermo questa volta alla festa dell’Esaltazione della croce (che si celebra sabato 14 settembre), attraverso all’‘affresco dell’Esaltazione della Croce (390 x 747 cm) di Piero della Francesca e aiuti, facente parte delle Storie della Vera Croce nella cappella maggiore della basilica di San Francesco ad Arezzo, databile al 1458-1466.
Mostra la finale esaltazione della Croce, cioè il suo rientro a Gerusalemme per issata di nuovo per la devozione. L’imperatore bizantino Eraclio I, dopo aver ripreso la Croce, si appresta a riportarla in città, ma (nell’affresco precedente) un angelo lo interrompe sulla via e ferma la sua parata trionfale. Il vescovo Zaccaria (con la mitria di profilo, dietro a lui) lo esorta ad un atteggiamento d’umiltà: solo entrando scalzo, come Gesù sul Golgota, l’imperatore può riportare la Croce a Gerusalemme. Dietro di lui si trovano una serie di dignitari con vesti e mantelli all’antica e con vistosi cappelli che erano in uso nella corte bizantina. L’affresco mostra quindi la parata del rientro della Croce, mentre dalla città un gruppo di fedeli si fa incontro e si inginocchia in adorazione.
Nella parte destra, ci sono le imponenti mura della città con due torri fortificate, mentre non tutti i personaggi sono arrivati: alcuni sono già inginocchiati, con la testa fasciata come si usava portare sotto il copricapo, uno sta per inginocchiarsi togliendosi il vistoso cappello alla bizantina (un motivo essenzialmente geometrico), mentre un altro sta accorrendo. L’attenzione dello spettatore va ai singoli volti, ritratti con varie inclinazioni in ossequio al principio della Varietas. Da notare gli alberi sul fondale e le nuvole sfumate a cuscinetto (caratteristica di Piero).