La bellezza nella Parola

Otto giorni dopo [la Pasqua] i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.  (Gv 20,26-31)

E’ il celebre incontro di Cristo con Tommaso che ci riporta il Vangelo giovanneo. L’apostolo all’apparizione del Risorto la sera di Pasqua era assente, ma otto giorni dopo si ritrova insieme agli altri discepoli, quando Gesù torna nuovamente. Lo colgo nell’opera di Bernardo Strozzi, il “prete genovese”, conservata a Genova nel Museo di Palazzo Rosso, datata intorno al 1620.

Nella composizione dell’opera si nota, nell’uso della luce e dei colori una chiara impronta caravaggesca. Come il grande pittore lombardo anche Strozzi, detto il Cappuccino (a motivo del periodo da lui passato nell’ordine francescano), fa mettere il dito nella piaga del Maestro, anche se, in realtà il Vangelo non ce lo conferma. Un gesto della mano che, con un certo timore, si avvicina al costato del Signore, fino ad inserire l’indice tra i lembi della ferita. Anzi, è la stessa mano di Gesù che guida delicatamente quella del suo apostolo a constatare la piaga! Il Risorto è al centro della scena. E’ una figura moto bella, il cui corpo è reso con i caratteristici tratti dell’arte pittorica di Strozzi, avvolto da un lenzuolo bianco che lascia scoperto il busto fortemente illuminato. La luce vivifica anche il volto sereno, dolce e compassionevole. Tommaso, mostrato posteriormente non rivela pienamente il viso; una scelta che vuole favorire il processo di identificazione tra Tommaso e colui che contempla la tela. Per questo il piano della scena è più ravvicina a rendere più vicini gli osservatori, quasi a trovarsi anche noi nel Cenacolo a partecipare a quanto l’apostolo sta vivendo. Ci sono poi due apostoli nel quadro: Pietro (in cui si può scorgere il ritratto del pittore) con l’occhio destro raggiunto da un raggio di luce (simbolo della fede) e Giovanni (come già aveva fatto Caravaggio) ad avvalorare come il cammino della fede non si faccia da soli, ma in compagnia di una comunità.