La bellezza nella Parola

“Passato il sabato, Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e Salòme comprarono oli aromatici per andare a ungerlo. Di buon mattino, il primo giorno della settimana, vennero al sepolcro al levare del sole. (…) Entrate nel sepolcro, videro un giovane, seduto sulla destra, vestito d’una veste bianca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto»”  (Mc 16,1-2. 5.7)

Nei Musei Vaticani, nella sala dei Misteri dell’Appartamento Borgia, in uno straordinario ciclo pittorico si trova la Risurrezione di Cristo (1492-1494), opera di Bernardino di Betto detto il Pinturicchio (“piccolo pintor“, cioè “pittore“) per la sua corporatura minuta. E’ il capolavoro riconosciuto di questo grande artista del Quattrocento italiano, ispirato a modelli iconografici del Perugino, che celebra la Resurrezione del Signore che esce fuori dal sepolcro con il vessillo crociato, entro una mandorla di luce dorata e radiata elevandosi trionfante sulla morte al di sopra del sepolcro

Questa, nell’iconografia cristiana, è un simbolo ogivale ottenuta da due cerchi dello stesso raggio, intersecantisi in modo tale che il centro di ogni cerchio si trovi sulla circonferenza dell’altro. Alludendo al frutto della mandorla, e al seme in generale, diventa un chiaro simbolo di Vita e quindi un naturale attributo a Gesù; come intersezione di due cerchi essa rappresenta la comunicazione fra due mondi, materiale e spirituale, umano e divino.

Cristo si eleva trionfante sulla morte al di sopra del sepolcro, ormai inutilmente custodito da tre figure giovanili in ricche armature rinascimentali. Il soldato, davanti alla splendida urna sepolcrale sembra essere il ritratto dello stesso Pinturicchio. A testimone della Resurrezione, oltre allo stupefatto personaggio (dietro al sepolcro) appare ritratto papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia), avvolto in uno sfarzoso piviale dorato tempestato di gemme, lavorato di stucco a rilievo, mentre il triregno resta poggiato a terra, inginocchiato in gesto di preghiera nella contemplazione del mistero di amore di Dio per noi.

Una particolarità emerge dall’affresco, dopo il restauro, cioè, la prima rappresentazione figurativa dei nativi d’America, come ha rilevato lo storico dell’arte (e già direttore dei Musei Vaticani) Antonio Paulucci, in uno schizzo raffigurante un gruppo di uomini nudi, che sembrano intenti a danzare, sotto la mandorla del Risorto.