La bellezza nella Parola

“Mentre ancora egli parlava, arrivò Giuda, uno dei Dodici, e con lui una folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti, dagli scribi e dagli anziani. Il traditore aveva dato loro un segno convenuto, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo e conducetelo via sotto buona scorta».  Appena giunto, gli si avvicinò e disse: «Rabbì» e lo baciò. Quelli gli misero le mani addosso e lo arrestarono. Uno dei presenti estrasse la spada, percosse il servo del sommo sacerdote e gli staccò l’orecchio. Allora Gesù disse loro: «Come se fossi un brigante siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno ero in mezzo a voi nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. Si compiano dunque le Scritture!». Allora tutti lo abbandonarono e fuggirono. Lo seguiva però un ragazzo, che aveva addosso soltanto un lenzuolo, e lo afferrarono. Ma egli, lasciato cadere il lenzuolo, fuggì via nudo.” (Mc 14,43-52)

Nel racconto della Passione, che in questo anno liturgico leggiamo nella versione di Marco, mi fermo all’arresto di Gesù nel Getsemani e al bacio di Giuda così come ce lo rappresenta, in una straordinaria interpretazione, Michelangelo Merisi detto il Caravaggio. L’opera, data 1603 è ora conservata alla National Gallery of Ireland di Dublino.

L’azione è raffigurata in una tela posta in orizzontale, dove Gesù è visto immobile e dimesso, mentre Giuda che gli si avvicina quasi schiacciandolo. Dall’oscurità profonda dello sfondo emerge il groviglio animato dei corpi dei soldati che sono arrivati per catturarlo. Nel buio della notte, nell’inconfondibile chiaroscuro che contraddistingue le opere del Caravaggio, si scorgono solo le figure principali, illuminate da una fonte di luce esterna, e grazie ai loro movimenti, riescono a distinguersi dall’oscurità generale. La luce guida lo sguardo attraverso il buio frammentato dal luccichio delle armature, delle lanterne e dai toni dei rossi e dell’arancio delle vesti, fino a giungere alla luminosità dell’evento principale, leggermente decentrato: il bacio.

E’ questo il centro visivo del quadro, formato dalle due teste contrapposte dei protagonisti, con il volto di Cristo, che prefigura i patimenti e la sua Passione, e di Giuda, mentre sta baciando il Maestro. Dietro, a sinistra si vede San Giovanni, colto in fuga, dal viso bloccato in un urlo, che presagisce le sofferenze del Messia che seguiranno alla sua Cattura. Sul lato destro del quadro si vede un uomo, che assiste alla cattura di Gesù e che illumina la scena con una lanterna, che sembra sia un autoritratto del pittore. La lanterna in mano al Caravaggio (ritiene lo storico d’arte Maurizio Marini) ricorderebbe Diogene e la ricerca della fede e della redenzione a cui il pittore tendeva. La frenesia dell’insieme, data dallo sbilanciamento delle figure e ravvisata dai guizzi di luce sulle corazze dei soldati, rende il fare concitato e dinamico della scena.