LA BELLEZZA NELLA PAROLA

“Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.  Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l’abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz’abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti”. (Mt. 22,10-14)

Il brano evangelico di Mt 22 è interpretato da Bernardo Strozzi (conosciuto anche come “il Cappuccino” o “il Prete Genovese”), figura fondamentale della pittura italiana di primo Seicento che, sul tema, nel 1636, eseguì una grande tela di formato ovale da collocare sul soffitto sopra l’altar maggiore della chiesa veneziana dell’Ospedale degli Incurabili. L’opera in seguito a varie vicissitudini finì smembrata; rimangono però due bozzetti preparatori superstiti, uno conservato agli Uffizi e l’altro all’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova.

Mi fermo a quest’ultimo, che differisce da quello di Firenze per la mancanza totale dello sfondo architettonico di tipo veronese.

La grande tela coglie il momento finale della parabola, quando il re (a destra per chi guarda), ritratto di tre quarti, caccia dal banchetto nuziale l’ospite senza l’abito adatto, chiara allusione a chi non sarà degno di far parte del Regno dei Cieli il giorno del Giudizio.

Questi, in centro, è stretto dalla morsa dei servi che, con forza e violenza catturano l’ospite indesiderato per cacciarlo fuori, effetto anche dal fatto che uno di questi ha già fuori un piede dalla cornice e da fuori entra un cane….  Tutto ciò attira l’attenzione degli altri commensali, tra cui si nota l’elegante paggio con un vassoio sulla sinistra. La gente presente è spettatrice dell’evento e, nello stesso tempo, messaggera del monito ai fedeli che la osservano. Ingegnoso poi l’azzardo prospettico l’azzardo prospettico della brocca in metallo sul tavolo a destra, talmente in bilico da sembrare in procinto di passare dalla realtà virtuale a quella oggettiva. Opera assai delicata nei colori con uno spazio aperto, con un cielo appena velato da nuvole.

Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.