LA BELLEZZA NELLA PAROLA

“Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: ‘Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna’. Ed egli rispose: ‘Non ne ho voglia’. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: ‘Sì, signore’. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?”. Risposero: ‘Il primo’. E Gesù disse loro: ‘In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio’.” (Mt 21, 28-31)

Non è molto rappresentata nella storia dell’arte la parabola evangelica del padre e dei due figli chiamati ad andare a lavorare nella vigna. Mi ferma a coglierla in una bella incisione su carta opera di Georg Pencz, ritrattista e pittore tedesco, vissuto nel XVI secolo, specializzato in soggetti mitologici a allegorici. Fu anche attivo come incisore, sia con la xilografia che con le tecniche di incisione su metallo. I suoi dipinti hanno tonalità calde, con una meticolosa cura dei dettagli e una forte influenza italiana, in particolare veneta.

L’opera, stampata nel 1534-35 e conservata al Metropolitan Museum of Art, New York è molto piccola, poco più grande di un francobollo e porta la sua sigla in alto al centro (PG). Si notano innanzitutto due situazioni diverse, ben evidenziate dalle differenti dimensioni dei personaggi. In primo piano c’è il padre in mezzo, mentre sta invitando i due figli al lavoro nella vigna (posti sulla destra), ritratti nel costume del ‘500, mentre in secondo piano ci sono i lavoratori, presso i quali il padre intende inviare i figli. Non sono due tempi, ma situazioni contestuali, rese evidenti anche dal fatto che il padre ha la mano nella borsa con il denaro per i vignaioli.

E’ possibile poi cogliere un significato più profondo: il padre (che è Dio) e la ricompensa per chi ne fa la volontà è la salvezza, ben evidenziata dall’ordine da sinistra a destra: da una parte è la ricompensa fisica con la mano nella borsa e dell’altra l’indicazione del luogo in cui andare. Chi fa la volontà del padre guarda verso l’infinito (espresso dal segno e dalla luminosità del volto del figlio obbediente, mentre l’altro rimane in ombra) C’è quindi una correlazione tra l’aspetto materiale (il lavoro fisico) e quello spirituale.

Chiediamo a Dio che ci doni di imitare Gesù, il “Si” assoluto al Padre, orientando alla sua volontà ogni pensiero, ogni desiderio, ogni azione, l’intera esistenza.

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