LA BELLEZZA NELLA PAROLA

“Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. (…)  Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. (…) Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono? Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi.” (Mt 20,1.8-11.13-16)

Mi fermo all’opera di Rembrandt (1637), un dipinto barocco che molto gioca sugli effetti di luce e ombra. Siamo al termine della giornata di lavoro, alle diciotto. Il padrone, raffigurato al centro, sta distribuendo, a partire dagli ultimi, la paga pattuita, aiutato dal fattore che seduto al tavolo alla luce della finestra che illumina la scena tiene in mano il registro. Questi si guardano sconcertati e stanno brontolando a motivo della retribuzione uguale per tutti, indipendentemente dalle ore e dalla fatica.

Non a caso in piena luce c’è il padrone della vigna (cioè Dio) mentre in ombra si trovano i lavoratori già pagati e che, infatti protesteranno, venendo meno ai principi di singolare generosità del padrone che a tutti vuol dare allo stesso modo. Il dipinto è aperto e l’immagine, metaforicamente, prosegue al di là della tela; la scena è dinamica e l’autore ne coglie il movimento

La botte nello sfondo ci fa comprendere il rapporto con la vigna.

La presenza del cane dà elemento “da interno” e diventa simbolo di fedeltà (tale ad esempio nel fiammingo Jean Van Eyck, nei Coniugi Arnolfini): Dio è fedele e di lui ci si può fidare. Non a caso il cane guarda verso il padrone (Dio appunto). L’amministratore, che tiene i conti del padrone è posto in piena luce: infatti l’accordo con i lavoratori era stato ufficialmente stabilito fin dall’inizio (il prezzo per chi avesse lavorato tutta la giornata): Dio non fa patti nascosti e accoglie anche chi chiama alla fine (in piena luce). Questa scena è, infatti, aperta nella parte di cerchio che si forma tra lavoratori e padrone., mentre all’opposto è chiusa (simbolicamente) per quelli che stanno discutendo sulla paga ricevuta.

La conclusione della parabola insegna che Dio chiama ogni persona alla salvezza, in qualsiasi momento della vita e dà prova d’una bontà senza limiti che supera la giustizia senza per questo comprometterla e nessuno dev’essere invidioso.

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