“#Sconfiggiamo la lebbra”: è questo lo slogan della 66° Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra (che si celebra domenica 27 gennaio) come un’opportunità per l’Unione Internazionale Raoul Follereau, “di ribadire al mondo intero che la lebbra non è una fatalità e di continuare la sua battaglia, grazie alla generosità di chi vorrà sostenerci con offerte che permetteranno ai malati di essere curati e guariti”. In molte piazze d’Italia viene proposto il Miele della solidarietà, per offrire un contributo concreto alla lotta contro questa terribile malattia. Il tema di quest’anno è una presa di posizione forte ed una chiamata all’azione che l’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau – via Borselli 4/6 – 40135 Bologna Tel. 051 4393211 – Fax 051 434046 – N.ro verde 800550303 – info@aifo.it) ogni anno propone per dar voce agli Ultimi. Infatti la lebbra e tutte le malattie tropicali dimenticate esistono ancora e vanno eliminate!
Con la 66° Giornata Mondiale dei Malati di Lebbra, si vogliono raccogliere fondi per combattere la lebbra insieme a tutte le malattie dimenticate che colpiscono gli ultimi del mondo, promuovendo cure e programmi di inclusione sociale. Oggi i malati di lebbra sono molto meno, un risultato ottenuto grazie all’applicazione di un modello sanitario e sociale vincente. Ma la lebbra esiste ancora, cosi come sono moltissime le persone affette dalle tante malattie tropicali dimenticate: filariosi, oncorcecosi, malattia del sonno, elefantiasi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, solo nel 2015, oltre 1 miliardo di persone nel mondo hanno contratto una di queste malattie. Questa malattie hanno un determinante comune: la povertà estrema. E una conseguenza comune: la disabilità e l’esclusione. Le affrontiamo con lo stesso approccio multidisciplinare, sociosanitario e ambientale, che è utilizzato oggi nei programmi di controllo della lebbra. Per superare il concetto di “Malattie Dimenticate” è necessario aumentare il supporto ed ampliare i programmi esistenti di diagnosi e trattamento. “Perché il malato di lebbra cessi di essere lebbroso – diceva l’apostolo dei lebbrosi Raoul Follereau – bisogna guarire quelli che stanno bene. Bisogna guarire quelle persone terribilmente fortunate che siamo noi da un’altra lebbra, singolarmente più contagiosa e più sordida e più miserabile: la paura. La paura e l’indifferenza che troppo spesso essa porta con sé.” Ora la lebbra oggi è una malattia curabile, ma nelle aree più povere del mondo il morbo continua a colpire molte persone. Le cause principali continuano ad essere l’assenza di servizi sanitari, d’igiene e di alimentazione ed i pregiudizi culturali, per i segni che la malattia lascia sul corpo.
L’AIFO opera per i malati di lebbra non solo per curare i malati, ma anche per la prevenzione, la riabilitazione delle persone che in seguito alla malattia presentano disabilità e deformità, e per il loro reinserimento lavorativo e sociale. Un problema ignorato dai mass media perché lontano dalla nostra vita di ogni giorno, e tuttavia ancora drammaticamente attuale, un male che ancor più delle altre malattie dimenticate testimonia la condizione di povertà estrema, la privazione dei più elementari diritti sociali e sanitari che colpisce gran parte dell’umanità. Il contributo di ognuno è essenziale per continuare a sostenere i progetti dell’AIFO: ad esempio, con poco più di 10 € al mese (circa 130 € all’anno) si può finanziare la cura completa di un malato di lebbra, con bollettino di c.c. postale n. 7484 (intestato ad ASSOCIAZIONE ITALIANA AMICI DI RAOUL FOLLEREAU-A.I.FO. – ONLUS); con un bonifico su c.c. Banca Popolare Etica (codice IBAN IT89 B050 1802 4000 0000 0505 050); con carta di credito e RID: telefonando al n. verde AIFO (800.550303).
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