NESSUNO NE PARLA (O QUASI) news quasi sconosciute a cura di Gian Paolo Cassano

Resta sempre delicata la situazione in Camerun, dove continuano le proteste da parte della minoranza anglofona. In vista delle prossime elezioni del 7 ottobre i Vescovi chiedono elezioni libere e trasparenti, tenendo conto del clima teso a causa della crisi nelle regioni a minoranza anglofona, dell’insicurezza nell’estremo nord, causata dalla setta Boko Haram, e dell’impatto del conflitto centrafricano sulla regione di frontiera dell’est del Camerun. Ne riferisce l’agenzia Fides e Vatican news
“Le prossime scadenze elettorali – affermano i vescovi del Camerun in una Lettera pastorale firmata da mons. Samuel Kléda, arcivescovo di Doula e presidente della Conferenza episcopale camerunese – sono decisive per la vita del Paese e auspichiamo, secondo gli insegnamenti della Chiesa, che il popolo possa esercitare la sua sovranità scegliendo in modo libero, pacifico e responsabile, i suoi dirigenti”. Il 7 ottobre si terranno le elezioni presidenziali, seguite da altre consultazioni elettorali nel 2019. I Vescovi sottolineano che “le elezioni si terranno in un contesto socio-politico particolare: la crisi nelle regioni del nord-ovest e del sud-est, l’insicurezza nell’estremo nord, causata dalla setta Boko Haram e l’impatto del conflitto centrafricano sulla regione di frontiera dell’est del Camerun”.
Le regioni del nord-ovest e del sud-est (che il 1 ottobre 2017 hanno dichiarato simbolicamente la loro indipendenza) sono quelle dove vive la minoranza anglofona che protesta per l’imposizione della lingua francese a livello amministrativo, giudiziario e scolastico. Sono tensioni “potrebbero turbare lo svolgimento sereno e pacifico delle elezioni nel Paese” ammoniscono i vescovi che ricordano come solo un voto libero e trasparente possa “garantire la pace, la stabilità e la giustizia”.
Invitando tutti gli elettori ad adempiere al loro diritto-dovere di votare, la Conferenza episcopale indica alcuni criteri per orientarsi nella scelta di “candidati capaci di fare fronte alla crisi sociale, economica e politica del Paese”, nella promozione dell’unità del paese, “l’intangibilità delle sue frontiere, la sua indipendenza e la sua dignità nel concerto delle nazioni moderne”, Così si invitano a scegliere candidati che offrono vere soluzioni ai problemi del Paese come corruzione, perdita del senso del bene comune, crisi nella regioni anglofone, disuguaglianze sociali, disoccupazione giovanile, lotta contro Boko Haram.

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