NESSUNO NE PARLA (O QUASI)

NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano

Dopo due anni di attesa sembra probabile che dal 31 ottobre il Libano avrà un nuovo Presidente della Repubblica, che verrà eletto dal Parlamento. Il candidato sarebbe Michel Aoun, cristiano maronita, vicino a Hezbollah. Il Paese, la cui popolazione si ripartisce tra musulmani sciiti, sunniti, cristiani maroniti e molte altre confessioni religiose, ha un complesso sistema politico che prevede la suddivisione delle più alte cariche dello Stato e dei seggi parlamentari su base confessionale.
“Dopo il crollo dell’Impero Ottomano – ha detto alla Radio Vaticana Camille Eid, giornalista libanese e collaboratore del quotidiano Avvenire – è stato trovato un sistema politico di comune accordo tra cristiani e musulmani che rendesse partecipi tutte le componenti della società, senza quindi escludere le cosiddette minoranze o altri gruppi. Una cosa che altri Paesi del Medio Oriente non hanno sperimentato pienamente. Per cui l’appartenenza confessionale è diventata anche cardine perché – malgrado tutti i suoi difetti – hanno diviso il potere, assegnando cariche di primaria importanza a determinate confessioni: la presidenza della Repubblica è tradizionalmente assegnata ad un cristiano maronita, che vuol dire un cattolico; la presidenza del Parlamento ad uno sciita e quella del Consiglio dei ministri ad un sunnita. Lo stesso vale per i seggi del Parlamento, che sono attualmente divisi a metà tra i cristiani e i musulmani. Tutto questo ha un unico scopo, quello cioè di rendere partecipi al governo del Paese tutti i libanesi, senza discriminare alcuna componente.”
Ricordiamo che il Libano ricopre attualmente importante nella scacchiera mediorientale accogliendo circa un milione e mezzo di profughi siriani. “Quindi – aggiunge Eid – la stabilità del Libano è importante in questo periodo, proprio perché una qualsiasi minaccia della stabilità libanese vorrebbe dire che questo milione e mezzo di siriani si riverserebbe poi in Europa o in altri Paesi.”
Gian Paolo Cassano

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