La Parola di Papa Francesco

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano

Con l’udienza generale di mercoledì 29 maggio il Papa ha iniziato un nuovo ciclo di catechesi sula Chiesa, spiegata come “famiglia di Dio” ricordando anche che in chi compone la Chiesa (Pastori e fedeli) ci siano miserie piccole e grandi. “Ci sono difetti, imperfezioni, peccati, anche il Papa li ha e ne ha tanti, ma il bello è che quando noi ci accorgiamo di essere peccatori, troviamo la misericordia di Dio, il quale sempre perdona. Non dimenticatelo: Dio sempre perdona e ci riceve nel suo amore di perdono e di misericordia. Alcuni dicono che il peccato è un’offesa a Dio, ma anche un’opportunità di umiliazione per accorgersi che c’è un’altra cosa più bella: la misericordia di Dio. Pensiamo a questo”.
Il progetto di Dio “è fare di tutti noi un’unica famiglia dei suoi figli, in cui ciascuno lo senta vicino e si senta amato da Lui, come nella parabola evangelica, senta il calore di essere famiglia di Dio”.
Qui “trova la sua radice la Chiesa, che non è un’organizzazione nata da un accordo di alcune persone”, ma un’opera di Dio che nasce “da questo disegno di amore” e “si realizza progressivamente nella storia”. Essa “è famiglia in cui si ama e si è amati (…) Ancora oggi qualcuno dice: ‘Cristo sì, la Chiesa no’. Come quelli che dicono ‘io credo in Dio ma non nei preti’. Ma è proprio la Chiesa che ci porta Cristo e che ci porta a Dio (…) Chiediamo al Signore, in modo del tutto particolare in quest’Anno della fede, che le nostre comunità, tutta la Chiesa, siano sempre più vere famiglie che vivono e portano il calore di Dio”.
Domenica 2 giugno, all’Angelus, il Pontefice, nella Festa del Corpus Domini, pensa alla Siria, martoriata da una “tormentata situazione di guerra” che “porta con sé tragiche conseguenze: morte, distruzione, ingenti danni economici e ambientali, come anche la piaga dei sequestri di persona.”
Nel mondo “ci sono tante situazioni di conflitto, ma ci sono anche tanti segni di speranza”; ha così incoraggiato “i recenti passi compiuti in vari Paesi dell’America Latina verso la riconciliazione e la pace”, da accompagnare “con la nostra preghiera”.
Soffermandosi sul Vangelo domenicale, Francesco, sottolineato l’atteggiamento dei discepoli che cercano la “soluzione più realistica, che non crei troppi problemi”, ha colto invece come “l’atteggiamento di Gesù” sia “nettamente diverso.” Esso “è dettato dalla sua unione con il Padre e dalla compassione per la gente, quella pietà di Gesù verso tutti noi: Gesù sente i nostri problemi, sente le nostre debolezze, sente i nostri bisogni. Di fronte a quei cinque pani, Gesù pensa: ecco la provvidenza! Da questo poco, Dio può tirar fuori il necessario per tutti. Gesù si fida totalmente del Padre celeste, sa che a Lui tutto è possibile”.
Allora “la festa del Corpus Domini ci chiede di convertirci alla fede nella Provvidenza, di saper condividere il poco che siamo e che abbiamo, e non chiuderci mai in noi stessi. Chiediamo alla nostra Madre Maria di aiutarci in questa conversione, per seguire veramente, sempre di più, quel Gesù che adoriamo nell’Eucaristia”.
Gian Paolo Cassano

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