La Parola di Papa Benedetto

LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano

Continuando la catechesi sulla preghiera di Gesù, il Papa nell’udienza di mercoledì 1 febbraio si è soffermato su quella del Signore al Getsemani.
In quell’ora di paura e angoscia “è ricapitolato tutto l’orrore dell’uomo davanti alla propria morte, la certezza della sua inesorabilità e la percezione del peso del male che lambisce la nostra vita”. Così “anche noi, nella preghiera dobbiamo essere capaci di portare davanti a Dio le nostre fatiche, la sofferenza di certe situazioni, di certe giornate, l’impegno quotidiano di seguirlo, di essere cristiani e anche il peso del male che vediamo in noi e attorno a noi, perché Egli ci dia speranza, ci faccia sentire la sua vicinanza, ci doni un po’ di luce nel cammino della vita”.
Gesù davanti alla morte e al male si rivolge al Padre: “tutto è possibile per te: allontana da me questo calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu”. Ma tutto “questo è importante anche nella nostra preghiera” quotidiana imparando “ad affidarci di più alla Provvidenza divina, chiedere a Dio la forza di uscire da noi stessi per rinnovargli il nostro ‘sì’, per ripetergli ‘sia fatta la tua volontà’, per conformare la nostra volontà alla sua”. Per questo occorre chiedere “al Signore di essere capaci di vegliare con Lui in preghiera, di seguire la volontà di Dio ogni giorno anche se parla di Croce, di vivere un’intimità sempre più grande con il Signore, per portare in questa ‘terra’ un po’ del ‘cielo’ di Dio”.
Domenica 5 febbraio, all’Angelus, Benedetto XVI ha ricordato il tema della Giornata della vita “nell’affermare che la vera giovinezza si realizza nell’accoglienza, nell’amore e nel servizio alla vita”.
Ispirandosi al Vangelo domenicale, ha parlato della malattia come “una condizione tipicamente umana, in cui sperimentiamo fortemente che non siamo autosufficienti, ma abbiamo bisogno degli altri”.
Così, paradossalmente, si potrebbe dire “che la malattia può essere un momento salutare in cui si può sperimentare l’attenzione degli altri e donare attenzione agli altri!” Tuttavia, la malattia “è pur sempre una prova, che può diventare anche lunga e difficile”, per cui si può “rimanere come schiacciati, isolati, e allora la nostra esistenza si deprime.” Occorre “reagire a questo attacco del Male”, certamente “con le cure appropriate” ma soprattutto affrontando la malattia con “un atteggiamento decisivo e di fondo”, che risiede nella fede “nell’amore di Dio”.
E’ questa “la vera risposta, che sconfigge radicalmente il Male. Come Gesù ha affrontato il Maligno con la forza dell’amore che gli veniva dal Padre, così anche noi possiamo affrontare e vincere la prova della malattia tenendo il cuore immerso nell’amore di Dio”, sull’esempio della beata Chiara Badano, troncata nel fiore della giovinezza, capace di donare lei agli altri “luce e fiducia”.
Gian Paolo Cassano

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