La parola di Papa Benedetto

LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO

a cura di Gian Paolo Cassano

Santa Teresa di Lisieux; di questa eccezionale figura di santità ne ha parlato Benedetto XVI nell’udienza dello scorso mercoledì 6 aprile. Una donna innamorata senza misura di Cristo e di ogni persona, la Santa ha “illuminato tutta la Chiesa con la sua profonda dottrina spirituale”. Prendendo spunto dalla sua autobiografica “Storia di un’anima”, ha esortato “a riscoprire questo piccolo-grande tesoro, questo luminoso commento del Vangelo pienamente vissuto! La Storia di un’anima, infatti, è una meravigliosa storia d’Amore, raccontata con una tale autenticità, semplicità e freschezza che il lettore non può non rimanerne affascinato!

Di grazia in grazia, Teresa sceglie il convento dopo aver scoperto la forza del suo amore per il Crocifisso, “sposa” di Cristo assolutamente raggiante: “lo stesso giorno, la Santa scrive una preghiera che indica tutto l’orientamento della sua vita: chiede a Gesù il dono del suo Amore infinito, di essere la più piccola, e sopratutto chiede la salvezza di tutti gli uomini: ‘Che nessuna anima sia dannata oggi’”.

Nel Carmelo di Lisieux, Teresa diventa una guida, una “scienziata” del dono di sé; per questo Giovanni Paolo II la proclamò Dottore della Chiesa nel 1997. “Con l’umiltà e la carità, la fede e la speranza – ha aggiunto il Pontefice – Teresa entra continuamente nel cuore della Sacra Scrittura che racchiude il Mistero di Cristo. E tale lettura della Bibbia, nutrita dalla scienza dell’amore, non si oppone alla scienza accademica. La scienza dei santi, infatti, di cui lei stessa parla nell’ultima pagina della Storia di un’anima, è la scienza più alta”.

E’ stata anche l’occasione per un appello di pace in Libia e Costa d’Avorio “affinché si avvii l’opera di pacificazione e di dialogo e si evitino ulteriori spargimenti di sangue”.

Domenica 10 aprile, all’Angelus, si è soffermato sul significato cristiano della morte che sembra “come un muro che ci impedisce di vedere oltre”, anche se il nostro cuore “si protende al di là di questo muro; e anche se non possiamo conoscere quello che esso nasconde, tuttavia lo pensiamo, lo immaginiamo, esprimendo con simboli il nostro desiderio di eternità”.

Benedetto XVI constata che “anche tra i cristiani, la fede nella risurrezione e nella vita eterna si accompagna non raramente a tanti dubbi, a tanta confusione, perché si tratta pur sempre di una realtà che oltrepassa i limiti della nostra ragione, e richiede un atto di fede”.

Ma c’è un’altra morte quella “spirituale, il peccato, che minaccia di rovinare l’esistenza di ogni uomo. Per vincere questa morte Cristo è morto, e la sua Risurrezione non è il ritorno alla vita precedente, ma l’apertura di una realtà nuova, una “nuova terra”, finalmente ricongiunta con il Cielo di Dio”. Egli infatti “abbatte il muro della morte, in Lui abita tutta la pienezza di Dio, che è vita, vita eterna.”

Gian Paolo Cassano

Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.