La Parola di Papa Benedetto

LA PAROLA DI PAPA BENEDETTO

a cura di Gian Paolo Cassano

La grande amabilità e profondità d’animo di san Francesco di Sales (Santo e dottore, tra i più grandi, vissuto tra il XVI e XVII secolo) è stata oggetto della catechesi di mercoledì 2 marzo. Benedetto XVI ha insegnato che la santità è un percorso aperto a tutti, al di là del loro stato sociale.

L’influsso della sua vita – ha affermato il Papa – e del suo insegnamento sull’Europa dell’epoca e dei secoli successivi appare immenso. E’ apostolo, predicatore, scrittore, uomo d’azione e di preghiera; impegnato a realizzare gli ideali del Concilio di Trento; coinvolto nella controversia e nel dialogo con i protestanti, sperimentando sempre più, al di là del necessario confronto teologico, l’efficacia della relazione personale e della carità; incaricato di missioni diplomatiche a livello europeo, e di compiti sociali di mediazione e di riconciliazione”. Francesco di Sales spiegava con semplicità che “Dio è il Dio del cuore umano”, formulando un invito “rivoluzionario”, quello “a essere completamente di Dio, vivendo in pienezza la presenza nel mondo e i compiti del proprio stato”.

Nasceva così quell’appello ai laici – ha ricordato papa Benedetto – quella cura per la consacrazione delle cose temporali e per la santificazione del quotidiano su cui insisteranno il Concilio Vaticano II e la spiritualità del nostro tempo. Si manifestava l’ideale di un’umanità riconciliata, nella sintonia fra azione nel mondo e preghiera, fra condizione secolare e ricerca di perfezione, con l’aiuto della Grazia di Dio che permea l’umano e, senza distruggerlo, lo purifica, innalzandolo alle altezze divine”.

La ragione umana, dice Francesco di Sales, è come “un tempio articolato in più spazi” e l’amore “nella sua dimensione teologale, divina” è “la ragion d’essere di tutte le cose, in una scala ascendente che non sembra conoscere fratture e abissi”.

Qui si basa quella regola sulla quale si formeranno santi come Francesca di Chantal, Giovanni Bosco o Teresa di Lisieux: ”fare tutto per amore, niente per forza – amar più l’obbedienza che temere la disobbedienza. Vi lascio lo spirito di libertà, non già quello che esclude l’obbedienza, ché questa è la libertà del mondo; ma quello che esclude la violenza, l’ansia e lo scrupolo”. Una regola che sovverte e risponde a certe derive del mondo di oggi: “in una stagione come la nostra che cerca la libertà, anche con violenza e inquietudine, non deve sfuggire l’attualità di questo grande maestro di spiritualità e di pace, che consegna ai suoi discepoli lo ‘spirito di libertà’, quella vera … San Francesco di Sales è un testimone esemplare dell’umanesimo cristiano; con il suo stile familiare, con parabole che hanno talora il colpo d’ala della poesia, ricorda che l’uomo porta iscritta nel profondo di sé la nostalgia di Dio e che solo in Lui trova la vera gioia e la sua realizzazione più piena”.

Domenica 6 marzo, all’Angelus, il Papa ha ricordato con commozione il ministro pakistano Shahbaz Bhatti, ucciso da fondamentalisti islamici, auspicando che questo fatto tragico “svegli nelle coscienze il coraggio e l’impegno a tutelare la libertà religiosa di tutti gli uomini e, in tal modo, a promuovere la loro uguale dignità”.

Commentando il vangelo domenicale (Mt. 7) ha ricordato come Gesù ci riveli “il vero volto di Dio, e al tempo stesso” ci faccia “sentire la gioia di essere figli del Padre che è nei cieli, indicandoci la base solida su cui edificare la nostra vita”.
Di qui l’invito a costruire la nostra vita su Cristo “la roccia della nostra vita! Egli è la Parola eterna e definitiva che non fa temere ogni sorta di avversità, ogni difficoltà, ogni disagio”, facendo spazio “ogni giorno, alla Parola di Dio… È un prezioso aiuto anche per mettersi al riparo da un attivismo superficiale, che può soddisfare per un momento l’orgoglio, ma che, alla fine, lascia vuoti e insoddisfatti”.

Gian Paolo Cassano

Comments are closed, but trackbacks and pingbacks are open.