LA PAROLA di PAPA BENEDETTO
a cura di Gian Paolo Cassano
L’Udienza di mercoledì 22 dicembre è stata interamente dedicata al Natale. Il Papa ha invitato i cristiani a non farsi trovare “impreparati”, presi cioè soprattutto dal “rendere più bella e attraente la realtà esteriore” e a far sì che “la cura che poniamo per rendere più splendenti le nostre strade e le nostre case ci spinga ancora di più a predisporre il nostro animo ad incontrare Colui che verrà a visitarci, che è la vera bellezza e la vera luce. Purifichiamo quindi la nostra coscienza e la nostra vita da ciò che è contrario a questa venuta: pensieri, parole, atteggiamenti e azioni, spronandoci a compiere il bene e a contribuire a realizzare in questo nostro mondo la pace e la giustizia per ogni uomo e a camminare così incontro al Signore”.
Benedetto XVI ha ricordato i personaggi evangelici protagonisti del Natale del Signore in cui ”trova spazio e significato, attraverso i secoli, anche la nostra attesa.” Citando S. Ireneo, ha invitato ad imitare Gesù: “con la sua venuta tra noi, Dio ci indica e ci assegna anche un compito: proprio quello di essere somiglianti a Lui e di tendere alla vera vita, di arrivare alla visione di Dio nel volto di Cristo (…) Il Verbo fatto bambino ci aiuta a comprendere il modo di agire di Dio, affinché siamo capaci di lasciarci sempre più trasformare dalla sua bontà e dalla sua infinita misericordia”.
A Natale nella benedizione Urbi et orbi ha parlato della nascita di Gesù come di un motivo di speranza per tutti gli uomini, soprattutto per quanti vedono offesa la propria dignità, rivolgendo parole di incoraggiamento ai cristiani perseguitati, in particolare in Cina, e facendo gli auguri natalizi in 65 lingue. “Dio non è lontano” perché “è venuto ad abitare in mezzo a noi”, non è uno sconosciuto, ma “ha un volto, quello di Gesù”. Questo “é un messaggio sempre nuovo, sempre sorprendente, perché oltrepassa ogni nostra più audace speranza. Soprattutto perché non è solo un annuncio: è un avvenimento, un accadimento, che testimoni credibili hanno veduto, udito, toccato nella Persona di Gesù di Nazareth!” Ora se “il Verbo e la carne – rileva il Pontefice – sono realtà tra loro opposte, come può la Parola eterna e onnipotente diventare un uomo fragile e mortale”? C’è solo “una risposta: l’Amore. Chi ama vuole condividere con l’amato, vuole essere unito a lui, e la Sacra Scrittura ci presenta proprio la grande storia dell’amore di Dio per il suo popolo, culminata in Gesù Cristo”. E’ la luce di Cristo “si manifesta a chi la accoglie con fede, perché è un mistero d’amore. Solo quanti si aprono all’amore sono avvolti dalla luce del Natale.”
In realtà, Dio non cambia, è fedele a Se stesso: “Dio non muta – osserva il Pontefice – Egli è Amore da sempre e per sempre. E la sua incarnazione“è un avvenimento che è accaduto nella storia, ma nello stesso tempo la oltrepassa”.
Essa “è come il lievito dell’umanità: se mancasse, verrebbe meno la forza che manda avanti il vero sviluppo: la spinta a collaborare per il bene comune, al servizio disinteressato del prossimo, alla lotta pacifica per la giustizia”.
Per questo “credere nel Dio che ha voluto condividere la nostra storia è un costante incoraggiamento ad impegnarsi in essa, anche in mezzo alle sue contraddizioni”. Natale è allora “motivo di speranza per tutti coloro la cui dignità è offesa e violata, perché Colui che è nato a Betlemme è venuto a liberare l’uomo dalla radice di ogni schiavitù”. Così il Papa prega per la pace in Terra Santa, per tutte quelle realtà segnata dalla sofferenza e dalla violenza (Iraq, Colombia, Venezuela, Guatemala, Nicaragua, Costa Rica, Haiti, Somalia, Darfur, Costa d’Avorio, Afghanistan, Pakistan, Corea).
Nell’Angelus di domenica 26 dicembre Benedetto XVI ha ancora lanciato un appello di pace “ad abbandonare la via dell’odio per trovare soluzioni pacifiche dei conflitti e donare alle care popolazioni sicurezza e serenità” in seguito alle violenze anticristiane in Nigeria e nelle Filippine. Ha quindi invitato a contemplare la scena della santa Famiglia che custodisce il mistero della nascita del Figlio di Dio, anche se “la nascita di ogni bambino porta con sé qualcosa di questo mistero!” Per questo “è importante, allora, che ogni bambino, venendo al mondo, sia accolto dal calore di una famiglia! …
Di questo hanno bisogno i bambini: dell’amore del padre e della madre. E’ questo che dà loro sicurezza e che, nella crescita, permette la scoperta del senso della vita”.
Per questo il Papa ha pregato per “tutte le famiglie, affinché non si scoraggino di fronte alle prove e alle difficoltà, ma coltivino sempre l’amore coniugale e si dedichino con fiducia al servizio della vita e dell’educazione”.
Gian Paolo Cassano
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