La Parola di Papa Benedetto

LA PAROLA di PAPA BENEDETTO

a cura di Gian Paolo Cassano

L’udienza del Papa mercoledì 17 novembre è stata dedicata a S. Giuliana di Cornillon, vissuta agli inizi del XIII secolo in Belgio. E’ una figura poco nota, ma importante per la sua “fede nella presenza reale di Cristo nell’Eucaristia” che contribuì non poco all’istituzione della solennità del Corpus Domini.

Giuliana, affidata sin da bambina alle monache agostiniane, acquisì una notevole cultura mostrando una “propensione particolare per la contemplazione”. Già a 16 anni ebbe una prima di tante visioni, durante le sue adorazioni eucaristiche: “la visione presentava la luna nel suo pieno splendore, con una striscia scura che la attraversava diametralmente. Il Signore le fece comprendere il significato di ciò che le era apparso. La luna simboleggiava la vita della Chiesa sulla terra, la linea opaca rappresentava invece l’assenza di una festa liturgica, per l’istituzione della quale era chiesto a Giuliana di adoperarsi in modo efficace: una festa, cioè, nella quale i credenti avrebbero potuto adorare l’Eucaristia per aumentare la fede, avanzare nella pratica delle virtù e riparare le offese al Santissimo Sacramento”.

Il vescovo di Liegi, mons. Roberto di Thourotte, accolse la proposta di Giuliana e istituì per la prima volta una festa in onore del S. S. Sacramento.

E qui il Papa ha fornito un criterio di discernimento: per avere la conferma che un’ispirazione viene da Dio, occorre sempre immergersi nella preghiera, saper attendere con pazienza, cercare l’amicizia e il confronto con altre anime buone, e sottomettere tutto al giudizio dei Pastori della Chiesa”.

Papa Urbano IV poi fece sua la bella iniziativa, istituendo (con la Bolla dell’11 agosto 1264) la Solennità del Corpus Domini, perché “almeno una volta l’anno, se ne faccia più onorata e solenne memoria,” incaricando S. Tommaso D’Aquino di “comporre i testi dell’ufficio liturgico” che sono “capolavori, in cui si fondono teologia e poesia.”

Ed oggi “nella Chiesa – ha aggiunto Benedetto XVI c’è una primavera eucaristica: quante persone sostano silenziose dinanzi al Tabernacolo, per intrattenersi in colloquio d’amore con Gesù! È consolante sapere che non pochi gruppi di giovani hanno riscoperto la bellezza di pregare in adorazione davanti al Santissimo Sacramento …”

L’adorazione porta consolazione e gioia: “cerchiamo anche di andare frequentemente a visitare il Signore presente nel Tabernacolo! Guardando in adorazione l’Ostia consacrata, noi incontriamo il dono dell’amore di Dio, incontriamo la Passione e la Croce di Gesù, come pure la sua Risurrezione.”

Al termine ha poi lanciato un appello in favore dei cristiani del Pakistan “spesso vittime di violenze o di discriminazione” perché ”anche la loro dignità umana ed i loro diritti fondamentali siano pienamente rispettati”.

Domenica 21 novembre, nella S. Messa in S. Pietro con i nuovi cardinali, con la consegna dell’anello cardinalizio, “sigillo” del “patto nuziale con la Chiesa”, ha chiesto di “meditare profondamente sul ministero del Vescovo di Roma e su quello ad esso legato dei cardinali alla luce della regalità di Gesù”, che è una chiamata “a stare con Gesù, come Maria e non chiedergli di scendere dalla croce, ma rimanere lì con Lui … per tutta la Chiesa, per tutto il popolo di Dio”. E’ un ministero che “consiste tutto nella fede.” E’ un ministero difficile “perché non si allinea al modo di pensare degli uomini, a quella logica naturale che peraltro rimane sempre attiva anche in noi stessi.”

All’Angelus poi ha rivolto l’invito a scorgere “la via dell’amore che il Signore ci rivela e ci invita a percorrere anche nell’arte cristiana”, ricordando le comunità di clausura e rivolgendo un appello per i cristiani perseguitati e per gli alluvionati in Colombia e un richiamo alla prudenza sulle strade, assicurando le sue preghiere per tutte le vittime di incidenti.

Gian Paolo Cassano

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