QUARESIMA 2022

C’è l’invito ad “una triplice conversione, urgente e importante in questa fase della storia, in particolare per le Chiese che si trovano in Italia” nel Messaggio che i Vescovi italiani hanno inviato in questi giorni per la Quaresima, che comincia riferendosi alla prima fase del Cammino sinodale, dedicata all’ascolto. I Vescovi infatti parlano di una “conversione all’ascolto, alla realtà e alla spiritualità”.
Il Cammino sinodale (di cui stiamo vivendo la prima fase) “ci consente di ascoltare ancora più da vicino le voci che risuonano dentro di noi e nei nostri fratelli. Sono le voci dei bambini, dei ragazzi, degli adolescenti, degli esperti, dei sanitari… Sono le voci di alcuni parroci, insieme con i loro catechisti e collaboratori pastorali, che vedono diminuite il numero delle attività e la partecipazione del popolo, preoccupati di non riuscire a tornare ai livelli di prima, ma nello stesso tempo consapevoli che non si deve semplicemente sognare un ritorno alla cosiddetta normalità”. Ora (scrivono i vescovi) “ascoltare in profondità tutte queste voci anzitutto fa bene alla Chiesa stessa.” Per questo si sente “il bisogno di imparare ad ascoltare in modo empatico, interpellati in prima persona ogni volta che un fratello si apre con noi”, perché l’ascolto “trasforma dunque anzitutto chi ascolta, scongiurando il rischio della supponenza e dell’autoreferenzialità”. Così la Chiesa che ascolta diventa “una Chiesa sensibile anche al soffio dello Spirito. Ascolto della Parola di Dio e ascolto dei fratelli e delle sorelle vanno di pari passo. L’ascolto degli ultimi, poi, è nella Chiesa particolarmente prezioso, poiché ripropone lo stile di Gesù, che prestava ascolto ai piccoli, agli ammalati, alle donne, ai peccatori, ai poveri, agli esclusi”.Per cui i Vescovi domandano: quali ostacoli incontra ancora l’ascolto libero e sincero da parte della Chiesa? Come possiamo migliorare nella Chiesa il modo di ascoltare?
C’è poi una seconda conversione alla realtà che riguarda “l’impegno a documentarsi con serietà e libertà di mente e a sopportare che ci siano problemi che non possono essere risolti in breve tempo e con poco sforzo.” Poiché è “l’ancoraggio alla realtà storica” che caratterizza la fede cristiana, diventa “urgente l’obbedienza al presente, senza lasciarsi vincere dalla paura che paralizza, dai rimpianti o dalle illusioni” con quella perseveranza che è “il comportamento quotidiano del cristiano che sostiene il peso della storia (cfr. 2Cor 6,4), personale e comunitaria.” Bisogna, come comunità cristiana, oltre che come singoli credenti, riappropriarsi “del tempo presente con pazienza e restando aderenti alla realtà”, poiché un compito ecclesiale sarà quello “di educare alla verità, contribuendo a colmare il divario tra realtà e falsa percezione della realtà. Per questo i vescovi domandano: quali rigide precomprensioni impediscono di lasciarsi convincere dalle novità che vengono dalla realtà? Di quanta pazienza è capace il cuore dei credenti nel costruire soluzioni per la vita delle persone e della società ?
C’è infine una “Conversione alla spiritualità”, cogliendo “la pienezza del tempo” (Gal 4,4) cioè “l’azione dello Spirito, che rende ogni epoca un tempo opportuno”. Ora il “Cammino sinodale sta facendo maturare nelle Chiese in Italia un modo nuovo di ascoltare la realtà per giudicarla in modo spirituale e produrre scelte più evangeliche”, non alienati dalla storia, ma con “un’interiorizzazione profonda dello stile di Gesù, del suo sguardo spirituale, della sua capacità di vedere ovunque occasioni per mostrare quanto è grande l’amore del Padre.” Il cristiano vedo allora questo tempo non solo segnato dalle restrizioni della pandemia, ma come “un tempo dello Spirito, un tempo di pienezza, perché contiene opportunità di amore creativo che in nessun’altra epoca storica si erano ancora presentate.” Di qui alcuni interrogativi: “quale azione dello Spirito è possibile riconoscere in questo nostro tempo? Andando al di là dei meri fatti che accadono nel nostro presente, quale lettura spirituale possiamo fare della nostra epoca, per progredire spiritualmente come singoli e come comunità credente?”

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