NESSUNO NE PARLA (O QUASI)

NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano

Forte è la preoccupazione della Chiesa cattolica inglese epr il progetto di legge sul suicidio assistito il cui dibattito e voto è in programma a settembre presso la Camera dei Comuni del Regno Unito
La proposta normativa, presentata da Rob Marris, mira a rendere possibile, per i malati terminali adulti, la scelta di porre fine alla propria vita con una specifica assistenza medica. E quindi ciò implica la possibilità, per i medici, di iniettare farmaci letali ai pazienti malati terminali per portarli al suicidio.
“Si tratta di un dibattito estremamente importante – scrive mons. Peter Smith, arcivescovo di Southwark e responsabile del Dipartimento per la responsabilità cristiana e la cittadinanza, all’interno della Conferenza episcopale inglese – Le informazioni e le spiegazioni su questo argomento devono essere diffuse capillarmente in tutte le parrocchie del Paese”. Di qui l’esortazione ai cattolici ad esprimere la propria preoccupazione ai parlamentari soprattutto “per le conseguenze sulle persone più vulnerabili”, perché “ciò che serve sono cure palliative maggiori e migliori, non l’assistenza al suicidio”.
La Conferenza episcopale inglese ha creato una pagina web ad hoc in cui si spiegano, nel dettaglio, la proposta normativa e le sue drammatiche conseguenze. Citando, poi, il messaggio di Papa Francesco per la Giornata della vita 2013, i vescovi inglesi sottolineano che “anche i più deboli e vulnerabili, i malati, gli anziani, i non ancora nati ed i poveri sono capolavori della creazione di Dio, fatti a sua immagine, destinati a vivere in eterno, e meritevoli della massima riverenza e di rispetto”. Per questo “la Chiesa insegna che la vita è un dono di Dio e sostiene un’assistenza di alta qualità per i moribondi e una tutela per i più deboli e vulnerabili”.
Quanto al parere dei medici, i vescovi britannici sottolineano che “la British Medical Association, e il Medical Royal Colleges sono fortemente contrari a legalizzare il suicidio assistito” perché esso violerebbe “i principi fondamentali dell’etica medica professionale”, principi che risalgono “al giuramento di Ippocrate” e che affermano che “i medici devono mostrare il massimo rispetto per la vita umana”.
Gian Paolo Cassano

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