NESSUNO NE PARLA (O QUASI)

NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano

Domenica 28 febbraio è stata una giornata di referendum popolari in Svizzera, votando per quattro referendum su altrettanti temi. E’ stato approvato quello relativo al raddoppio della Galleria del San Gottardo, mentre sono stati respinti gli altri, quello sulla speculazione lo sulle materie prime alimentari, quello sulla famiglia e quello per espellere gli stranieri che commettono reati. Su questi ultimi due è intervenuta la Conferenza episcopale elvetica, con due note distinte, ma dal diverso contenuto: nel primo caso, infatti, i vescovi esprimono rammarico per il risultato della votazione; nel secondo caso, invece, soddisfazione.
Il primo quesito riguardava l’iniziativa “Per il matrimonio e la famiglia – No agli svantaggi per le coppie sposate”, che si  poneva l’obiettivo di non penalizzare le famiglie dal punto di vista fiscale. L’iniziativa è stata bocciata dalla popolazione, un risultato che “non ha sorpreso i vescovi svizzeri”.
Tuttavia, la Ces sottolinea che tale iniziativa ha raggiunto comunque uno dei suoi obiettivi, ossia “mettere in evidenza l’alto valore posto sulla famiglia dalla popolazione elvetica”. “Molti oppositori dell’iniziativa, infatti hanno ugualmente sottolineato l’importanza fondamentale dei nuclei familiari per il presente ed il futuro della società”.
Al contrario, la vittoria del no al referendum sugli stranieri che commettono reati ha suscitato soddisfazione tra i vescovi svizzeri. Nella nota diffusa dalla Commissione Giustizia e pace, si ribadisce che “la proposta era inutile, irrispettosa ed ingiusta”, anche perché “una pena equa” per un reato commesso “deve essere anche proporzionata”. I presuli svizzeri, inoltre, sottolineano che la discussione politica sull’argomento ha lasciato spesso il posto “alle polemiche”, più che ai contenuti; di qui, l’auspicio che, “dopo l’esito della votazione, si possa tornare ad una politica legislativa ragionevole sul tema degli stranieri, dei rifugiati e dei migranti”.
Gian Paolo Cassano

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