LA BELLEZZA NELLA PAROLA a cura di gpc

“Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua.” (Ap.7,9)
Ci può aiutare a comprendere il senso della solennità di tutti i santi, con il richiamo alla felicità del testo evangelico di Matteo 5, l’icona dei 99 santi padri dell’isola di Creta.
E’ una realizzazione iconografica di intensa bellezza che ci invita a guardare alla santità, a quella “misura alta della vita cristiana ordinaria” a cui deve portare “tutta la vita della comunità ecclesiale e delle famiglie cristiane” (S. Giovanni Paolo II, Novo Millennio Ineunte, 31).
I santi sono quella moltitudine immensa di cui ci parla il testo di Apocalisse. In specifico l’icona ritrae i 99 monaci che dall’Egitto giunsero all’isola di Creta con la guida di San Giovanni l’Eremita (nell’icona in primo piano al centro).
Tutti sono caratterizzati dal nimbo, segno della santità, in una statica perfezione (molto spesso il movimento è visto come imperfezione). In alto, in un Cielo aperto, Gesù (con le classiche vesti dell’iconografia cristologica) ha le braccia aperte nell’accogliere i beati. C’è una sorta di ascesi verso il Cielo e verso Dio, ma tutti sono appoggiati sulla roccia che richiama a Cristo.
“Mentre il creato ascende in Cristo al Padre/, nell’arcana sorte/ tutto è doglia del parto:/ quanto morir perché la vita nasca!/ pur da una Madre sola, che è divina,/ alla luce si vien felicemente:/ vita che l’amor produce in pianto,/ e, se anela, quaggiù è poesia;/ ma santità soltanto compie il canto.” (Clemente Rebora)

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