LA BELLEZZA NELLA PAROLA a cura di gpc

“Gli Israeliti la videro e si dissero l’un l’altro: «Che cos’è?», perché non sapevano che cosa fosse. Mose disse loro: «E il pane che il Signore vi ha dato in cibo».” (Es 16,15)
Questa volta mi fermo sul dono della mamma (figura del pane vivo che Gesù dà) nel racconto di Esodo nell’interpretazione data da Nicolas Poussin (dipinta nel 1637 e conservata al Louvre a Parigi). E’ una figurazione fortemente simbolica per diversi motivi. Qui Mosè appare in posizione centrale in un atteggiamento che invita a cogliere il dono che viene dal Cielo con il dito puntato in alto e ritratto con i due colori che sono poi i tipici dell’iconografia cristologica (rosso e blu). Non è forse Mosè figura di Gesù ? Accanto a lui, in abito bianco, il fratello Aronne. Sullo sfondo si nota l’accampamento degli ebrei che sono sparsi sul terreno a raccogliere la manna o guadano in alto con le mani innalzate per la meraviglia del miracolo.
Ci si può soffermare poi su due livelli di lettura, (carità divina e carità umana) che si rivelano dalle figure, che mutuamente si sostengono, e dalla presenza divina, impalpabile ma fondamentale. Questa si rivela nella discesa della manna e resta al tempo stesso immateriale e sottaciuta nell’evocare anche l’Eucaristia. Guardando da sinistra verso destra si sviluppa la narrazione per cui gli Ebrei, affamati e disperati, scoprono il dono divino e se ne saziano; scorrendo il quadro dal basso in alto si coglie invece la connotazione teologica del trinomio carità-cibo-redenzione.
Interessante poi ricordare come il quadro di Poussin sia stato riprodotto su una piastra (moneta d’argento) dello Stato pontificio nel 1699 (sotto il papa Innocenzo XII).
“Ecco il pane degli angeli,/pane dei pellegrini,/vero pane dei figli:/non dev’essere gettato.” (Sequenza Corpus Domini)

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