Beata

COMO – La Chiesa si arricchisce di una nuova beata. E’ Giovannina Franchi (fondatrice delle Suore Infermiere dell’Addolorata) che è stata proclamata beata sabato scorso 20 settembre a Como dove era morta a Como nel 1872. Il rito è stato presieduto dal card. Angelo Amato (prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi), con il Vescovo mons. Diego Coletti.
Madre Franchi era nata nel 1807 da una nobile e agiata famiglia; promessa in matrimonio a un uomo molto più anziano, che morì prima di sposarla, decise di dedicarsi alla cura dei poveri, sacrificando per essi vita e patrimonio fino alla morte, per un’epidemia di vaiolo forse contratta proprio da uno dei suoi assistiti. “Papa Francesco – ha detto di lei il card. Amato – chiama madre Giovannina colei che ‘per amore di Cristo Crocifisso si è dedicata con tutte le sue forze all’assistenza corporale e spirituale degli infermi e dei moribondi’…. Imitando Gesù, da ricca si fece povera, utilizzando i suoi notevoli beni economici per alleviare le sofferenze degli ammalati poveri e abbandonati”. Per questo acquistò un edificio in un quartiere povero della città facendone il centro della sua opera caritativa, fondando le Suore Infermiere dell’Addolorata che oggi operano nel campo della carità in Italia, Svizzera e Argentina, nell’accoglienza ed assistenza dei bisognosi, specie gli infermi da visitare a domicilio.
“Madre Giovannina – ha aggiunto il card. Amato – fa parte di quell’epopea gloriosa di suore, autentiche eroine della nostra patria. Esse abitano in mezzo a noi e sono fari di solidarietà, di fraternità e di carità. La loro presenza è una benedizione per tutti, per la Chiesa e per la società. Per questo il nostro sentimento oggi è di ringraziamento al Signore per il dono prezioso delle Suore, generosamente dedite alla sequela di Cristo e al servizio dei fratelli con la fatica e il sacrificio quotidiano. Il nostro grazie diventa preghiera affinché lo Spirito Santo continui a far sentire la sua voce, chiamando le giovani alla vita religiosa, una vita tutta concentrata su Dio e tutta spesa nella carità verso i bisognosi”.
La beata ci offre una testimonianza di carità – aggiunge il postulatore p. Gian Giuseppe Califano – estremamente attuale. È una figura che merita di essere conosciuta e approfondita, a partire dai suoi scritti, così intensi e appassionati. Agiva perché animata da una grandissima fede: per lei, nel sofferente, c’è Cristo.” Fu capace di scelte controcorrente, intervenendo, con estrema umiltà e silenzio, sul tessuto culturale e sociale della città, introducendo un concetto di assistenza fino ad allora sconosciuto.
Gian Paolo Cassano

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