“Teatri immaginari”

OCCIMIANO – (gpc) Bellezza e genialità sono un po’ il tratto dominate della mostra fotografica retrospettiva di Diego D’Alessandro che giovedì 25 aprile (festa delle Repubblica) è stata inaugurata presso l’antica Corte della Villa dei Marchesi Da Passano.
La Mostra, dal significativo titolo “Teatri immaginari”, raccoglie alcuni degli scatti più significativi della vasta opera di Diego D’Alessandro, nato a Genk, in Belgio, nel 1951, scomparso prematuramente a Milano nel 2015 ed occimianese d’adozione. Occimianese è infatti la moglie (prof. Marta Deambrisis, docente di lettere) ed in paese usava spesso venire (con la moglie ed il figlio Jacopo) in visita ai parenti della famiglia Deambrosis che ha sostenuto l’allestimento della bella mostra, organizzata dal Comune di Occimiano in collaborazione con la Pro Loco, l’Azienda San Martino e la Cofi.
D’Alessandro (nome d’arte di Diego Trombin) è stato un fotografo professionista che orientò la sua attività verso la foto di moda e still-life collaborando con diversi periodici specializzati quali “Moda”, “Donna”, “Mondo Uomo”, “Amica”, “Anna”, “Le Monde d’Hermes”, “Io Donna”.
Un evento artistico che, come ha ricordato il sindaco m.a Valeria Olivieri, in apertura che delinea un percorso fatto di leggerezza, magia e genialità, come merge nelle fotografie esposte nei book di foto per le riviste di moda, nei servizi come quello fatto nei locali della Villa dei Marchesi, quando ancora erano presenti gli arredi originari (ora alienati). La moglie Marta ha poi ringraziato tutti i presenti, ricordando la stima che Diego si era conquistato nel suo ambito professionale, come ha testimoniato poi Maria Teresa Cerretelli che (con Luciano Bobba) ha curato l’allestimento della mostra. Ha parlato della sua visione di artista e fotografo, dove ogni fotografia era un progetto che partiva da uno schizzo curano il tutto con grande meticolosità. Una ricerca artistica che è arrivata a diversi modi interpretativi senza alcuna manipolazione con un suo stile identitario. Diego – ha aggiunto – ha seguito i dettami della sua sapienza fotografica e ha viaggiato sulle ali della sua grande libertà creativa. Così lascia una straordinaria eredità al presente e al futuro della fotografia.”
Oltre alle gigantografie esposte nell’atrio di ingresso, nel salone è possibile ammirare i book fotografici ed altre foto, nonché collegamenti multimediali (con il barcode).
E’ toccato poi al prevosto benedire la mostra, mettendo in rilievo la bellezza come dimensione che ci apre a Dio.
La mostra è aperta al pubblico sabato 27, domenica 28 e mercoledì 1 maggio, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 18. E’ possibile organizzare visite in orari diversi, contattando il numero 328 8825387). Si concluderà sabato 4 maggio in occasione della premiazione del concorso “Occimiano Fotografia”.

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