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Archivio di Giugno 2020

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO a cura di Gian Paolo Cassano

Mercoledì 24 Giugno 2020

All’Udienza generale di mercoledì 17 giugno, il Papa, proseguendo la catechesi sulla preghiera, Ha parlato di quella di intercessione, riflettendo su Mosè, con particolare riferimento all’episodio del vitello di metallo fuso. Mosè è stato “il più grande profeta di Gesù”, che “è il pontifex, è il ponte fra noi e il Padre”, che “intercede per noi, fa vedere al Padre le piaghe che sono il prezzo della nostra salvezza e intercede”. Mosè ci sprona a intercedere per il mondo, a pregare con l’ardore di Gesù, perché “i più brutti peccatori, la gente più malvagia, i dirigenti più corrotti, sono figli di Dio e Gesù sente questo e intercede per tutti. E il mondo vive e prospera grazie alla benedizione del giusto, alla preghiera di pietà, a questa preghiera di pietà, il santo, il giusto, l’intercessore, il sacerdote, il vescovo, il Papa, il laico, qualsiasi battezzato, eleva incessante per gli uomini, in ogni luogo e in ogni tempo della storia. Pensiamo a Mosè, l’intercessore. E quando ci viene voglia di condannare qualcuno e ci arrabbiamo dentro (…) Va’ a intercedere per quello.” E’ l’intercessione il modo di pregare di Mosè, con senso di paternità, “quasi da far ponte con la sua stessa persona fra cielo e terra”; quando il popolo “ripudia Dio e lui stesso come guida per farsi un vitello d’oro”, Mosè chiede a Dio di perdonare il loro peccato. “Non vende la sua gente per far carriera. Non è un arrampicatore, è un intercessore: per la sua gente, per la sua carne, per la sua storia, per il suo popolo e per Dio che lo ha chiamato. È il ponte. Che bell’esempio per tutti i pastori che devono essere ‘ponte’. Per questo, li si chiama pontifex, ponti. I pastori sono dei ponti fra il popolo al quale appartengono e Dio, al quale appartengono per vocazione.” Questa deve essere la preghiera dei credenti che “anche se sperimentano le mancanze delle persone e la loro lontananza da Dio”, non le condannano. “L’atteggiamento dell’intercessione è proprio dei santi, che ad imitazione di Gesù, sono ‘ponti’ tra Dio e il suo popolo”. Il Pontefice ha così ripercorso tutta la vicenda di Mosè che non è stato un orante facile o fiacco. Quando Dio lo chiama era umanamente “un fallito,” che da “promettente funzionario” si era giocato le opportunità ed ora pascolava un gregge non suo, nel deserto di Madian. Ma è proprio nel silenzio del deserto, che Dio convoca Mosè, con il roveto ardente, quando si rivela come “il Dio di tuo padre, di Abramo…” e lo invita a prendersi nuovamente cura del suo popolo. Mosè oppone “paure e obiezioni” (non è degno, balbetta….). E’ proprio, però, per la sua debolezza, oltre che per la sua forza, che rimaniamo colpiti. Lui “fondatore del culto divino”, non cesserà di “intrattenere stretti legami di solidarietà con il suo popolo, specialmente nell’ora della tentazione e del peccato”. Egli “mai ha perso la memoria del suo popolo. E questa è una grandezza dei pastori: non dimenticare il popolo, non dimenticare le radici. E come Paolo dice al suo amato, giovane vescovo Timoteo: ricordati di tua mamma e di tua nonna, delle tue radici, del tuo popolo”. Non si deve smettere di “appartenere a quella schiera di poveri in spirito che vivono facendo della fiducia in Dio il viatico del loro cammino”.
Domenica 21 giugno, all’Angelus, Francesco, riflettendo sul Vangelo di Matteo, con l’invito a non avere paura di fronte alle sfide della vita e alle avversità, ha esortato i fedeli a non cedere “mai” allo sconforto, affidandosi sempre a Dio e alla sua grazia, “più potente del male.” Ora la paura “è uno dei nemici più brutti della vita nostra cristiana”. Per questo Gesù (nel contesto del “discorso missionario” con cui prepara gli apostoli alla “prima esperienza di annuncio del Regno di Dio”) invita “ad essere forti e fiduciosi di fronte alle sfide della vita”, anche alle “avversità”. Affronteranno anzitutto “l’ostilità di quanti vorrebbero zittire la Parola di Dio, edulcorandola, annacquandola o mettendo a tacere chi la annuncia”. Se “Lui lo ha trasmesso con cautela, (…) nel piccolo gruppo dei discepoli, (…) loro dovranno dire ‘nella luce’, cioè apertamente, e annunciare ‘dalle terrazze’, cioè pubblicamente, il suo Vangelo.” I “missionari di Cristo” incontreranno la minaccia fisica contro di loro, “cioè la persecuzione diretta contro le loro persone, fino all’uccisione”. Il pensiero è andato così ai tanti cristiani che “sono perseguitati anche oggi in tutto il mondo! Soffrono per il Vangelo con amore, sono i martiri dei nostri giorni. E possiamo dire con sicurezza che sono più dei martiri dei primi tempi: tanti martiri, soltanto per il fatto di essere cristiani. A questi discepoli di ieri e di oggi che patiscono la persecuzione, Gesù raccomanda” di non “lasciarsi spaventare da quanti cercano di spegnere la forza evangelizzatrice con l’arroganza e la violenza. Nulla, infatti, essi possono contro l’anima, cioè contro la comunione con Dio: questa, nessuno può toglierla ai discepoli, perché è un dono di Dio. La sola paura che il discepolo deve avere è quella di perdere questo dono divino, la vicinanza, l’amicizia con Dio, rinunciando a vivere secondo il Vangelo e procurandosi così la morte morale, che è l’effetto del peccato.” Se Dio sembra che abbia abbandonato i propri figli, “restando distante e silenzioso”, la vita dei discepoli “è saldamente nelle mani di Dio, che ci ama e ci custodisce”. “Sono come le tre tentazioni: edulcorare il Vangelo, annacquarlo; seconda, la persecuzione; e terza, la sensazione che Dio ci ha lasciati da soli. Anche Gesù ha sofferto questa prova nell’orto degli ulivi e sulla croce: ‘Padre, perché mi hai abbandonato?’, dice Gesù. Alle volte si sente questa aridità spirituale; non ne dobbiamo avere paura. Il Padre si prende cura di noi, perché grande è il nostro valore ai suoi occhi. Ciò che importa è la franchezza, è il coraggio della testimonianza, della testimonianza di fede: ‘riconoscere Gesù davanti agli uomini’ e andare avanti facendo del bene.”

NESSUNO NE PARLA (O QUASI) news quasi sconosciute a cura di Gian Paolo Cassano

Mercoledì 24 Giugno 2020

Una novità per quanti di noi sono abituati a terminare la preghiera del Rosario con le litanie lauretane, novità che cade opportunamente nell’anno del Giubileo lauretano.
Infatti a quelle già note Papa Francesco ha deciso di aggiungerne tre nuove: “Mater Misericordiae”, “Mater Spei” e “Solacium migrantium”, ovvero “Madre della Misericordia”, “Madre della Speranza” “Conforto” ma anche “Aiuto” dei migranti.
La disposizione del Papa è stata resa pubblica dalla Congregazione per Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti in una lettera indirizzata ai presidenti delle Conferenze episcopali. “Innumerevoli sono i titoli e le invocazioni - scrivono nella lettera il cardinale Robert Sarah e l’arcivescovo Arhur Roche, prefetto e segretario del dicastero vaticano - che la pietà cristiana, nel corso dei secoli, ha riservato alla Vergine Maria, via privilegiata e sicura all’incontro con Cristo”. Ora “la prima invocazione sarà collocata dopo Mater Ecclesiae, la seconda dopo Mater divinae gratiae, la terza dopo Refugium peccatorum”.
Le litanie, anche se antiche, sono dette “Lauretane” dal Santuario della Santa Casa di Loreto che le ha rese celebri. Esse hanno un forte aggancio con i momenti vita della Chiesa e dell’umanità.
“Vari Papi – ricorda mons. Roche a Vatican news – hanno deciso di includere invocazioni nelle Litanie, per esempio Giovanni Paolo II ha aggiunto l’invocazione alla ‘Madre della famiglia’. Rispondono al momento reale, un momento che presenta una sfida per la gente”. Il Rosario è una preghiera cara ai fedeli ed in questo momento le invocazioni alla Vergine sono molto importanti per chi sta soffrendo per il Covid-19 e, fra loro, i migranti che hanno anche lasciato la loro terra.

TELECOMANDO a cura di Gian Paolo Cassano

Mercoledì 24 Giugno 2020

Riprende, con un nuovo ciclo, “SPAZIO LIBERO”, la versione moderna e profondamente rinnovata dei Programmi dell’Accesso, trasmissione diventata ormai punto di riferimento per il variegato mondo dell’associazionismo. La storica rubrica di Rai Parlamento, diretta da Antonio Preziosi, riprende il viaggio tra le tante realtà del Paese, uno spaccato di storie e voci dal territorio. Uno spazio per raccontare le molteplici espressioni della società civile, le istanze del no-profit, del sociale, ma anche dell’economia, della ricerca, della cultura. Associazioni di categoria, enti, fondazioni. Servizio pubblico per eccellenza, oggi in versione 4.0. Spaziolibero si presenta con uno studio più dinamico, molti servizi esterni, interviste con i rappresentanti di tante associazioni, testimoni delle più diverse realtà del Paese. Le domande si presentano alla Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai, che ha eletto una Sottocommissione permanente presieduta dal senatore Giorgio Maria Bergesio, dedicata a questi programmi. Chi ha tutti i requisiti per partecipare diventa poi protagonista della rubrica per dieci minuti. L’appuntamento con Spaziolibero tv è tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, alle 10.50 su Rai3. Tutte le informazioni sul sito raiparlamento.rai.it
Da sabato 27 giugno, per quattro puntate su Rai tre (ore 23,45) va in onda “CHI CREDETE CHE IO SIA ?”, un programma in quattro appuntamenti in cui si presentano le storie di alcuni uomini di Dio. Nella prima puntata padre Paul ricorda il suo passato da hippie, attore, barbone e padre Davide, un tempo esperto in informatica, racconta come sia diventato monaco.

LA CHIESA NEL MONDO Le notizie ecclesiali della settimana a cura di Gian Paolo Cassano

Mercoledì 24 Giugno 2020

NUOVO SEGRETARIO APSA
CITTA’ DEL VATICANO - Il Papa (lo scorso 15 giugno) ha nominato il nuovo segretario dell’Apsa (per l’amministrazione dei beni della S.Sede), affidando l’incarico al dottor Fabio Gasperini (58 anni), con una lunga carriera in ambito finanziario, in particolare nel settore della consulenza e della revisione contabile.
OSCE
VIENNA – Alla Videoconferenza preparatoria al 28° Forum economico e ambientale dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa), lo scorso 16 giugno, sul tema “Promuovere la sicurezza, la stabilità e la crescita economica, prevendendo e combattendo la corruzione attraverso l’innovazione, l’aumento della trasparenza e la digitalizzazione” è intervenuta la delegazione della S.Sede, guidata da . mons. Janusz Urbańczyk. Nel suo intervento ha richiamato trasparenza, onestà, rapporto di fiducia tra istituzioni e cittadini, come modi con cui contrastare la corruzione, che rischia di dilagare soprattutto ora, in tempo di pandemia da coronavirus.
VESCOVI AUSTRIACI
MAR IAZELL – E’ mons. Franz Lackner (arcivescovo di Salisburgo) il nuovo presidente dei vescovi dell’Austria. L’elezione (lo scorso 16 giugno) segna il cambio, dopo 22 anni cambio al vertice della Conferenza episcopale austriaca, succedendo al cardinale di Vienna Christoph Schönborn.
GIORNATA GIOVENTU’
PRETORIA - “I believe I can fly”: prende spunto dalla canzone di R. Kelly la lettera aperta che Monsignor Victor Phalana, presidente della Commissione Giustizia e pace della Conferenza episcopale sudafricana (Sacbc) indirizza ai giovani che il 17 giiugno hanno celebrato, a livello nazionale, la “Giornata della gioventù”
Una festa on line, attraverso Facebook, a causa della pandemia da coronavirus che vieta gli assembramenti, ma non per questo meno gioiosa e carica di significato. “Credete e sappiate volare come le aquile!” è questo l’incoraggiamento, chiedendo di non arrendersi, di non perdere la speranza, di perseverare di fronte alle tante sfide che la vita presenta loro.
ECOLOGIA INTEGRALE
CITTA’ DEL VATICANO - Offrire un orientamento all’agire dei cattolici, ma non solo, ed interpellare ogni cristiano ad una sana relazione con il Creato: si pone questi obiettivi il documento interdicasteriale “In cammino per la cura della casa comune”, diffuso in occasione del quinto anniversario dell’Enciclica “Laudato si’”. Partendo da “Conversione spirituale ed educazione” nella prima parte, per arrivare a “Sviluppo umano ed ecologia integrale” nella seconda, il documento interdicasteriale ribadisce l’importanza del dialogo e del confronto tra tutte le parti in causa. Una terza parte, infine, è dedicata all’impegno ecologico dello Stato della Città del Vaticano, mentre numerosi sono i richiami ai principali documenti magisteriali sul tema.
NO ALLA DISCRIMINAZIONE RAZZIALE
GINEVRA – Intervenendo lo scorso 18 giugno al dibattito urgente convocato all’Onu di Ginevra sul tema “attuali violazioni dei diritti umani di ispirazione razziale, razzismo sistemico, brutalità della polizia e violenza contro la protesta pacifica”, l’osservatore permanente della Santa Sede mons. Ivan Jurkovič ha ribadito come la discriminazione razziale in tutte le sue forme sia assolutamente intollerabile, esortando tutti gli Stati a “riconoscere, difendere e promuovere i diritti umani fondamentali di ogni persona”.
ORATORI E PANDEMIA
ROMA - La Chiesa italiana considera le norme di sicurezza sanitaria al tempo del Covid-19 un potenziale laboratorio educativo per i più giovani. Le attività formative ecclesiali, tradizionalmente svolte dalle parrocchie, dagli oratori, dalle realtà legate alla vita consacrata e associativa, diventano perciò in quest’estate dell’anno della pandemia un’occasione importante per cambiare lo stile della presenza sul territorio attivando reti di lavoro e di comunione anche extra-ecclesiali. Il progetto per rilanciare gli oratori estivi si chiama significativamente “Aperto per ferie” ed è stato illustrato in un documento pubblicato a fine maggio e presentato recentemente con un seminario on-line dal Servizio nazionale per la pastorale giovanile.
NUOVI BEATI
CITTA’ DEL VATICANO – Lo scorso 20 giugno il Papa ha autorizzato la promulgazione dei Decreti che daranno alla Chiesa quattro nuovi Beati, tra cui suor Maria Laura Mainetti la religiosa lombarda uccisa nel 2000 da tre giovani ragazze, in un rituale satanico. Saranno beatificati anche un medico venezuelano, José Gregorio Hernández Cisneros, un vescovo argentino, Mamerto de la Ascensión Esquiú, e il sacerdote tedesco Francesco Maria della Croce, fondatore dei Salvatoriani.
LITANIE LAURETANE
CITTA’ DEL VATICANO - “Mater Misericordiae”, “Mater Spei” e “Solacium migrantium”: sono le tre nuove invocazioni inserite per volontà di Francesco nell’elenco delle Litanie Lauretane, le secolari invocazioni alla Vergine che concludono tradizionalmente la recita del Rosario.

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I 100 anni della m.a Teresita Rinaldi Casalone.

Mercoledì 24 Giugno 2020

OCCIMIANO – (gpc) 100 anni ! E’ il traguardo che la m.a Teresita Rinaldi Casalone ha raggiunto lo scorso 22 giugno. A farle festa, lunedì scorso c’era una delegazione dei suoi scolari, dalla prima leva del 1939 all’ultima del 1975. Per l’occasione il tratto di via Circonvallazione davanti alla sua casa è stato chiuso per permettere la presenza di tanti che non hanno mancato di essere presenti per farle festa. Con la presenza del sindaco, della giunta, di numerosi consiglieri comunali, colleghe maestre (m.a Ameglio, m.a Ferrando…), con il servizio d’ordine assicurato dai Carabinieri e dai volontari della protezione civile, erano molti a manifestare il proprio affetto e gratitudine per colei che è conosciuta come “la maestra”. Accompagnata dal figlio (dott. Rosario) e dalla nuora si è affacciata al balcone della sua villetta.
Il sindaco m,a Valeria Olivieri ha introdotto il momento di festa per un compleanno speciale che non può passare inosservato: “la sua professione di insegnante, in un periodo in cui la figura della maestra costituiva un fermo riferimento per le famiglie, le ha permesso di conoscere e accompagnare nella sua crescita generazioni di alunne e di alunni. In ciascuno di loro ha saputo accedere la scintilla della curiosità, l’amore per lo studio, il rispetto e l’accettazione degli altri.”
Per questo al momento del suo pensionamento aveva ricevuto i meritati riconoscimenti da parte dell’amministrazione comunale e la medaglia d’oro del Ministero della Pubblica Istruzione.
Così pure il Consiglio Comunale dei ragazzi con il presidente e vice presidente (Teresa Ottone e Beatrice Casalone) hanno rivolto parole di saluto e di augurio. Anche il prevosto (che in precedenza aveva celebrato la S. Messa per la maestra, per la sua salute ed in ringraziamento al Signore) ha voluto salutarla ricordando come suo coetaneo sia stato il papa san Giovanni Paolo II.
E’ stata poi la volta dei rappresentanti dei suoi numerosi studenti, introdotti dal consigliere comunale Giuditta Garavello, che con vivacità hanno manifestato il loro affetto (qualcuno anche rispolverando la casacca di scolaro…)
Elegantissima come sempre e con la sua consueta lucidità e simpatia, non ha mancato di fare memoria della sua ricca esperienza scolastica con alcuni simpatici aneddoti. Al termine prima la delegazione delle autorità e poi dei suoi ex allievi ed ex allieve sono saliti per fare di persona i propri auguri più belli.
L’arrivo ad Occimiano, dalla nativa Lu, per una supplenza, è stato poi l’inizio di un radicamento in paese, conoscendo colui che sarà il suo futuro marito (Carletto, morto alcuni anni fa)
Una donna ricca di fede, che non ha mai mancato, fino a quando ha potuto, l’appuntamento con la Messa domenicale e che si radica in una famiglia dalle salde radici cristiane. Lo zio è il beato don Filippo Rinaldi che fu rettor maggior dei Salesiani e della cui devozione la maestra si è sempre fatta carico.
L’insegnamento è stata la sua vocazione; racconta che alla età di 3 anni, seduta sulle ginocchia dello zio don Filippo Rinaldi, alla domanda sul suo futuro, su cosa volesse fare da grande avesse risposto: la maestra!

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Conviviale volontari

Mercoledì 24 Giugno 2020

OCCIMIANO (gpc) – Per esprimere la riconoscenza ai volontari impegnati durante l’emergenza sanitaria il sindaco Valeria Olivieri e gli amministratori hanno voluto incontrarli con una conviviale al ristorante “Del Moro” lo scorso 18 giugno. Con l’apertura del Centro Operativo Comunale, infatti, l’Amministrazione ha potuto contare sul prezioso supporto del gruppo di Protezione Civile A.N.A. - coordinato dal capo settore logistica Franco Delodi - cui si sono aggiunti altri volontari e i componenti della locale Consulta per la valorizzazione del territorio, tutti a disposizione per le molteplici necessità emerse nella gestione dell’emergenza. Alla cena è stato invitato anche Gianni Ravera, presidente della sezione Alpini di Casale Monferrato.

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OCCIMIANO (gpc) – “Aperti per ferie” - Estate ragazzi 2020.

Mercoledì 24 Giugno 2020

OCCIMIANO (gpc) – “Aperti per ferie”. E’ questo lo slogan di “Estate ragazzi 2020”, il Centro estivo diffuso, nato dalla collaborazione tra Comune e Parrocchia e che si svolge nel pieno rispetto dellw norme previste per la prevenzione anti covid.
Si è iniziato già lunedì 22 giugno per la scuola dell’Infanzia, mentre per la scuola primaria e secondaria prenderà il via lunedì 29 giugno. Tutte le attività del centro estivo seguono le norme del Protocollo con le restrizioni legate alla fase due dell’emergenza sanitaria.
I gruppi di bambini saranno dislocati in diverse strutture del comune di Occimiano, a partire dall’Oratorio.
I bambini possono usufruire di un servizio settimanale che prevede mattino e pomeriggio oppure di un servizio pomeridiano solo per il lunedì, mercoledì e venerdì.
La giornata comprenderà momenti di gioco, sport, condivisione, riflessione, laboratori, passeggiate ed eventuali altre uscite. Le responsabili dell’organizzazione delle giornate sono Anna Maria Figazzolo e Sara Barbano insieme ai membri del Consiglio dell’Oratorio e alcune EX Allieve.
I gruppi saranno seguiti da persone adulte maggiorenni, mentre gli animatori di età compresa da 15 a 18 anni guideranno le attività. Questo servizio è nato con l’idea di andare incontro al bisogno dei bambini di interagire con i coetanei, fondamentale per la loro crescita.

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NESSUNO NE PARLA (O QUASI) news quasi sconosciute a cura di Gian Paolo Cassano

Martedì 16 Giugno 2020

Sono più di 300 le persone, che, dall’inizio dell’anno, sono morte a causa delle violenze in corso nella provincia di Ituri, nella repubblica Democratica del Congo. Solamente tra aprile e maggio, l’agenzia Onu ha ricevuto più di 100 denunce di gravi violazioni dei diritti dei bambini. Si calcola che siano oltre 200.000 le persone, per la maggior parte bambini, fuggite dall’inizio dell’anno a causa dell’intensificarsi delle violenze (come riferisce Vatican news). E’ uno dei tanti drammi che spessano passano sotto silenzio.
Il 3 giugno scorso in un attentato sono morte 16 persone, tra cui cinque giovani sotto i 15 anni.
“Condanniamo con la massima fermezza questo attacco a bambini innocenti - ha dichiarato Edouard Beigbeder, rappresentante del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia nella RDC - Non dovrebbero mai pagare il prezzo di tali spregevoli atti di violenza. Chiediamo a tutte le parti di rispettare i diritti delle donne e dei bambini”. Secondo i rapporti verificati dall’Onu, l’attacco ha avuto luogo a Moussa, un villaggio nella zona di Djugu, a nord della capitale dell’Ituri, Bunia. Le 16 persone sono ritornate e sono state uccise da colpi d’arma da fuoco e coltelli. Di conseguenza, decine di persone sono fuggite da Moussa e si sono rifugiate nei villaggi vicini. Per questo l’Unicef ha avvertito che la situazione della sicurezza nell’Ituri si sta deteriorando rapidamente e ha invitato la comunità internazionale e il governo della RDC ad agire rapidamente per evitare una crisi che sradicherà con la forza e metterà in pericolo un numero ancora maggiore di bambini.

TELECOMANDO a cura di Gian Paolo Cassano

Martedì 16 Giugno 2020

Nel centenario della nascita, Alberto Sordi, l’arci-italiano per antonomasia; l’eclettico attore, regista, comico, sceneggiatore, compositore, cantante e doppiatore; l’amatissimo protagonista di film che hanno accompagnato (e continuano a farlo) generazioni e generazioni di italiani le reti Mediaset (in particolare Canale 5, Retequattro e Cine34), fino al 20 giugno illuminano la propria programmazione raccontando il Sordi pubblico e quello privato. In particolare Cine34 dedica sei serate ad Alberto Sordi, dal 15 al 20 giugno. La rassegna Sordi 100, per un totale di 18 pellicole, va in onda in access, prime-time e seconda serata. Sabato 20 giugno a conclusione del ciclo, trasmette Il Conte Max, In viaggio con papà e Nestore, l’ultima corsa. Sempre sabato 20 Rai tre (ore 21,45) trasmette il docu film “Permette ? Alberto Sordi”. Il film, diretto da Luca Manfredi per ricordare l’attore, il regista, il comico, lo sceneggiatore, il compositore, il cantante e doppiatore, insomma l’immenso Alberto Sordi che a tutti questi talenti univa anche una grande umanità. Su Rai5, alle 21.15, una serata evento con la trasposizione teatrale di uno dei film più importanti nella carriera di Sordi, Un borghese piccolo piccolo. Tratto dall’omonimo romanzo di Vincenzo Cerami, con Massimo Dapporto. Regia di Fabrizio Coniglio, musiche di Nicola Piovani. Domenica 21 giugno su Rai 3, alle 18, andrà in onda il documentario Alberto Sordi, prodotto da Rai Cultura all’interno della serie Italiani.

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO a cura di Gian Paolo Cassano

Martedì 16 Giugno 2020

Mercoledì 10 giugno, all’udienza generale, il Papa ha proseguito la catechesi sulla preghiera parlando della figura di Giacobbe, rivolgendosi agli uomini del terzo millennio, sfogliando il libro della Genesi che, “attraverso vicende di uomini e donne di epoche lontane, ci racconta storie in cui noi possiamo rispecchiare la nostra vita”. Ricordando la storia del patriarca, ha invitato a scorgere nella Bibbia gli specchi in cui si riflettono le nostre esistenze. Giacobbe, “aveva fatto della scaltrezza la sua dote migliore” e con l’inganno era riuscito “a carpire al padre Isacco la benedizione e il dono della primogenitura”: “un uomo che ‘si è fatto da solo’, che con l’ingegno riesce a conquistare tutto ciò che desidera”. Quella di Giacobbe è la storia di un uomo “costretto a fuggire lontano dal fratello”, che un giorno sente “il richiamo di casa, della sua antica patria”. Parte e compie un lungo viaggio “con una carovana numerosa di persone e animali”, ma la sua mente è “un turbinio di pensieri”. Poi, “all’improvviso uno sconosciuto lo afferra e comincia a lottare con lui”. Giacobbe lotta “per tutta la notte”, ma “alla fine viene vinto” e “da allora sarà zoppo per tutta la vita”. In quella notte, “esce cambiato”. Egli “capisce di aver incontrato Dio faccia a faccia”. Ora “lottare con Dio” è “una metafora della preghiera” e la vita di Giacobbe è quella dell’uomo che perde ogni corazza terrena, si riconosce fragile e si abbandona alla misericordia del Signore. “Per una volta non è più padrone della situazione – la sua scaltrezza non serve -, non è più l’uomo stratega e calcolatore; Dio lo riporta alla sua verità di mortale che trema e ha paura, perché Giacobbe nella lotta aveva paura. Per una volta Giacobbe non ha altro da presentare a Dio che la sua fragilità e la sua impotenza, anche i suoi peccati. Ed è questo Giacobbe a ricevere da Dio la benedizione, con la quale entra zoppicando nella terra promessa: vulnerabile, e vulnerato, ma con il cuore nuovo. (…) Giacobbe, prima era uno sicuro di sé, confidava nella propria scaltrezza. Era un uomo impermeabile alla grazia, refrattario alla misericordia; non conosceva cosa fosse la misericordia. (…) Ma Dio ha salvato ciò che era perduto. Gli ha fatto capire che era limitato, che era un peccatore che aveva bisogno di misericordia.” Per ogni uomo, come Giacobbe, arriva il tempo di incontrare da soli il Signore “faccia a faccia” con le proprie vulnerabilità. Ma non si deve temere: “tutti quanti noi abbiamo un appuntamento nella notte con Dio, nella notte della nostra vita, nelle tante notti della nostra vita: momenti oscuri, momenti di peccati, momenti di disorientamento. Lì c’è un appuntamento con Dio, sempre. Egli ci sorprenderà nel momento in cui non ce lo aspettiamo, in cui ci troveremo a rimanere veramente da soli. In quella stessa notte, combattendo contro l’ignoto, prenderemo coscienza di essere solo poveri uomini - mi permetto di dire ‘poveracci”; ma, proprio allora, “non dovremo temere, perché in quel momento Dio ci darà un nome nuovo, che contiene il senso di tutta la nostra vita; ci cambierà il cuore e ci darà la benedizione riservata a chi si è lasciato cambiare da Lui. Questo è un bell’invito a lasciarci cambiare da Dio. Lui sa come farlo, perché conosce ognuno di noi.”
Domenica 14 giugno ha presieduto in S. Pietro la S. Messa del Corpus Domini: Egli ha messo in rilievo come lL’Eucaristia sia “un tesoro da mettere al primo posto nella Chiesa e nella vita”. E’ fondamentale fare memoria riunendosi come popolo, ricordare il bene ricevuto dagli interventi di Dio nella nostra vita. Si tratta di una memoria che guarisce “la nostra memoria orfana”, “la memoria negativa” e “la nostra memoria chiusa”. Non solo, perché l’Eucaristia “spegne in noi la fame di cose e accende il desiderio di servire”; rialzandoci “dalla nostra comoda sedentarietà, ci ricorda che non siamo solo bocche da sfamare, ma siamo anche le sue mani per sfamare il prossimo. (….) Gesù nell’Eucaristia si fa vicino a noi: non lasciamo solo chi ci sta vicino!” Infatti “l’Eucaristia non è un semplice ricordo, è un fatto: è la Pasqua del Signore che rivive per noi” e nella Messa “la morte e la risurrezione di Gesù sono davanti a noi”. L’Eucaristia sana quindi la memoria orfana segnata da “delusioni cocenti”, inflitte magari da chi avrebbe dovuto dare amore e invece “ha reso orfano il cuore”. Ma Gesù guarisce anche la “memoria negativa”, quella che richiama sempre le cose che non vanno e ci lascia l’idea che “non siamo buoni a nulla”. Il Signore, “che è davvero innamorato di noi”, ama il bello e buono che siamo. Ma c’è anche “una memoria chiusa” da cui guarire quando quelle ferite che abbiamo dentro ci rendono “paurosi e sospettosi” e alla lunga “cinici e indifferenti” comportandoci con arroganza verso gli altri. “Solo l’amore guarisce alla radice la paura e libera dalle chiusure che imprigionano. Così fa Gesù, venendoci incontro con dolcezza, nella disarmante fragilità dell’Ostia; così fa Gesù, Pane spezzato per rompere i gusci dei nostri egoismi.”
All’Angelus ha ricordato che Gesù è “forza rinnovatrice” e comunione, ma dobbiamo lasciarci trasformare e dobbiamo superare le tentazioni di rivalità. “E’ vero che la Chiesa fa l’Eucaristia, ma è più fondamentale che l’Eucaristia fa la Chiesa, e le permette di essere la sua missione, prima ancora che di compierla.” Così ha richiamato ad una partecipazione al Sacramento in cui “Gesù è presente per essere il nostro nutrimento per essere assimilato e diventare in noi quella forza rinnovatrice che ridona energia e voglia di rimettersi in cammino, dopo ogni sosta o caduta”. Il Mistero del calice condiviso e del pane spezzato “richiede il nostro assenso, la nostra disponibilità a lasciar trasformare noi stessi, il nostro modo di pensare e di agire; altrimenti le celebrazioni eucaristiche a cui partecipiamo si riducono a dei riti vuoti e formali.” Non si va a Messa come atto sociale, perché il Mistero è un’altra Cosa “è Gesù presente che viene per nutrirci.” Infatti “il pane che noi spezziamo non è forse comunione con il Corpo di Cristo?” (ricorda la 1 Corinzi). “Queste parole esprimono l’effetto mistico o spirituale dell’Eucaristia” che riguarda l’unione con Cristo, che nel pane e nel vino si offre per la salvezza di tutti”. Sono i due effetti del calice condiviso e del pane spezzato: quello mistico e quello comunitario. E’ la “comunione reciproca di quanti partecipano all’Eucaristia, al punto da diventare tra loro un corpo solo, come unico è il pane che si spezza e si distribuisce. La comunione al Corpo di Cristo è segno efficace di unità, di comunione, di condivisione”. Per questo “non si può partecipare all’Eucaristia senza impegnarsi in una sincera fraternità vicendevole, che sia sincera.!” Ora “il Signore sa bene che le nostre sole forze umane non bastano per questo” e che “tra i suoi discepoli ci sarà sempre la tentazione della rivalità, dell’invidia, del pregiudizio, della divisione.” Dio lo sa e “anche per questo ci ha lasciato il Sacramento della sua Presenza reale, concreta e permanente, così che, rimanendo uniti a Lui, noi possiamo ricevere sempre il dono dell’amore fraterno.” Occorre rimanete nel suo amore, e ciò “è possibile grazie all’Eucaristia.” Quindi è importante ricevere Gesù perché ci trasformi da dentro, faccia l’unità. “Questo duplice frutto dell’Eucaristia: l’unione con Cristo e la comunione tra quanti si nutrono di Lui, genera e rinnova continuamente la comunità cristiana.”