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Archivio di Agosto 2018

Avvisi della Parrocchia S. Valerio Occimiano

Lunedì 27 Agosto 2018

PARROCCHIA S. VALERIO
OCCIMIANO
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DOMENICA 26 agosto 2018

* S. Messe nella settimana: (Chiesa Madonna del Rosario)
• Lunedì 27 agosto: ore 18,00
• Martedì 28 agosto: ore 18,00
• Mercoledì 29 agosto: ore 18,00
• Giovedì 30 agosto: ore 18,00
• Venerdì 31 agosto: ore 18,00

* Vespri
• Lunedì 27 agosto (ore 17,45) - segue: S. Messa

* Domenica 26 agosto :
• Battesimo Christian Giolito (ore 17,00)

* E’ a disposizione il Quaderno di S. Valerio
• “Cronaca di Occimiano del 2017”
• lascio al vostro buon cuore di dare una piccola offerta per le spese di stampa.

NESSUNO NE PARLA (O QUASI) news quasi sconosciute a cura di Gian Paolo Cassano

Lunedì 27 Agosto 2018

Il 18 agosto Imran Khan ha giurato come primo ministro del Pakistan, dopo aver vinto le elezioni del 25 luglio; Khan, 66 anni, è stata una leggenda del cricket: ha vinto la coppa del mondo nel 1992 e poi è entrato in politica. Negli anni, la sua popolarità è cresciuta, soprattutto tra i giovani, nonostante su di lui aleggi il sospetto di corruzione. Ricco, con fama da filantropo, Khan finanzia da anni la famosa madrasa Haqqania, scuola coranica sunnita, e nel suo programma c’è tra l’altro, la lotta alla corruzione, la creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani e un piano edilizio per i più poveri.
E’ stata l’occasione perché la Chiesa pakistana chiedesse che il nuovo governo riconosca diritti uguali per tutti. Infatti “un reale cambiamento - ha detto a Vatican news padre James Channan, coordinatore regionale della United Religious Initiative - avverrà solo se la Costituzione verrà emendata e saranno introdotte leggi a favore delle minoranze.” È questa la soluzione contro la crisi che la Chiesa propone al Pakistan, perché “non ci può essere pace senza diritti sociali. Solo stando insieme possiamo porre fine all’attuale crisi del Paese. Saremo liberi di sognare cose nuove solo quando avremo risolto gli errori del passato.”.
L’appello della Chiesa giunge anche dopo i festeggiamenti dell’indipendenza del Pakistan dalla Gran Bretagna (il 14 agosto), ottenuta nel 1947, in cui, con la divisione tra il Pakistan musulmano e l’India induista provocò milioni di morti. In tutto il Paese si sono organizzati grandi festeggiamenti: un motivo in più per ribadire, che “solo stando insieme -aggiunge padre Channan - possiamo porre fine all’attuale crisi del Paese”. Per far questo, però, è necessario superare i conflitti e introdurre leggi a favore delle minoranze.

TELECOMANDO a cura di Gian Paolo Cassano

Lunedì 27 Agosto 2018

Un programma interessante: peccato che sia relegato nella fascia notturna. E’ “VIAGGIO NELLA CHIESA DI FRANCESCO”, prodotto da Rai Vaticano, in onda la lunedì (verso le 0/0,20 circa) su Rai uno. Il programma di Massimo Milone, con la regia di Nicola Vicenti, cerca di capire come stia cambiando la Chiesa e la società nel mondo grazie alla rivoluzione spirituale di Papa Francesco. La trasmissione propone storie, approfondimenti e punti di vista sulla trasformazione epocale che coinvolge credenti e non credenti.
Da lunedì 3 settembre torna su Rai tre ogni lunedì (ore 21,15) “PRESA DIRETTA”, il programma di inchiesta giornalistica che prova a rispondere alla complessità di quello che ci sta succedendo con un surplus di approfondimento, con inchieste ancora più incisive e autorevoli. Per non raccontare il mondo che ci circonda in una triste e lunga cronaca di “magagne” e di cose che non funzionano. Infatti ci sono tante persone, alle quali Presa Diretta vuole dare voce, che non aspettano i tempi della politica e già offrono soluzioni, strade da percorrere per uscire dalla crisi economica e morale.
A partire dal 31 agosto, ogni venerdì su Tv 2000 torna “PER SEMPRE” (ore 21,15), programma sul matrimonio condotto dall’attrice Beatrice Fazi. In esso si vogliono “raccontare – dice la conduttrice - i vari aspetti del matrimonio: dal vivere insieme fino alla costruzione dell’amore nella vita di tutti i giorni. Vogliamo parlare della fedeltà come una sfida per i continui tradimenti. Sei sono le puntate in ognuna della quali sarà affrontato. “Il primo sarà Oggi sposi, il secondo Vivere insieme, il terzo L’amore felice. Si prosegue con Alta fedeltà, Il primo figlio e si conclude con Il rapporto con la suocera, una problematica davvero molto sentita”.

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO a cura di Gian Paolo Cassano

Lunedì 27 Agosto 2018

E’ stata dedicata al Comandamento “Non pronuncerai invano il nome del Signore” l’udienza generale di mercoledì 22 agosto. Francesco ha spiegato come si tratti di un invito non solo a non offendere il nome di Dio e a non usarlo in modo inopportunamente. Infatti (nel suo significato etimologico, in ebraico e in greco) vuol dire: “non prenderai su di te, non ti farai carico” mentre il termine “invano” fa riferimento ad “un involucro vuoto”, tipico dell’ipocrisia, del formalismo e della menzogna. Nella Bibbia, poi, il nome rappresenta la missione di una persona; è il caso di Abramo e Simon Pietro che ricevono un nome nuovo ad indicare il cambiamento che avviene nella loro vita.
Perciò prendere su di sé il nome di Dio vuole dire “assumere su di noi la sua realtà, entrare in una relazione forte” con Lui, come ricorda il farsi il segno della croce (da insegnare bene ai bambini !). Il Papa ha poi invitato a porre attenzione dal “vivere una relazione falsa con Dio”, ma ad un rapporto “senza ipocrisie, a una relazione in cui ci affidiamo a Lui con tutto quello che siamo. In fondo, fino al giorno in cui non rischiamo l’esistenza con il Signore, toccando con mano che in Lui si trova la vita, facciamo solo teorie.”
E’ un richiamo all’autenticità, quella che rende i santi capaci di toccare il cuore; ciò vale anche per i “santi della porta accanto” come i genitori che danno l’esempio ai figli di una vita coerente e onesta. “Se si moltiplicano i cristiani che prendono su di sé il nome di Dio senza falsità – praticando così la prima domanda del Padre Nostro, «sia santificato il tuo nome» – l’annuncio della Chiesa viene più ascoltato e risulta più credibile.”
Ora se “il nome di ognuno di noi è sulle spalle di Cristo”, nessuno può pensare male della propria esistenza. “Vale la pena di prendere su noi il nome di Dio perché Lui si è fatto carico del nostro nome fino in fondo, anche del male che c’è in noi, per mettere nel nostro cuore il suo amore”. Infatti “se la nostra vita concreta manifesta il nome di Dio, si vede quanto è bello il Battesimo e che grande dono è l’Eucaristia! Quale sublime unione ci sia fra il nostro corpo e il Corpo di Cristo: Cristo in noi e Lui in noi e noi in Lui! Uniti! Questa non è ipocrisia, questa è verità, (…) è pregare con il cuore, amare il Signore”, perché “Dio non dirà mai di ‘no’ a un cuore che lo invoca sinceramente”.

Concerto per organo (m° Massimo Gabba) e tromba (m° Alessio Molinaro)

Lunedì 27 Agosto 2018

OCCIMIANO - (gpc) Si è ripetuta anche quest’anno (come negli ultimi anni) l’esperienza dell’organo come valido aiuto nella Celebrazione Eucaristica. Infatti nella prossimità delle festa dell’Assunta (da sabato 11 al 15 agosto) le celebrazioni festive sono state fatte nella Chiesa della Madonna del Rosario con il bell’organo Serassi del 1837 (ristrutturato nel 2011), in occasione della festa dell‘Assunta e della domenica precedente.
Del resto in Oltralpe (specie nei paesi di lingua tedesca) è abitudine consolidata l’accompagnamento abituale dell’organo nella liturgia. Organista d’eccezione è stato il m.o Massimo Gabba che ha accompagnato musicalmente con l’organo la liturgia, creando anche un clima di preghiera all’inizio dell’Eucaristia ed anche dopo la celebrazione.
E’ stata anche l’occasione per offrire, nel giorno dell’Assunto un bel concerto (prima della Celebrazione delle Messa) per organo (con il m.o Massimo Gabba) e tromba (con il m.o Alessio Molinaro), particolarmente apprezzato dai presenti.

Paolo Dal Molin

Lunedì 27 Agosto 2018

OCCIMIANO – (gpc) Problemi fisici hanno ancora una volta bloccato l’occimianese Paolo Dal Molin ai campionati europei di atletica leggera a Berlino. Dopo l’ottima prova in batteria giovedì 9 agosto (un 13” 40 con cui ha stabilito il primato personale e il terzo tempo italiano di sempre nella specialità) c’erano concrete speranze di vederlo tra i magnifici otto nei 110 ostacoli. Invece la sfortuna ci ha messo un’altra volta lo zampino: affrontata con tenacia la tendinopatia rotulea al ginocchio sinistro (che lo ha tenuto ai margini per oltre tre anni e che spera di avere definitivamente superato con l’operazione di giovedì 23 agosto al Policlinico San Matteo di Pavia) a mandare in frantumi i sogni di gloria del trentunenne di Occimiano è stata una banale contrattura alla coscia sinistra quando mancavano pochi istanti allo start della semifinale di venerdì 10 agosto, nell’Olympiastadion di Berlino.
Le telecamere lo hanno inquadrato circondato dallo staff medico mentre gli veniva applicata una fasciatura, quindi ai blocchi e via… ma anche agli occhi dei profani è parsa evidente la rigidità della sua corsa. Sesto tempo in 13” 61, un’enormità se rapportato all’exploit di ventiquattr’ore prima. “Nel riscaldamento - ha commentato ai microfoni di Rai Due - ho fatto un piccolo allungo ed ho sentito tirare il quadricipite. Mi sono fermato per evitare altri guai ma in gara non ho praticamente corso” . Penultimo atto, dunque, ancora fatale come ad Helsinki 2012 e Zurigo 2014. Eliminati anche gli altri italiani Hassane Fofana e Lorenzo Perini. Così la finale europea rimane ancora un miraggio. Per la cronaca la medaglia d’oro è andata al francese Pascal Martinot-Lagarde che ha preceduto di soli due millesimi il russo Sergej Shubenkov. Terzo lo spagnolo Orlando Ortega.

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“E..state in villa”

Lunedì 27 Agosto 2018

OCCIMIANO (gpc) – Anche quest’anno ha avuto un grande successo la sesta edizione di “E..state in villa” che ha avuto la degna conclusione domenica 5 agosto con uno dei “classici” menu dei cuochi della Pro Loco, cioè il fritto misto alla piemontese, apprezzato da un numero elevatissimo di commensali (e prima ancora da quanti avevano ordinato le porzioni da asporto). Accanto al saggio gastronomico, sul ballo a palchetto allestito nella corte di Villa Marchesi Da Passano, c’è stato lo spettacolo dell’orchestra “Ewa for you” che ha proposto liscio, balli di gruppo, ever green italiani e stranieri che hanno coinvolto nelle danze un pubblico eterogeneo. Bravi i volontari della Pro Loco (guidata da Simone Cia), organizzatrice dell’evento che si prepara alla prossima Festa del Vino e del Monferrato in programma a Casale dal 14 al 23 settembre.

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CONIUGI LAZZARIN

Lunedì 27 Agosto 2018

OCCIMIANO – (gpc) Uniti da 51 anni in Matrimonio, non si sono lasciati neanche nella morte. Parlo dei coniugi Lazzarin che nel cuore dell’estate sono passati nella Casa del Padre.
Prima è toccato a lei, Giuseppina Santosuosso Lazzarin, ennesima vittima del mesotelioma, il 10 agosto, all’età di 69 anni. Da alcuni mesi lottava contro la fibra killer; era molto conosciuta perché per 38 anni era stata bidella all’istituto superiore “Ascanio Sobrero” di Casale. Con il marito Lino Lazzarin (che l’ha seguita nel giorno dell’Assunta, all’età di 76 anni), grande lavoratore, serramentista di perfezione per diverse ditte, si erano conosciuti a San Giorgio Monferrato dove si erano sposati, in una vita serena. E’ ciò che ha rilevato il nipote don Massimo Lazzarin (sacerdote delle diocesi di Vigevano a Cassolnovo), che in entrambi i funerali ha tenuto l’omelia, ricordando l’amabilità ed alcuni aspetti della loro vita, aiutando a cogliere nella fede la volontà di Dio che ci chiama a sé.
Nel 2014 si erano trasferiti da Casale ad Occimiano, per essere vicini alle figlie (qui residenti) Monica (con Paolo) ed Emiliana (con Franco) ed ai nipoti (Sara, Thomas, Vanessa, Luca). I funerali sono stati celebrati in Chiesa parrocchiale per Giuseppina lunedì 13 agosto (numerosi i suoi ex colleghi e personale della scuola), dal prevosto con don Massimo Lazzarin e da don Franco Zuccarelli (parroco di San Germano M.) ed il 17 agosto per Lino (con il prevosto e don Massimo). Entrambi poi sono stati sepolti nel cimitero di Occimiano.

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“La cronaca del 2017 ad Occimiano nelle colonne della Vita Casalese”.

Lunedì 27 Agosto 2018

OCCIMIANO – Come da tradizione anche quest’ anno, in occasione della festa di San Lorenzo lo scorso 10 agosto, è stato presentato il XVIII libretto de “La cronaca di un anno 2017 ad Occimiano nelle colonne della Vita Casalese”. Si tratta di un nuovo volumetto della serie dei “Quaderni di San Valerio” che (stampati artigianalmente e a tiratura limitata) hanno ormai superato la sessantina e che la Parrocchia ha predisposto insieme al Circolo culturale dott. Piero Cassano, costituito dal figlio per onorare il padre, colto letterato, per molti anni medico condotto del paese
A presentarlo nella splendida cornice del coro della Chiesa della Madonna del Rosario è stato il rag. Alberto Bolognini (già imprenditore orafo e ora dirigente di Case di Riposo ed impegnato nell’attività socio-sanitaria) che ha rilevato come molti aspettino questa pubblicazione come ricordo destinato a durare nel tempo. Anche per questo ha rilevato la caparbia positività posta nell’autore (don Gian Paolo Cassano) nel curare la cronaca del paese, dedicando con passione giornalista, tempo ed energie proprio perché ciò che accade ad Occimiano non venga dimenticato. Ciò a maggior ragione, nonostante i non pochi impegni che l’autore-sacerdote ha nel compiere la propria missione educativa, religiosa, culturale. Anche per questo “se fossimo privati –ha ricordato - di questa cronaca, sarebbe una mancanza non da poco”. Si tratta, d’altra parte, di un giornalismo volto a cogliere positivamente la realtà della gente (in senso cristiano) che nulla a che spartire con il giornalismo scandalistico che talvolta accompagna le notizie di cronaca. Così si rilevano fatti lieti e tristi, l’attenzione alla parrocchia e all’annuncio del vangelo, ecc. , in sintonia con quella visione educativa che un buon giornalismo dovrebbe avere.
In precedenza il prevosto aveva presieduto l’Eucarestia nel ricordo del Santo co-patrono del paese, festa che è stata preceduta da un triduo di preparazione.
Nell’omelia ha messo in rilievo la figura del santo nella sua scelta di testimonianza nell’amore per i poveri e per Cristo, come conferma la tradizione biografica su di lui.

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NUOVI SANTI a cura di Gian Paolo Cassano

Lunedì 27 Agosto 2018

Una martire italiana, missionaria dei giorni nostri, un esempio ed un incoraggiamento nella scelta dei poveri, nell’amore fattivo, nella gioia di evangelizzare e testimoniare. Parlo di suor Leonella Sgorbati, missionaria della Consolata uccisa il 17 settembre 2006 a Mogadiscio (aveva 65 anni) e proclamata beta il 26 maggio scorso nella Cattedrale di Piacenza.
Una religiosa suora vittima inerme dell’odio di un fanatico islamista nelle giornate delle strumentalizzazioni sulle parole pronunciate da Benedetto XVI a Ratisbona. “Il martire cristiano – ha detto, presiedendo il rito, il card. Angelo Amato, prefetto uscente della Congregazione per le Cause dei santi - non è un fanatico distruttore, ma un difensore della vita, un messaggero di fraternità umana, di carità, di perdono”. Sr Leonella, infatti, morendo, ha ripetuto “perdono, perdono, perdono”, sintesi di una vita spesa per l’Africa, dove per 36 anni ha vissuto all’insegna del bene compiuto senza far rumore e della riconciliazione.
Nella cattedrale di Piacenza a rendere testimonianza al suo impegno c’erano mons. Gianni Ambrosio (vescovo della diocesi piacentina, dove suor Leonella era nata), mons. Mario Delpini (arcivescovo di Milano), il card. John Njue (arcivescovo di Nairobi, in rappresentanza di un altro Paese che suor Leonella aveva a lungo servito, mons. Luigi Bianco (nunzio apostolico in Etiopia e delegato apostolico in Somalia), mons. Giorgio Bertin (vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio). Significativa la presenza in Duomo di un rappresentante del governo somalo, l’ambasciatore alla Fao Ibrahim Abdulkadir Hagi.
La vita di suor Sgorbati è infatti inseparabile dalle sofferenze di questo martoriato Paese: “sr Leonella – ha ricordato nell’omelia il card. Amato -ha bagnato col suo sangue benedetto la terra somala, prima pacifico territorio dell’Africa Orientale oggi luogo di desolazione e di morte. Negli ultimi decenni la presenza della Chiesa cattolica qui è stata brutalmente cancellata, con la cacciata dei missionari, la repressione dei fedeli e le uccisioni cruente e ingiustificate di testimoni della fede come mons. Salvatore Colombo, primo vescovo di Mogadiscio, il missionario francescano Pietro Turati, il medico Graziella Fumagalli, la missionaria laica Annalena Tonelli”.
Suor Leonella (al secolo Rosa Maria Sgorbati) era nata a Rezzanello, sulle colline piacentine, il 9 dicembre 1940, ma a dieci anni si era trasferita con la famiglia si trasferisce a Sesto San Giovanni. Fu attivissima nella sua parrocchia (San Giuseppe) dove maturò la sua vocazione missionaria ascoltando in oratorio le testimonianze di sacerdoti e suore della Consolata. Così entrò nell’Istituto a 20 anni e, dopo un periodo di studi in Inghilterra, per impoare l’inglese fu mandata in Kenya nel 1970. Passerà in Africa 36 anni, come infermiera, ostetrica (farà nascere oltre quattromila bambini) e direttrice di scuole per infermieri. Nel 2001 accettò la sfida dell’ong “SOS Villaggio dei Bambini” di avviare una scuola per infermieri a Mogadiscio. In quella terra sole le Missionarie della Consolata erano rimaste dopo la caduta del dittatore Siad Barre dieci anni prima. Suor Leonella la vince accompagnando gli allievi negli studi e spronandoli a dare il meglio perché li vuole protagonisti della ricostruzione della Somalia. Cresce attorno a sé l’ostilità dei fondamentalisti, che non vedono di buon occhio questa suora che passa tanto tempo con i giovani, ma lei crede nel dialogo tra fedi e culture. “Dove c’è paura – ripete – non c’è amore.”
“Il martirio di suor Leonella – ha ancora detto il card. Amato - è un seme di speranza sparso sulla terra dell’uomo che porterà fiori e frutti di bene. È un dono che genera pace e fratellanza. Invita a deporre le armi e a trasformarle in strumento di lavoro e di pace”.
All’indomani del martirio di suor Sgorbati, l’allora madre generale delle religiose della Consolata, suor Gabriella Bono, scriveva alle consorelle: “Insieme a suor Leonella - raccontava - un somalo, un uomo musulmano, Mohammed, sposo e padre di quattro figli, ha versato il suo sangue nel tentativo di salvarla. Suor Leonella e Mohammed sono uniti per sempre nel dono della vita”.

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