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Archivio di Giugno 2015

La parola di Papa Francesco

Martedì 30 Giugno 2015

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano

Continua la catechesi del Papa sulla famiglia. Nell’udienza generale di mercoledì 24 giugno ha evidenziato che se famiglia si divide e si svuota “dell’amore coniugale”, la disgregazione “frana” addosso ai figli. In essa “tutto è legato assieme” e se la sua anima è ferita in qualche punto, “l’infezione contagia tutti”. Infatti “quando un uomo e una donna, che si sono impegnati ad essere ‘una sola carne’ e a formare una famiglia, pensano ossessivamente alle proprie esigenze di libertà e di gratificazione, questa distorsione intacca profondamente il cuore e la vita dei figli. Tante volte i bambini si nascondono per piangere da soli”. Ci sono nella vita familiare parole, azioni “e omissioni” che “invece di esprimere amore, lo sottraggono o, peggio ancora, lo mortificano”: se queste ferite “vengono trascurate, si aggravano: si trasformano in prepotenza, ostilità, disprezzo. E a quel punto possono diventare lacerazioni profonde, che dividono marito e moglie, e inducono a cercare altrove comprensione, sostegno e consolazione. Ma spesso questi ‘sostegni’ non pensano al bene della famiglia”. Bisogna essere attenti a non essere anestetizzati rispetto alle ferite dell’anima dei bambini: “quanto più si cerca di compensare con regali e merendine, tanto più si perde il senso delle ferite, più dolorose e profonde, dell’anima”!
Francesco ha poi invitato a soffermarsi sul “peso della montagna che schiaccia l’anima di un bambino”, il peso di “scelte sbagliate”: se “ognuno pensa a sé stesso solamente (…) l’anima dei bambini soffre molto, prova un senso di disperazione. E sono ferite che lasciano il segno per tutta la vita”.
A volte “ci sono casi in cui la separazione è inevitabile, a volte può diventare persino moralmente necessaria, quando appunto si tratta di sottrarre il coniuge più debole, o i figli piccoli, alle ferite più gravi causate dalla prepotenza e dalla violenza, dall’avvilimento e dallo sfruttamento, dall’estraneità e dall’indifferenza”. Non mancano coloro che, “sostenuti dalla fede e dall’amore per i figli”, testimoniano la loro fedeltà ad un legame nel quale hanno creduto, “per quanto appaia impossibile farlo rivivere”; non tutti i separati, però, sentono questa vocazione, riconoscendo “nella solitudine un appello del Signore rivolto a loro”.
Di qui l’interrogativo del Pontefice per aiutare le famiglie i difficoltà: “come accompagnarle? Come accompagnarle perché i bambini non diventino ostaggi del papà o della mamma?”. Per questo ha invitato a chiedere al Signore “una fede grande”, per guardare la realtà con lo sguardo di Dio, e “una grande carità”, per accostare le persone con il suo cuore misericordioso.
Rifacendosi ai testi della liturgia domenicale, all’Angelus di domenica 28 giugno, Francesco ha ricordato che, come la donna, sofferente di perdite di sangue, guarita da Cristo, “chi crede ‘tocca’ Gesù e attinge da Lui la Grazia che salva”. Così è per la risurrezione di una bambina gravemente ammalata,  salvata dalla grande fede del padre, che aveva supplicato Gesù. “Qui si vede il potere assoluto di Gesù sulla morte, che per Lui è come un sonno dal quale ci può risvegliare. Gesù ha vinto la morte, anche ha potere sulla morte fisica”.
Ora “il messaggio è chiaro, e si può riassumere in una domanda: crediamo che Gesù ci può guarire e ci può risvegliare dalla morte? Tutto il Vangelo è scritto nella luce di questa fede: Gesù è risorto, ha vinto la morte, e per questa sua vittoria anche noi risorgeremo”. Non bisogna però confondere la resurrezione con la reincarnazione, perché “la Risurrezione di Cristo agisce nella storia come principio di rinnovamento e di speranza”.
Così “chiunque è disperato e stanco fino alla morte, se si affida a Gesù e al suo amore può ricominciare a vivere. Anche incominciare una nuova vita, cambiare vita è un modo di risorgere, di risuscitare. La fede è una forza di vita, dà pienezza alla nostra umanità; e chi crede in Cristo si deve riconoscere perché promuove la vita in ogni situazione, per far sperimentare a tutti, specialmente ai più deboli, l’amore di Dio che libera e salva”.
Gian Paolo Cassano

NESSUNO NE PARLA (O QUASI)

Martedì 30 Giugno 2015

NESSUNO NE PARLA (O QUASI)
news quasi sconosciute
a cura di Gian Paolo Cassano

Nuove tensioni in Burundi per le elezioni parlamentari di domenica scorsa 28 giugno. Nelle viglia almeno tre persone sono morte nella capitale Bujumbura, a seguito di scontri ed esplosioni di granate. Il 15 luglio, poi, si terranno le presidenziali boicottate da più parti dopo la ricandidatura del presidente Pierre Nkurunziza per il quale sarebbe il terzo mandato. Gli osservatori europei hanno già abbandonato il Paese, l’Onu mantiene un atteggiamento neutrale ma aveva comunque chiesto più volte il rinvio della tornata, che dal 25 aprile scorso ha innescato violente proteste di piazza, in cui si sono registrati 70 morti, con il rischio concreto di una nuova guerra civile, dopo quella che aveva insanguinato il paese ed il Ruanda (1990 -1993). “Sono elezioni farsa – ha dichiarato alla Radio Vaticana Marco Massoni, direttore di ricerca per l’Africa presso il Centro militare di studi strategici – perché al di là dell’aspetto meramente procedurale e, dunque, formale del loro svolgimento, comunque calendarizzato, l’Unione Europea ha dichiarato formalmente che non sussistono più le condizioni per una corretta osservazione delle elezioni e, dunque, gli osservatori elettorali europei hanno lasciato il Burundi.”
Occorre registrare come in questa situazione le opposizioni siano molto divise tra di loro e non ci sia ad oggi uno sfidante valido, un nome, per opporsi a Nkurunziza, “con il rischio – aggiunge Massoni - che poi siano i militari a risolvere la questione, per poi (come sta per accadere in Guinea Conakry) dopo qualche anno magari, dopo aver portato nuovamente il Paese ad un processo di normalizzazione, ricandidarsi come eventuali nuovi possibili presidenti.”
occorre ricordare che i problemi del Burundi sono legati a tutta la Regione dei Grandi Laghi, segnati da una grande volatilità, una grande insicurezza, una grande depredazione di risorse naturali e problemi economici e dalla tensione etnica e sociale tra hutu e tutsi che portò alla guerra civile di oltre 20 anni fa.
Gian Paolo Cassano

Torneo

Martedì 30 Giugno 2015

OCCIMIANO (gpc) – Anche quest’anno si ripete l’esperienza della Sümian Cup, riedizione del torneo dei 4 cantoni degli anni Ottanta. La manifestazione sportiva, giunta alla 2° edizione è scattata il 25 giugno ed è entrata nel vivo. La kermesse, organizzata da alcuni giovani del paese in collaborazione con l’Oratorio “Maria Ausiliatrice” e le associazioni sportive locali, vivrà un momento inedito sabato 4 luglio, a partire dalle 18, con la “Mini olimpiade occimianese”, in programma nella Villa dei Marchesi Da Passano, oggi sede della Pro Loco, che al termine offrirà una gustosa spaghettata. Nell’occasione le squadre dei rioni - Bucion, Portacunsan, Carbunara, San Bastian - si sfideranno in gare di tiro alla fune e lancio del peso. La prossima settimana si proseguirà con calcetto 4 + 1, pallavolo e palla avvelenata, rispettivamente al campo sportivo, nella palestra della scuola media e in oratorio. Si gioca lunedì e giovedì, con due partite alle 20,45 e alle 21,45, e la conclusione è prevista per il 23 luglio.

Morte

Martedì 30 Giugno 2015

OCCIMIANO – (gpc) Per tutti era “la Maestra”. Parlo di Anna Cattana che ha dedicato tutta la sua vita all’insegnamento, soprattutto nella scuola elementare di Mirabello Monferrato. I suoi allievi le sono sempre stati sempre vicini, come era successo lo scorso anno quando, in occasione dei suoi 90 anni, gli alunni di prima elementare dell’anno scolastico 1958/59, nati nel 1952 la festeggiarono organizzando una tavolata per un aperitivo sotto i portici del suo palazzo.
Si è spenta nel sonno, con la corona del Rosario in mano, giovedì 25 giugno. Ai funerali, celebrati venerdì 26 giugno dal prevosto, era anche presente mons. Graziano Cavalli, per la cui missione Anna si era sempre dedicata. Una vita segnata dalla preghiera e dalla fede che hanno caratterizzato la sua testimonianza cristiana, dedicata al Signore e all’apostolato.
Quanti pellegrinaggi con l’Oftal, insieme con la sorella Carla (mancata il 29 luglio 2008) con la quale aveva condiviso (entrambe non sposate, e così più libere in una dedizione ecclesiale) tutto il cammino di una vita.
La maestra Anna (con la sorella Carla) è stata Dama dell’Oftal con una esemplarità a tutta prova. Finché ha potuto, non ha mai mancato all’appuntamento annuale con Lourdes come Dama, amando gli ammalati e servendoli con dedizione e generosità.
Quando, poi, poteva vivere la sua fede ancor più fortemente, non mancava di fare l’esperienza del pellegrinaggio anche ad altri Santuari mariani, specialmente con l’Oftal (Oropa, Banneux, Loreto, La Salette….).
La sua devozione mariana si è espressa anche qui, in Parrocchia, curando in questi anni (insieme alla sorella) la Chiesa della Confraternita della Madonna del Rosario (così cara alla devozione degli occimianesi), nell’impegno nel Consiglio pastorale e in quello degli affari economici (di cui era tutt’ora membro)
La sua è una speranza accesa in Colui che ci ha redenti, che l’ha portata a vivere esemplarmente la sofferenza, pienamente consapevole di unire la propria croce alla Croce di Cristo, soprattutto per la cecità (dovuta ad una maculopatia) che non le permetteva di poter leggere e muoversi per partecipare all’Eucaristia quotidiana che da sempre era un appuntamento condiviso.
E’ sempre stata vicina ai sacerdoti, pregando per loro, anche come membro attivo dell’Associazione delle Familiari del Clero.
gpc

Foto

Martedì 30 Giugno 2015

OCCIMIANO - (gpc) “Un punto di vista su Occimiano”. E’ questo il tema del Concorso fotografico che il Comune di Occimiano, grazie alla sua biblioteca sempre attiva operativamente, e alla Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti con il Nuovo Futurismo Onlus hanno indetto per mettere “a fuoco” l’immagine del paese colta attraverso all’obiettivo della macchina fotografica.
La finalità del concorso è infatti quella di promuovere il turismo nel paese attraverso al riscoperta di spetti socio – culturali e paesaggistici. Le foto devono avere come tema il Comune di Occimiano e il suo territorio. Esse potranno contenere persone (singoli o gruppi), oggetti (ad esempio strumenti musicali), luoghi simbolici e altro purché attinenti al tema del concorso.
Il termine ultimo per le iscrizioni e consegna delle opere è sabato 22 agosto, ore 12. In palio ricchi premi in denaro, per un montepremi totale di € 1.500. Saranno premiate le prime 5 fotografie classificate mentre al gruppo di fotografi più numeroso verrà consegnata una targa.
gpc

Estate Ragazzi

Martedì 30 Giugno 2015

OCCIMIANO - (gpc) E’ partita mercoledì 1 luglio l’edizione 2015 di “Estate Ragazzi”, grazie alla collaborazione attiva di Parrocchia, Oratorio, Amministrazione comunale.
Per quattro settimane (fino al 26 luglio) un centinaio tra ragazzi (dalla scuola materna fino alla media) ed animatori, coordinati dalla prof. Anna Maria Figazzolo, con i membri del Consiglio dell’Oratorio e alcune Ex Allieve. Le attività del mese sono coordinate da Luisa Bernardini, insegnante e collaboratrice della Associazione “Passi di vita”, Associazione che ha collaborato con l’Oratorio - per la preparazione degli animatori - con Marzia Righetti e Marco Lotti
Gli animatori di età compresa tra i 15 e i 18 anni, hanno svolto il corso animatori in Oratorio durante l’anno. Verranno supportati dalle catechiste dopo aver terminato esami di maturità e università. Sono presenti - per la Scuola materna - Maria Tancorre (al mattino) e Pina Ganci (al pomeriggio) che stanno lavorando per il Comune come LSU ed è presente tutto il giorno Martina Arenare per il Cantiere di Lavoro.
Lo slogan di quest’anno (“Tutti a tavola. Non di solo pane vivrà l’uomo”) richiamo a ciò che nutre la vita: identità, comunione, responsabilità, trascendenza a partire dal cibo e dal nutrirsi.
E’ quindi un tempo – ricordano gli organizzatori – per vivere l’esperienza estiva come momento di crescita personale attraverso il gioco, la creatività, la scoperta delle proprie capacità e potenzialità, vivere la bellezza dell’incontro con gli altri e della crescita in amicizia all’Oratorio di Don Bosco imparando a superare egoismi e insofferenze e ad amare il nostro Oratorio come casa nostra. Inoltre significa vivere per scoprire che Dio ci chiama a compiere cose grandi nella nostra vita per il bene di tutti nella Comunità.
Il tempo sarà scandito da diverse tappe impegnando per tutto luglio i ragazzi in diverse attività, con laboratori creativi (alcuni già sperimentati, altri nuovi), spazi di riflessione e di preghiera.
Non mancheranno esperienze di uscite e di gite, in piscina, in montagna e all’incontro degli oratori estivi della diocesi che si terrà il 2 luglio a Casale (Oratorio del Valentino).
Affidiamo questa esperienza – conclude Anna Maria Figazzolo - a don Bosco, nel 200° anniversario della sua nascita, e a Madre Mazzarello perché ci aiutino ad avere un cuore grande, giovane e generoso per i nostri giovani e per quanti avviciniamo, perché l’Oratorio possa ripartire e diventare sempre più una casa che accoglie e che lo sentiamo davvero come casa nostra.
gpc

Don Graziano

Martedì 30 Giugno 2015

OCCIMIANO – (gpc) Quando mons. Graziano Cavalli, torna per un breve periodo dalla sua missione in Argentina, non manca mai di passare da Occimiano, da dove è partito nel 1968 per il Neuquen. Qui fu infatti vice parroco (con il compianto don Alessandro Gatti) e qua ha lasciato il segno. Sono numerose le famiglie che si impegnano mensilmente a versare una piccola quota per sostenere la sua opera di carità a sostegno della popolazione argentina più bisognosa.
Così domenica scorsa 28 giugno, al termine dell’Eucaristia che don Graziano ha presieduto in Chiesa parrocchiale è stato ringraziato dal Prevosto (anche per l’apertura missionaria della sua testimonianza) e, a nome della comunità parrocchiale, da Monica Deambrosis, che ha consegnato la quota raccolta in questi ultimi mesi. Così è stato per i bambini della Prima Comunione che hanno voluto destinare un’offerta per i bambini del Neuquen.
Don Graziano, nell’omelia ha messo in rilievo il tema delle fede, colto nelle donna malata da emorragie di sangue e nella risurrezione della figlia di Giairo, con l’invito a rinnovare la nostra fede e a rispondere al Signore che ci chiama.
Parlando con Lui emerge tutta la sua dedizione pastorale, nello specifico della realtà del Nuequen, di una diocesi grande quasi come l’Italia con scarsità di sacerdoti, anche se attualmente sono in 5 i seminaristi di cui due sono provenienti dalla sua parrocchia attuale di N. s. di Lourdes in città. La Chiesa argentina vive la consegna del vangelo da portare a tutti, in quella missione continentale indicata dai vescovi latino-americani ad Aperecida. E’ quella “teologia del popolo” nella luce della devozione popolare che cerca di coltivare e di vedere il cammino che emerge nella tradizione della gente semplice e che si esprime, ad esempio, nel pellegrinaggio nazionale al principio di ottobre al santuario di N.S. Luhan dove giunge oltre un milione di pellegrini da tutta l’Argentina (compreso il Neuqen).
Don Graziano è già in Monferrato da una quindicina di giorni ed è ospite della nipote a Ticineto; sarà ancora in Italia fino a metà luglio, per tornare in Neuquen dove ci sono anche Mariuccia (nella sua stessa parrocchia) e don Valerio.
gpc

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Avvisi Parrocchia San Valerio Occimiano

Martedì 23 Giugno 2015

******** DOMENICA 21 giugno 2015

* S. Messe nella settimana: (Chiesa Madonna del Rosario)
Lunedì 22 giugno: ore 18,00
Martedì 23 giugno: ore 8,30
Mercoledì 24 giugno: ore 8,30
Giovedì 25 giugno: ore 18,00
Venerdì 26 giugno: ore 18,00

* Adoro il lunedì
Vespri ogni lunedì (ore 17,45) - segue: S. Messa

* Domenica 21 giugno:
Festa anziani (Casa di riposo, ore 15,30)

* Sabato 27 giugno :
XXXIV anniversario ordinazione sacerdotale di don Gian Paolo
pregate per me

* Domenica 28 giugno:
Giornata della carità del Papa: libri sul Papa di don Gian Paolo a benefico della Parrocchia
Giornata Lourdiana diocesana a Casale Popolo

Telecomando

Martedì 23 Giugno 2015

TELECOMANDO
a cura di Gian Paolo Cassano

Tra le tv presenti sul digitale terrestre (e sul Satellite) c’è Telepace; è una rete TV italiana cattolica dell’Associazione Amici di Telepace avente sede a Cerna di Sant’Anna d’Alfaedo in provincia di Verona. Ha iniziato la sua attività nel 1977.
È specializzata nella trasmissione in diretta di importanti eventi di carattere religioso ed in particolare segue da vicino l’attività del Papa sia in Vaticano che durante i viaggi apostolici all’estero, Italia compresa. Si presenta con un palinsesto classico. Tra le diverse trasmissioni c’è anche il Vatican magazine, il settimanale tv di notizie e approfondimenti che il Centro Televisivo Vaticano mette a disposizione delle televisioni di tutto il mondo, per seguire le attività del Papa, le iniziative della Santa Sede e i principali avvenimenti mondiali visti dal cuore della Chiesa. E’ strutturato su quattro servizi di circa 3 minuti e Focus, l’approfondimento di 5 minuti.
Su TV 2000 Sabato 27 giugno (ore 17,10) va in onda il Docu-Film “Un minuto di silenzio” di Matteo Ceccarelli dove si ripercorrono gli Eremi di Celestino V, l’Eremo di San Colombano, l’Eremo della Romita di Cesi, l’Eremo Grotta dei Frati, l’Eremo di Davide Lazzaretti e gli Eremi del Pulsano ….
Su La Effe le prossime due domeniche (ore 21) va in onda “DISPERATAMENTE ROMANTICI: la confraternita dei Preraffaelliti”. In prima tv assoluta è la serie prodotta dalla BBC, che racconta gli amori, i successi, i fallimenti, le opere d’arte dei pittori che ruppero gli schemi nell’Inghilterra vittoriana, ripercorrendo anche la storia e la genesi delle opere e dei capolavori dei tre artisti, come l’Ofelia di Millet, L’ombra della morte di Hunt o Bocca baciata di Rossetti.
Su Rete 4 debutta al giovedì, in prima serata, “Il commissario Schumann”, una serie crime di grande successo in Germania, con un protagonista la cui personalità ricorda quella di Montalbano.
Gian Paolo Cassano

La parola di Papa Francesco

Martedì 23 Giugno 2015

LA PAROLA DI PAPA FRANCESCO
a cura di Gian Paolo Cassano

Nipote della terra piemontese; così ha amato definirsi il Papa nel suo viaggio di due giorni a Torino, lo scorso 21 e 22 giugno. Un viaggio nella proprie radici, in occasione della Sindone e del bicentenario della nascita di don Bosco. Nell mattinata di domenica 21 giugno Francesco, accolto dall’arcivescovo mons. Cesarea Nosiglia, dal sindaco Piero Fassino e delle altre autorità locali si è recato a venerare il sacro Lenzuolo in Cattedrale, come ha ricordato all’Angelus, parlando della Sindone come dell’icona dell’amore di Dio per gli uomini: “la Sindone attira verso il volto e il corpo martoriato di Gesù e, nello stesso tempo, spinge verso il volto di ogni persona sofferente e ingiustamente perseguitata. Ci spinge nella stessa direzione del dono di amore di Gesù”.
A ciò ha fatto riferimento celebrando la S. Messa in piazza Vittorio, contemplando l’amore di Dio verso di noi che è fedele, ricrea tutto; è un “amore stabile e sicuro”, perché “Gesù ci ama sempre, sino alla fine, senza limiti e senza misura”. Il suo amore è fedele, “non delude, non viene mai meno. Gesù incarna questo amore, ne è il Testimone. Lui non si stanca mai di volerci bene, di sopportarci, di perdonarci, e così ci accompagna nel cammino della vita”, perché Gesù “ci ama tutti”, non si arrende nemmeno davanti alla nostra infedeltà. “Gesù rimane fedele, anche quando abbiamo sbagliato, e ci aspetta per perdonarci: Lui è il volto del Padre misericordioso. Ecco l’amore fedele”. Ma per aprirsi al suo amore rigenerante, l’uomo deve riconoscere i propri limiti: “riconoscere i propri limiti, le proprie debolezze, è la porta che apre al perdono di Gesù, al suo amore che può rinnovarci nel profondo, che può ricrearci. La salvezza può entrare nel cuore quando noi ci apriamo alla verità e riconosciamo i nostri sbagli, i nostri peccati; allora facciamo esperienza, quella bella esperienza di Colui che è venuto non per i sani, ma per i malati, non per i giusti, ma per peccatori”. Se ci sappiamo “spogliare delle vesti logore e vecchie dei rancori e delle inimicizie per indossare la tunica pulita della mansuetudine, della benevolenza, del servizio agli altri, della pace del cuore, propria dei figli di Dio” sarà segno che siamo diventati nuovi. “Lo spirito del mondo è sempre alla ricerca di novità, ma soltanto la fedeltà di Gesù è capace della vera novità, di farci uomini nuovi”.Citando poi il poeta Nino Costa, il Papa  ha ricordato come il popolo piemontese abbia radici solide: “gente che non risparmia tempo e sudore - razza nostrana libera e testarda. - Tutto il mondo conosce chi sono e, quando passano… tutto il mondo li guarda”. Ha invitato poi a restare saldi su questa roccia, che è l’amore di Dio, a non “lasciarci paralizzare dalle paure del futuro”, ma a guardare ai quei Santi e Beati piemontesi “che hanno accolto l’amore di Dio e lo hanno diffuso nel mondo, santi liberi e testardi. Sulle orme di questi testimoni, anche noi possiamo vivere la gioia del Vangelo praticando la misericordia; possiamo condividere le difficoltà di tanta gente, delle famiglie, specialmente quelle più fragili e segnate dalla crisi economica”.
La visita del Pontefice era iniziata con un incontro con il mondo del lavoro in piazzetta reale. Dopo i saluti di un’operaia, di un agricoltore e di un imprenditore, il Pontefice ha detto con forza: “No a un’economia dello scarto, no all’idolatria del denaro, alla corruzione, all’iniquità che genera violenza”, si ad un patto  sociale e generazionale per un lavoro a misura dell’uomo. “Il lavoro non è necessario solo per l’economia, ma per la persona umana, per la sua dignità, per la sua cittadinanza e anche per l’inclusione sociale”; pensando alle diseguaglianze sociali, ha aggiunto: “l’immigrazione aumenta la competizione, ma i migranti non vanno colpevolizzati, perché essi sono vittime dell’iniquità, di questa economia che scarta e delle guerre. Fa piangere vedere lo spettacolo di questi giorni, in cui esseri umani vengono trattati come merce”. Citando la Costituzione italiana, ha ricordato come il lavoro sia fondamentale e, parlando delle donne ha affermato: “i loro diritti vanno tutelati con forza, perché le donne, che pure portano il maggior peso nella cura della casa, dei figli e degli anziani, sono ancora discriminate, anche nel lavoro”. Per questo occorre un “patto sociale e generazionale”, tra lavoratori e imprenditori, ma anche tra giovani e anziani.
Per il momento del pranzo Papa Francesco ha scelto l’incontro con alcune persone senza fissa dimora. Nel pomeriggio di domenica Francesco nella Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino, conosciuta come “Cottolengo”, ha incontrato gli anziani, i malati e i disabili. Da lui parole di compassione per quelli che ha definito “membra preziose della Chiesa” e di denuncia contro la cultura dello scarto e quel sistema sbagliato che non pone più l’uomo al centro ma il consumo e gli interessi economici. “L’esclusione dei poveri e la difficoltà per gli indigenti a ricevere l’assistenza e le cure necessarie, è una situazione che purtroppo è presente ancora oggi. Sono stati fatti grandi progressi nella medicina e nell’assistenza sociale, ma si è diffusa anche una cultura dello scarto, come conseguenza di una crisi antropologica che non pone più l’uomo al centro, ma il consumo e gli interessi economici”.
Ma il Papa è giunto a Torino anche per celebrare il bicentenario delle nascita di don Bosco; così nell’incontro con la famiglia Salesiana nella Basilica di Maria Ausiliatrice, ha posto in rilievo la necessità di una “educazione a misura della crisi”. In un mondo segnato dalla piaga della disoccupazione è particolarmente prezioso per i giovani il modello di formazione proposto dai Salesiani: “la creatività salesiana deve fare, prendere nelle mani queste sfide, queste sfide di oggi: educare. Ma anche portarli alla gioia, con la gioia salesiana, che è un’altra cosa che io ho imparato: quello della gioia salesiana non lo dimentico mai”.
Nel pomeriggio il Papa si è fermato nella Chiesa di Santa Teresa  dove si sono sposati i suoi nonni. Poi la grande festa coi i giovani in piazza Vittorio invitandoli a vivere in pieno la loro vita, con amore, andando “controcorrente”, seguendo le parole del beato Pier Giorgio Frassati: “vivere, non vivacchiare”. Questo perché per l’amore si “fa nel dialogo”, non è un sentimento romantico del momento, “è concreto… si sacrifica per gli altri”. E allora bisogna fare scelte radicali, perché “l’amore è molto rispettoso delle persone, non usa le persone, e cioè l’amore è casto. E a voi giovani in questo mondo, in questo mondo edonista, in questo mondo dove soltanto ha pubblicità il piacere, passarla bene, fare bene la vita, io vi dico: siate casti, siate casti”.
Lunedì 22 c’è stato lo storico incontro, con la visita al Tempio valdese, la prima di un Papa, dove ha chiesto perdono per i comportamenti non cristiani assunti nella storia dalla Chiesa contro la comunità valdese: “da parte della Chiesa Cattolica vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi. In nome del Signore Gesù Cristo, perdonateci”. Egli ha ricordato il profondo legame che unisce cattolici e valdesi nonostante le differenze: “uno dei principali frutti che il movimento ecumenico ha già permesso di raccogliere in questi anni è la riscoperta della fraternità che unisce tutti coloro che credono in Gesù Cristo”. E’ vero che è “una comunione ancora in cammino”, ma “che, con la preghiera, con la continua conversione personale e comunitaria e con l’aiuto dei teologi, noi speriamo, fiduciosi nell’azione dello Spirito Santo, possa diventare piena e visibile comunione nella verità e nella carità”. Ora l’unità, frutto dello Spirito Santo, non significa uniformità, perché non succeda “che i fratelli non accettino la loro diversità e finiscano per farsi la guerra l’uno contro l’altro”. Il Papa ha poi affermato che cattolici e valdesi sono chiamati a “continuare a camminare insieme”, ad “andare insieme incontro agli uomini e alle donne di oggi”, dall’evangelizzazione al “servizio all’umanità che soffre, ai poveri, agli ammalati, ai migranti”.
La visita poi si è conclusa con momenti più privati, con l’incontro ed il pranzo con i suoi parenti piemontesi, perché Francesco non ha mai dimenticato che qui sono le sue radici di famiglia.
Gian Paolo Cassano